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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03302021-125813


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANTURRI, LORENZO
URN
etd-03302021-125813
Titolo
Dal Telelavoro allo Smart Working: sviluppo nel privato e nella pubblica amministrazione
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannini, Marco
Parole chiave
  • lavoro agile
  • re-territorializzazione
  • smart working
  • telelavoro
Data inizio appello
09/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2061
Riassunto
In un contesto sociale e manageriale in cui la relazione tra uomo e macchina e macchina e macchina si fa sempre più intensa, il valore della produzione di un’azienda sarà sempre più frutto della continua interazione tra questi due elementi. Il “nuovo” modello di lavoro, che intendo analizzare in questo elaborato, ormai non più meramente assoggettabile ad una tematica di work life balance né di walfare, porterà in un futuro prossimo ad un radicale cambiamento delle relazioni lavorative, del rapporto tra persona e lavoro, tra manager e collaboratori e, perché no, tra Stato, Impresa e cittadino.

Al fine di studiare più nel dettaglio l’evoluzione subita da questa modalità di lavoro, il primo capitolo si apre con un approfondimento sul cosiddetto “Telelavoro”, sviluppatosi nel nostro Paese già a partire dai primi anni 2000’, precursore del sempre più attuale “Lavoro Agile”. I presupposti di allora erano quelli di una società non costretta a recarsi quotidianamente sul luogo di lavoro, ove possibile, con un auspicabile miglioramento del benessere personale. A distanza di vent’anni non si riscontra un radicale cambiamento nella società così come si prospettava all’epoca ma comunque si assiste ad un notevole dinamismo della questione anche alla luce della recente pandemia.

E’ proprio l’attualità della tematica che mi ha spinto ad approfondire, nel secondo capitolo, questa nuova presa di coscienza da parte delle aziende, con tutte le conseguenze del caso. Va posta in primo piano l’esigenza di individuare un punto di equilibrio tra tutela della salute pubblica e accesso ai servizi essenziali, da un lato, e, dall’altro, la salvaguardia del mercato di lavoro. Non risulta inoltre così immediato cogliere le implicazioni delle più recenti disposizioni normative sul piano della sicurezza sul lavoro, in aggiunta alle stravolte esigenze di un lavoratore “fuori dagli schemi”, sottolineando come la forma di “Lavoro Agile” non risulta sicuramente essere la panacea ad ogni male in tutte le circostanze.

Su questa linea di pensiero si apre quindi il terzo capitolo di questo elaborato, volto a valutare nel dettaglio l’applicabilità del lavoro agile nel pubblico impegno. Occorre, in ogni caso, tenere presente che, mentre nel lavoro privato il ricorso allo Smart Working (SW) era iniziato ben prima dell’introduzione normativa, grazie alla cosiddetta contrattazione collettiva, la pubblica amministrazione si è confrontata con questa nuova realtà soltanto a partire dal 2015. I progetti pilota nel lavoro pubblico hanno inoltre stentato a decollare poiché i risultati conseguiti non corrispondevano inizialmente alle aspettative, con il risultato che, pre pandemia, solo il 16% delle Pubbliche Amministrazioni (PA) aveva avviato programmi strutturati di lavoro agile per i propri dipendenti . Il massiccio e coattivo ricorso a tale forma di lavoro per fronteggiare l’emergenza sanitaria potrebbe proprio essere l’occasione per fare il punto della situazione e interrogarsi su quali siano le criticità che rallentano la “normale” applicazione dello Smart Working nella PA.

Il quarto capitolo è quindi una previsione futura alla luce della situazione attuale, in una società sempre più connessa, sempre più smart, in cui il lavoro agile emergenziale ha fatto da apripista per lo sviluppo e l’applicazione di questa modalità lavorativa negli anni a venire. Il coattivo ricorso allo Smart Working, in questa fase storica, ha inoltre permesso di portare alla luce le criticità fino ad ora solamente preventivate ma mai testate. Consci di quanto accaduto si potranno limare queste difficoltà incentivando i soli feedbacks positivi.

Nel quinto ed ultimo capitolo ad una premessa relativa allo sviluppo delle smart city, con un riferimento particolare alla situazione nazionale, fa seguito l’analisi di un caso studio: il Progetto “Guarcino 2025”. Verrà analizzato come il lavoro agile possa aver permesso, o perlomeno coadiuvato, la re-territorializzazione e riqualificazione del borgo vittima dello spopolamento. Dalla “teoria” alla “pratica” dunque, dalla “presenza” al “remoto”, un mondo più smart è ora possibile.
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