Tesi etd-03302021-124042 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IACONO, LEONARDO
URN
etd-03302021-124042
Titolo
L'EVOLUZIONE DEI SISTEMI RADAR DELLE UU.NN. MILITARI ITALIANE A PARTIRE DALLA LEGGE NAVALE DEL `75
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.F. (AN) Sereno, Lorenzo
correlatore Ing. D'Addio, Egidio
correlatore Ing. D'Addio, Egidio
Parole chiave
- radar
Data inizio appello
10/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/04/2091
Riassunto
Il radar nasce agli inizi del ‘900 come apparato da impiegare principalmente in ambito marittimo allo scopo di essere un ausilio alla navigazione e di fornire un vantaggio sul nemico localizzandolo quanto più distante possibile.
Infatti, a quell’epoca gli unici strumenti di cui disponevano i naviganti per individuare pericoli per la navigazione e/o navi nemiche erano quelli ottici, ossia, cannocchiali e binocoli le cui potenzialità, però, dipendevano dalla disponibilità di luce solare e dalle condizioni meteorologiche.
Come si può ben intendere, il radar costituì sin da subito un grandissimo passo in avanti in ambito marittimo in quanto, avrebbe reso la sicurezza della navigazione e la scoperta di unità navali nemiche indipendenti dalle condizioni meteorologiche e dalla luce.
Inizialmente, i primi modelli di radar navale venivano impiegati soltanto ai fini dell’anticollisione e della scoperta di superficie, in seguito, anche aerea.
Successivamente, però, di pari passo con l’evoluzione dello spazio marittimo, della tipologia di minaccia cui potevano essere sottoposte le unità navali militari e dei sistemi d’arma, sempre più innovativi e performanti, si rese necessaria l’installazione a bordo delle unità militari di sensori radar altrettanto performanti che garantissero funzionalità adeguate a quelle che erano le nascenti esigenze operative.
Dalla realizzazione dei primi prototipi radar fino a oggi, sono stati fatti notevoli progressi inerenti la componentistica di cui sono dotati, le funzionalità di cui dispongono fino a riguardare, addirittura, il modo in cui viene concepito il radar stesso.
Infatti, al giorno d’oggi, si assiste ad un ribaltamento del modo di concepire il radar stesso, il quale non deve più assolvere soltanto uno specifico compito, come avveniva in precedenza, ma deve assolverne diversi contemporaneamente.
Ciò è stato reso possibile grazie alla ricerca e allo sviluppo in ambito della tecnica radar che hanno concretizzato il concetto di multifunzionalità dei radar, principio cardine che caratterizza la progettazione di tutti i radar di recente costruzione, reso possibile dalla realizzazione di nuovi gruppi antenna phased array costituiti da numerosi elementi rice-trasmittenti.
Ciò che mi ha spinto ad affrontare questo argomento è l’importanza che il radar ha avuto nel passato e che continua ad avere, ancora di più al giorno d’oggi dove le sue funzionalità in ambito operativo vanno ben al di là del garantire semplicemente la sicurezza della navigazione come inizialmente, in accordo anche alla crescente complessità dello spazio marittimo.
Inoltre, essendomi da poco specializzato in Telecomunicazioni e Informazioni Operative di Combattimento (TLC-IOC) ho ritenuto interessante e, soprattutto, utile ai fini del lavoro che andrò a svolgere a breve, approfondire le mie conoscenze inerenti i sensori radar di bordo e le rispettive capacità di impiego così da poter sfruttare al meglio le loro capacità operative.
Per quanto riguarda la struttura dell’elaborato, è possibile suddividere lo stesso in tre macro sezioni, esclusi indice e conclusioni, che sono la parte storica, la parte tecnica e la parte inerente l’evoluzione dei sistemi radar imbarcati finora sul naviglio militare italiano.
Nella parte storica è stata analizzata l’origine del radar in Italia, mettendo in rilievo il contributo sostanziale fornito dai vari personaggi italiani, i luoghi di ricerca e sperimentazione principali e i vari prototipi che hanno scandito la ricerca e la realizzazione dei primi radar che vennero messi in produzione e successivamente imbarcati sul naviglio militare italiano.
Nella parte tecnica, invece, è stata fatta una panoramica sul principio di funzionamento del radar, sulle tipologie esistenti ed è stata analizzata l’equazione fondamentale del radar, ricavandola a partire dall’equazione di link budget ed evidenziando da quali parametri dipende la portata massima del radar.
Inoltre, sono stati trattati abbastanza approfonditamente i parametri fondamentali del radar, anche detti “dati di targa”, e del gruppo antenna.
La terza e ultima macro-sezione, nonché corpo centrale dell’elaborato, prevede l’analisi dell’evoluzione dei sistemi radar imbarcati sul naviglio militare italiano costruito a partire dalla legge navale “De Giorgi” del ’75.
Per l’analisi dei radar imbarcati vengono individuate delle Classi di navi che in termini di apparati radar imbarcati siano rappresentative della maggior parte del naviglio militare del periodo storico in cui hanno prestato servizio.
