Tesi etd-03302024-113052 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BUONCRISTIANI, GIULIO
URN
etd-03302024-113052
Titolo
L'abuso di posizione dominante per l'accesso alle infrastrutture essenziali nel settore energetico
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Marinai, Simone
Parole chiave
- abuse of dominant position
- abuso di posizione dominante
- essential facilities
- infrastrutture essenziali
- liberalisation of energy sector
- liberalizzazione del settore energetico
Data inizio appello
15/04/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Prendendo a modello la normativa antitrust dell’Unione europea, il legislatore italiano ha codificato tutta una serie di regole e divieti che hanno come obiettivo finale quello di tutelare la libertà di concorrenza sul mercato, libertà concessa a tutti gli operatori che si muovono in questo settore.
Tra i diversi comportamenti anticoncorrenziali spicca sicuramente l’abuso di posizione dominante, condotta in grado di andare ad alterare il libero gioco della concorrenza attraverso comportamenti che possono limitare, stravolgere o addirittura eliminare completamente la concorrenza. Essere in posizione dominante non è di per sé illegittimo; ciò che è vietato è lo sfruttamento abusivo di tale posizione al fine di estromettere i concorrenti dal mercato.
L’ordinamento consente ad un soggetto di acquisire una posizione dominante sul mercato. Tuttavia, non è ammesso il fatto che tale posizione venga sfruttata in modo abusivo per adottare comportamenti anticoncorrenziali. Di conseguenza, secondo le norme che regolano la concorrenza sul mercato, ciò che è vietato non è tanto il possesso del potere acquisito legittimamente dall’imprenditore, ma è l’uso scorretto di tale potere a perfezionare l’illecito.
La dinamica del mercato promuove e alimenta lo sviluppo interno, rendendo giustificato il riconoscimento della posizione dominante acquisita da un soggetto nel mercato. Questa posizione è il frutto dell’impegno e dell’attività che hanno consentito all’impresa di superare i concorrenti e di raggiungere una posizione di predominio economico nel settore.
Pertanto, l’oggetto di contestazione risiede nel comportamento adottato dal soggetto che detiene la posizione dominante. La posizione dominante costituisce, quindi, un elemento imprescindibile per il perfezionamento della fattispecie.
Tuttavia, a livello legislativo non è stata fornita nessuna definizione di posizione dominante, il che ha suscitato dibattiti nella dottrina e nella giurisprudenza sul significato effettivo da attribuire a tale concetto.
Una prima definizione in ambito giurisprudenziale è emersa dalla sentenza della Corte di Giustizia “Hoffman La Roche”. Tale definizione è stata, tuttavia, superata successivamente da altre decisioni (una in particolare riguardante la società italiana ENEL) che hanno tentato di chiarire ulteriormente il concetto di posizione dominante.
Una volta esaminato il concetto di abuso di posizione dominante, la nostra attenzione verrà focalizzata sul settore energetico, dove a partire dagli anni ’90 si è assistito ad una liberalizzazione del mercato nel nostro paese e all’interno dell’Unione Europea, portando all’emanazione di regole di condivisione delle strutture energetiche che sono da considerarsi essenziali per lo sviluppo del mercato stesso.
In particolare l’Unione Europea ha emanato cinque diversi pacchetti energia volti ad aprire gradualmente i mercati nazionali dell’elettricità e del gas alla concorrenza fino ad arrivare alla creazione di un mercato unico all’interno dell’Unione Europea.
Tali pacchetti hanno il merito di aver introdotto misure finalizzate a garantire il buon funzionamento del mercato interno e la tutela dei consumatori dalle condotte anticoncorrenziali. Inoltre, sono state create le Autorità nazionali di regolamentazione, le quali si impegnano per assicurare la protezione totale dei consumatori e il corretto funzionamento del mercato, operando in modo imparziale rispetto agli interessi industriali e statali.
