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La presente tesi studia i «Grotteschi di Leone X»: il ciclo di arazzi commissionati da papa Leone X Medici e realizzati nelle Fiandre sono oggi perduti, ma resta la possibilità di ricostruire un presunto archetipo mediante le ritessiture inglesi e francesi che oggi ci sono fortunatamente conservate.
L’invenzione della serie dei Grotteschi viene riferita a Raffaello Sanzio, ma la questione del coinvolgimento dell’Urbinate è ancora aperta al dibattito: qualcuno tende cautamente a rimanere nella cerchia della scuola raffaellesca.
Grazie alle repliche esistenti si cerca di ricostruire quello che doveva essere l’aspetto originale del ciclo: i panni registrati negli inventari vaticani sono otto, ognuno catalogato con un soggetto preciso di ambito profano.
Pertanto, si procede alla disamina di ogni tessuto e in queste analisi, sono presenti diversi elementi che potrebbero corroborare l’ipotesi che attribuisce all’Urbinate l’invenzione della serie.
Successivamente, si procede con una messa a fuoco sulla biografia del Pontefice mecenate.
Infine, si presentano i Grotteschi di Leone X come opera pioniera, in quanto avvia una nuova moda, quella degli "arazzi a grottesca". Dopo una puntualizzazione storica sulla nascita e il reimpiego dei modelli decorativi a grottesche, seguiamo il successo degli arazzi a grottesca con Giulio Romano, Perin del Vaga, l’arazzeria Medicea e i Gobelins, che consacrano questa tendenza artistica.
La conclusione verte soprattutto sulla connessione fra i modelli decorativi a grottesca e la propaganda dell’aurea aetas, contrapposta alle personalità peculiari che accomunano Nerone, Leone X e Luigi XIV, sovrani di regni aurei ma in circostanze storiche tutt’altro che stabili, anzi pericolanti.

This study focuses on the «Grotesques of Leo X»: a set of eight tapestries woven in golden, silver and silk threads which depicted scenes from classical mythology, each one filled with grotesques.
This set is now lost. However, we preserve descriptions and records: these textiles were commissioned by pope Leo X and almost certainly produced by Pieter van Aelst, a merchant weaver from Brussles; the invention of the whole design can be related to Raphael, although many scholars are careful and remain on the “Raphael’s school” orbit.
The main challenge in this thesis has been to reconstruct the original visual splendor of the Grotesques thanks to several extant reweavings, produced between the late XVI and the first decade of XVII century.
So, we proceeded with an analysis of every textile with a research of the models borrowed from a large repertoire of classical sources. Then, an overview of Leo X as a patron provides the cultural and political backdrop.
Finally, this investigation studies the role of a tapestry in the class of fine arts and solves presenting these tapestries as pioneers of a new «all’antica» style: following the works designed by Giulio Romano, Perin del Vaga, the Medicean manufactory and the Gobelins, we can observe the appearance of a new artistic trend with a triumph of grotesques.
The conclusion refers on the connection between roman-ancient decorative vocabulary and the propaganda of the golden age, juxtaposed to the situations of historical and similar personalities which were Nero, Leo X and Louis XIV: each one heading golden and admirable reigns but in hard, rough political contexts.