Le classi di navi prese come modello rappresentativo sono la Classe Audace per il naviglio costruito con la legge navale del ’75, Classi Fremm e Orizzonte e in ultimo sono stati analizzati alcuni dei nuovi radar che verranno imbarcati sul naviglio militare di nuova costruzione, tra cui nave Trieste e Pattugliatori Polivalenti d’Altura.
Infatti, a quell’epoca gli unici strumenti di cui disponevano i naviganti per individuare pericoli per la navigazione e/o navi nemiche erano quelli ottici, ossia, cannocchiali e binocoli le cui potenzialità, però, dipendevano dalla disponibilità di luce solare e dalle condizioni meteorologiche.
Come si può ben intendere, il radar costituì sin da subito un grandissimo passo in avanti in ambito marittimo in quanto, avrebbe reso la sicurezza della navigazione e la scoperta di unità navali nemiche indipendenti dalle condizioni meteorologiche e dalla luce.
Inizialmente, i primi modelli di radar navale venivano impiegati soltanto ai fini dell’anticollisione e della scoperta di superficie, in seguito, anche aerea.
Successivamente, però, di pari passo con l’evoluzione dello spazio marittimo, della tipologia di minaccia cui potevano essere sottoposte le unità navali militari e dei sistemi d’arma, sempre più innovativi e performanti, si rese necessaria l’installazione a bordo delle unità militari di sensori radar altrettanto performanti che garantissero funzionalità adeguate a quelle che erano le nascenti esigenze operative.
Dalla realizzazione dei primi prototipi radar fino a oggi, sono stati fatti notevoli progressi inerenti la componentistica di cui sono dotati, le funzionalità di cui dispongono fino a riguardare, addirittura, il modo in cui viene concepito il radar stesso.
Infatti, al giorno d’oggi, si assiste ad un ribaltamento del modo di concepire il radar stesso, il quale non deve più assolvere soltanto uno specifico compito, come avveniva in precedenza, ma deve assolverne diversi contemporaneamente.
Ciò è stato reso possibile grazie alla ricerca e allo sviluppo in ambito della tecnica radar che hanno concretizzato il concetto di multifunzionalità dei radar, principio cardine che caratterizza la progettazione di tutti i radar di recente costruzione, reso possibile dalla realizzazione di nuovi gruppi antenna phased array costituiti da numerosi elementi rice-trasmittenti.
Ciò che mi ha spinto ad affrontare questo argomento è l’importanza che il radar ha avuto nel passato e che continua ad avere, ancora di più al giorno d’oggi dove le sue funzionalità in ambito operativo vanno ben al di là del garantire semplicemente la sicurezza della navigazione come inizialmente, in accordo anche alla crescente complessità dello spazio marittimo.
Inoltre, essendomi da poco specializzato in Telecomunicazioni e Informazioni Operative di Combattimento (TLC-IOC) ho ritenuto interessante e, soprattutto, utile ai fini del lavoro che andrò a svolgere a breve, approfondire le mie conoscenze inerenti i sensori radar di bordo e le rispettive capacità di impiego così da poter sfruttare al meglio le loro capacità operative.
Per quanto riguarda la struttura dell’elaborato, è possibile suddividere lo stesso in tre macro sezioni, esclusi indice e conclusioni, che sono la parte storica, la parte tecnica e la parte inerente l’evoluzione dei sistemi radar imbarcati finora sul naviglio militare italiano.
Nella parte storica è stata analizzata l’origine del radar in Italia, mettendo in rilievo il contributo sostanziale fornito dai vari personaggi italiani, i luoghi di ricerca e sperimentazione principali e i vari prototipi che hanno scandito la ricerca e la realizzazione dei primi radar che vennero messi in produzione e successivamente imbarcati sul naviglio militare italiano.
Nella parte tecnica, invece, è stata fatta una panoramica sul principio di funzionamento del radar, sulle tipologie esistenti ed è stata analizzata l’equazione fondamentale del radar, ricavandola a partire dall’equazione di link budget ed evidenziando da quali parametri dipende la portata massima del radar.
Inoltre, sono stati trattati abbastanza approfonditamente i parametri fondamentali del radar, anche detti “dati di targa”, e del gruppo antenna.
La terza e ultima macro-sezione, nonché corpo centrale dell’elaborato, prevede l’analisi dell’evoluzione dei sistemi radar imbarcati sul naviglio militare italiano costruito a partire dalla legge navale “De Giorgi” del ’75.
Per l’analisi dei radar imbarcati vengono individuate delle Classi di navi che in termini di apparati radar imbarcati siano rappresentative della maggior parte del naviglio militare del periodo storico in cui hanno prestato servizio.
Le classi di navi prese come modello rappresentativo sono la Classe Audace per il naviglio costruito con la legge navale del ’75, Classi Fremm e Orizzonte e in ultimo sono stati analizzati alcuni dei nuovi radar che verranno imbarcati sul naviglio militare di nuova costruzione, tra cui nave Trieste e Pattugliatori Polivalenti d’Altura.
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