La Commissione europea assume un ruolo cruciale nel processo di liberalizzazione, avendo il compito di vigilare sulla conformità delle condotte degli Stati membri al diritto dell’Unione Europea. Nel caso di violazione delle normative antitrust, la Commissione ha l’autorità ad applicare sanzioni ai comportamenti che violano gli obblighi stabiliti dal diritto dell’Unione. Se la violazione persiste nonostante le sanzioni, la Commissione ha la facoltà di presentare ricorso presso la Corte di Giustizia per ottenere la condanna dello Stato membro coinvolto e garantire l’adozione delle misure correttive richieste.
In conclusione, il presente lavoro si prefigge di esaminare un aspetto specifico dell’abuso di posizione dominante, concentrandosi sul concetto di infrastrutture essenziali, note anche come “essential facilities”, un istituto giuridico che impone all’imprenditore titolare di una risorsa essenziale, quando si verificano determinate circostanze, a concederne l’accesso a terzi. Il richiedente l’accesso all’infrastruttura potrebbe essere anche un concorrente, poiché la finalità di questo istituto è quella di garantire l’ingresso ai nuovi concorrenti e promuovere lo sviluppo dei mercati.
Più nello specifico, verrà analizzata la dottrina delle strutture essenziali, teoria elaborata negli Stati Uniti nel quadro delle leggi antitrust riguardanti l’accesso alle infrastrutture essenziali. Questa dottrina sostiene che le imprese proprietarie di tali infrastrutture sono obbligate a renderle disponibili ai concorrenti, purché si sia di fronte a infrastrutture non facilmente duplicabili per motivi economici, giuridici o naturali.
Tale dottrina, pur non avendo mai trovato formale riconoscimento a livello normativo, è stata applicate più volte dai giudici nazionali e europei. Tuttavia, la dottrina delle infrastrutture essenziali non è mai stata codifica e questo è dovuto probabilmente al fatto che essa potrebbe contrastare con principi fondamentali riconosciuti in tutti gli ordimenti democratici, in particolare il principio della libera iniziativa economica e il diritto di proprietà.
Viene infine analizzata una specifica condotta anticoncorrenziale, ossia il rifiuto a contrarre da parte dell’incumbent. Si tratta di una condotta che mira esclusivamente a eliminare dal mercato i competitors, negando loro l’accesso all’infrastruttura essenziale per l’esercizio della propria attività.
In sintesi, lo scopo di questo elaborato è quello di andare ad approfondire il concetto di abuso di posizione dominante per l’accesso alle infrastrutture essenziali ed analizzare come gli organi nazionali ed europei hanno reagito a fronte di queste condotte.
Tra i diversi comportamenti anticoncorrenziali spicca sicuramente l’abuso di posizione dominante, condotta in grado di andare ad alterare il libero gioco della concorrenza attraverso comportamenti che possono limitare, stravolgere o addirittura eliminare completamente la concorrenza. Essere in posizione dominante non è di per sé illegittimo; ciò che è vietato è lo sfruttamento abusivo di tale posizione al fine di estromettere i concorrenti dal mercato.
L’ordinamento consente ad un soggetto di acquisire una posizione dominante sul mercato. Tuttavia, non è ammesso il fatto che tale posizione venga sfruttata in modo abusivo per adottare comportamenti anticoncorrenziali. Di conseguenza, secondo le norme che regolano la concorrenza sul mercato, ciò che è vietato non è tanto il possesso del potere acquisito legittimamente dall’imprenditore, ma è l’uso scorretto di tale potere a perfezionare l’illecito.
La dinamica del mercato promuove e alimenta lo sviluppo interno, rendendo giustificato il riconoscimento della posizione dominante acquisita da un soggetto nel mercato. Questa posizione è il frutto dell’impegno e dell’attività che hanno consentito all’impresa di superare i concorrenti e di raggiungere una posizione di predominio economico nel settore.
Pertanto, l’oggetto di contestazione risiede nel comportamento adottato dal soggetto che detiene la posizione dominante. La posizione dominante costituisce, quindi, un elemento imprescindibile per il perfezionamento della fattispecie.
Tuttavia, a livello legislativo non è stata fornita nessuna definizione di posizione dominante, il che ha suscitato dibattiti nella dottrina e nella giurisprudenza sul significato effettivo da attribuire a tale concetto.
