Lo studio sulle variabili della guerra di mine, ha portato a chiedersi se realmente in questi anni siano stati fatti dei passi in avanti in termini di tecnologia e, di conseguenza, domandarsi su quale sia diventato, attualmente e con il passare degli anni e degli eventi, il posto dell’uomo in queste attività così rischiose. L’elaborato rappresenta pertanto il tentativo di analizzare e, dunque, superare alcune criticità emerse ripercorrendo la nascita e la storia della Mine Warfare, esaminando gli aspetti tecnici dei mezzi utilizzati per il loro contrasto, studiando il ruolo di chi lavora ogni giorno con minacce imprevedibili come gli ordigni esplosivi, cercando allo stesso tempo di comprenderne gli sforzi fisici, ma soprattutto psichici, scrivendo degli accaduti e delle testimonianze di sopravvissuti agli eventi; si cerca quindi di fornire, attraverso questi studi, risposte adeguate ed efficaci agli attori chiamati a garantire la pubblica incolumità rischiando la propria. Il capitolo 1 affronta l’argomento “radici e storia” dell’attività di dragaggio e controminamento, valutandone le principali differenze e cercando di collocare l’utilizzo della mina dalla parte di collaboratore o di nemico sul campo. Inoltrandoci nel mondo della Marina Militare si parlerà dell’ente di Comando di riferimento, ossia MARICODRAG, per poi passare ad una classificazione delle sue unità, dalla loro nascita fino ai progetti futuri, sottolineandone gli aspetti in evoluzione. Le discussioni sulla guerra contro le mine nel Capitolo 2 si focalizzano, invece sulle problematiche generali di chi è costretta a viverla ogni giorno per mestiere. L’argomento si svilupperà a partire da una serie di suggerimenti su come non diventare bersaglio primario di improvvise esplosioni in mare a bordo di un cacciamine, per poi continuare con una serie di incognite riguardanti i principali attori di questa guerra, i palombari, i rischi che sono costretti ad affrontare e i possibili scenari da dover mettere in conto nello svolgimento di attività di sminamento. La figura del palombaro nel campo del controminamento, viene poi associata a quella dell’artificiere. Stesso lavoro, stessi rischi, luoghi diversi. Approfondiremo quindi, nel Capitolo 3, il difficile compito di chi disinnesca ordigni esplosivi per lavoro, garantendo la pubblica incolumità, ma rischiando la propria. Grazie agli studi del Professor Haslam, cercheremo di comprenderne i fattori psicologici e di stress derivanti da questa particolare scelta di vita e, continueremo, ripercorreremo i fatti realmente accaduti che hanno richiesto l’immediato intervento di specialisti, senza tralasciare le tragedie che ne sono inevitabilmente derivate. In conclusione, col Capitolo 4, l’elaborato si porrà l’obiettivo finale di analizzare i principi, le metodologie di base e gli strumenti operativi dell’intelligenza artificiale applicata ai sistemi autonomi, a livello modellistico e tecnologico, allo scopo di sostituire mezzi a controllo umano in contesti operativi ad alto rischio, come quello del campo minato visto fino ad ora, con mezzi autonomi o semi-autonomi (es. droni), per ridurre gli errori umani e velocizzare i tempi di risposta, ad esempio nei centri comando e controllo delle operazioni. Continuando a chiedersi se quella dei Sistemi Unmanned potrebbe rappresentare la soluzione futura per la riduzione del rischio della presenza dell’uomo sul campo, durante questa nostra analisi della guerra di mine, si oscillerà continuamente tra le due spinte principali degli attuali programmi delle Forze militari in genere: programmi per rendere la capacità di contromisure mine indipendente dall’essere umano e la continua necessità di un tradizionale intervento che coinvolga personale dedicato e specializzato.