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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03302021-165058


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FUMI, ELISA
URN
etd-03302021-165058
Titolo
La gluten-free diet: tra necessita, mode e false credenze.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Demontis, Gian Carlo Alfredo Giuseppe
Parole chiave
  • mode
  • gluten-free
Data inizio appello
21/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/04/2091
Riassunto
C’era una volta il biologico, poi venne il naturale e quindi il vegano. Ora è di moda il senza glutine.
Viviamo nell’era del “free from “, che ha sostituito, nella competizione per il mercato alimentare, quella de “cibi addizionati con...”. Il Trend della gluten -free diet (GFD), ha registrato da pochi anni a questa parte un sensibile aumento, forse grazie anche alla spinta di alcune celebrità che, pur non essendo celiache, portano in tavola prodotti senza glutine perché convinte di guadagnare così in salute e di restare in forma più facilmente.
Un equivoco, come dimostrano i dati più recenti, che sta contribuendo a far dilagare uno stile alimentare i cui presunti benefici non sono supportati da alcuna evidenza scientifica.
Tutto è iniziato una decina di anni fa con l’uscita del libro “Wheat Belly” del cardiologo William Davis. Nel testo sacro dei no-glutine non si parlava solo di “pancia da cereali”, sostenendo ciò che in molti si sospettava, cioè che i cereali gonfiano o che i cornetti ingrassano, ma che il glutine era il male assoluto, capace di innescare la risposta del sistema immunitario innato correlata con obesità, malattia cardiaca e diabete.
Tra i seguaci di questa dilagante moda però si possono notare delle caratteristiche comuni in termini di sesso, livello di educazione scolastica, stile di vita.
Si è osservata anche una associazione positiva tra dieta priva di glutine e correzione di abitudini quali aver smesso di fumare, aver perso peso nell’ultimo anno, aver cambiato le abitudini alimentari a seguito di una malattia.
Questi dati, che peraltro confermano quanto già noto, suggeriscono che l’eliminazione del glutine viene spesso realizzata in un contesto di scelte come quella di affidarsi a tutto quello che si considera naturale o meglio detto “organico” e che quindi i benefici che vengono riportati, in realtà possono derivare da un più ampio quadro di cambiamento dello stile di vita piuttosto che dalla specifica eliminazione del glutine.
In aggiunta alla personale convinzione di alcuni che la GFD sia decisamente da preferire alla dieta mediterranea considerata patrimonio dell’Umanità, un contributo a smontare tutto ciò che la scienza alimentare ha fino ad ora dimostrato sono delle figure non ben definite come Consulente del benessere”, “consulente alimentare personale”, “coach per dimagrire”…..che attraverso metodiche alternative per le quali mancano evidenze scientifiche di attendibilità diagnosticano allergie e intolleranze al glutine.
Non esistono, infatti, evidenze di letteratura che supportino l’utilizzo di questi test per diagnosticare reazioni avverse agli alimenti o per predire eventuali future reazioni, ciò nonostante, il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti.
Per far fronte a questa dilagante moda, Società Italiana di Diabetologia (SID), Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), Associazione Medici Diabetologi (AMD), Associazione Nazionale Dietisti (ANDID), Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE) e Società Italiana di Obesità (SIO) hanno redatto un Position Statement sul Ruolo delle allergie e delle intolleranze alimentari. Tale documento rappresenta perciò una posizione ufficiale della comunità scientifica che si è avvalsa della propria esperienza, vista la mancanza di studi scientifici o di pubblicazioni rilasciati da organizzazioni ed enti pubblici o regolatori, per svolgere un’analisi sulle metodiche diagnostiche e sul mercato delle cosiddette “diete alla moda”.
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