Una prima definizione in ambito giurisprudenziale è emersa dalla sentenza della Corte di Giustizia “Hoffman La Roche”. Tale definizione è stata, tuttavia, superata successivamente da altre decisioni (una in particolare riguardante la società italiana ENEL) che hanno tentato di chiarire ulteriormente il concetto di posizione dominante.
Una volta esaminato il concetto di abuso di posizione dominante, la nostra attenzione verrà focalizzata sul settore energetico, dove a partire dagli anni ’90 si è assistito ad una liberalizzazione del mercato nel nostro paese e all’interno dell’Unione Europea, portando all’emanazione di regole di condivisione delle strutture energetiche che sono da considerarsi essenziali per lo sviluppo del mercato stesso.
In particolare l’Unione Europea ha emanato cinque diversi pacchetti energia volti ad aprire gradualmente i mercati nazionali dell’elettricità e del gas alla concorrenza fino ad arrivare alla creazione di un mercato unico all’interno dell’Unione Europea.
Tali pacchetti hanno il merito di aver introdotto misure finalizzate a garantire il buon funzionamento del mercato interno e la tutela dei consumatori dalle condotte anticoncorrenziali. Inoltre, sono state create le Autorità nazionali di regolamentazione, le quali si impegnano per assicurare la protezione totale dei consumatori e il corretto funzionamento del mercato, operando in modo imparziale rispetto agli interessi industriali e statali.
La Commissione europea assume un ruolo cruciale nel processo di liberalizzazione, avendo il compito di vigilare sulla conformità delle condotte degli Stati membri al diritto dell’Unione Europea. Nel caso di violazione delle normative antitrust, la Commissione ha l’autorità ad applicare sanzioni ai comportamenti che violano gli obblighi stabiliti dal diritto dell’Unione. Se la violazione persiste nonostante le sanzioni, la Commissione ha la facoltà di presentare ricorso presso la Corte di Giustizia per ottenere la condanna dello Stato membro coinvolto e garantire l’adozione delle misure correttive richieste.
In conclusione, il presente lavoro si prefigge di esaminare un aspetto specifico dell’abuso di posizione dominante, concentrandosi sul concetto di infrastrutture essenziali, note anche come “essential facilities”, un istituto giuridico che impone all’imprenditore titolare di una risorsa essenziale, quando si verificano determinate circostanze, a concederne l’accesso a terzi. Il richiedente l’accesso all’infrastruttura potrebbe essere anche un concorrente, poiché la finalità di questo istituto è quella di garantire l’ingresso ai nuovi concorrenti e promuovere lo sviluppo dei mercati.
Più nello specifico, verrà analizzata la dottrina delle strutture essenziali, teoria elaborata negli Stati Uniti nel quadro delle leggi antitrust riguardanti l’accesso alle infrastrutture essenziali. Questa dottrina sostiene che le imprese proprietarie di tali infrastrutture sono obbligate a renderle disponibili ai concorrenti, purché si sia di fronte a infrastrutture non facilmente duplicabili per motivi economici, giuridici o naturali.
Tale dottrina, pur non avendo mai trovato formale riconoscimento a livello normativo, è stata applicate più volte dai giudici nazionali e europei. Tuttavia, la dottrina delle infrastrutture essenziali non è mai stata codifica e questo è dovuto probabilmente al fatto che essa potrebbe contrastare con principi fondamentali riconosciuti in tutti gli ordimenti democratici, in particolare il principio della libera iniziativa economica e il diritto di proprietà.
Viene infine analizzata una specifica condotta anticoncorrenziale, ossia il rifiuto a contrarre da parte dell’incumbent. Si tratta di una condotta che mira esclusivamente a eliminare dal mercato i competitors, negando loro l’accesso all’infrastruttura essenziale per l’esercizio della propria attività.
In sintesi, lo scopo di questo elaborato è quello di andare ad approfondire il concetto di abuso di posizione dominante per l’accesso alle infrastrutture essenziali ed analizzare come gli organi nazionali ed europei hanno reagito a fronte di queste condotte.
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