Tesi etd-03292022-110559 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NIGRO, FEDERICO
URN
etd-03292022-110559
Titolo
Il dominio economico globale cinese
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
Parole chiave
- cina
- economia
Data inizio appello
07/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/04/2092
Riassunto
La Cina è la seconda potenza economica al mondo, seconda solo agli Stati Uniti d’America. Il percorso per giungere a questo punto non è stato certo semplice e rispecchia l’evoluzione sociale e politica che ha caratterizzato questa nazione nel corso degli anni. Con questo elaborato mi sono posto l’obiettivo di ripercorrere la storia e l’evoluzione dell’economia cinese, attraverso il racconto e la spiegazione di eventi chiave che hanno segnato grandi cambiamenti.
La storia economica cinese ha subito una grande evoluzione e ha soprattutto saputo evolversi e rimanere al passo con le tendenze e le opportunità provenienti dall’occidente e dal mondo intero.
Al termine del Secondo Conflitto Mondiale e a seguito di una guerra civile che vede come vincitore il Partito Comunista Cinese di Mao Zedong, viene proclamata la Repubblica Popolare Cinese. Nell’ idea di Mao tutti dovranno condividere la ricchezza e la comunità collettiva verrà rappresentata dallo stato; inoltre, la Cina dovrà essere autosufficiente per quanto riguarda finanza, cibo e prodotti. Niente più borse valori e niente rapporti diplomatici con l’occidente capitalista. La Cina e i suoi 540 milioni di abitanti resteranno isolati dal resto del mondo.
Si ha un momento di svolta alla fine degli anni ’70, quando Mao muore e a succedergli è Deng Xiaoping. Con lui al potere la Cina subisce un’inversione di tendenza, l’obiettivo è infatti quello di aprire le porte all’occidente per favorire scambi commerciali e dare nuova vita al commercio, pur mantenendo però i valori socialisti portati avanti da Mao. Viene quindi coniata l’espressione “socialism with chinese caratheristic”: la Cina dà il via a una serie di riforme economiche che daranno sempre più spazio e importanza al libero mercato. Col passare degli anni l’economia cinese non ha smesso di crescere, anche se con qualche intoppo dovuto al desiderio da parte dei cittadini, in particolare dei giovani, di maggiori diritti sociali e politici che andassero oltre il semplice profitto. Deng decise di affrontare queste richieste col pugno di ferro, inviando l’esercito nelle piazze in quello che è ricordato come il Massacro di piazza Tienanmen. Gli eventi di piazza Tienanmen non passarono inosservati, tutto il mondo ne fu spettatore e Deng non poté restare ad occhi chiusi: rallentò la sua corsa al libero mercato per dedicarsi a migliorare la qualità della vita dei propri cittadini.
Con l’inizio del nuovo millennio la Cina è ancora fulcro importante dell’economia mondiale e grazie alla sua influenza economica inizia ad investire nei grandi paesi in via di sviluppo, in Asia e in Africa. Queste strategie fanno capo al nuovo leader cinese Xi Jinping, il quale sta portando avanti progetti molto ambiziosi, che trovano la loro rappresentazione in due grandi iniziative: la Made in China 2025 e la Belt and Road Initiative. Con la prima Xi Jinping intende cambiare completamente la faccia all’industria cinese, passando da produzioni di basso ad alto valore aggiunto. Dall’altra la cosiddetta Nuova via della Seta, un grande progetto di investimenti infrastrutturali che via terra e via mare colleghino la Cina con tutti i principali paesi dell’Eurasia. Un progetto ambizioso che interessa letteralmente mezzo mondo. Essa comprende una linea ferroviaria di 12mila km, che si estende da Yiwu sulla costa cinese fino a Londra; una fitta rete di autostrade che collega la Cina orientale e il grande porto pakistano di Gwadar; un oleodotto di 1833km che possa trasportare gas naturale dal Turkmenistan attraverso l’Asia centrale fino al confine cinese. In tutto il mondo la Cina ha investito più di un trilione di dollari in infrastrutture sparse in decine di paesi diversi. Nel 2018 il PIL cinese rincorre quello americano, non è questione di se ma di quando riuscirà a superarlo. La migliore delle ipotesi è nel 2025, quando la Cina diventerebbe la prima superpotenza economica al mondo. Meno di cinquanta anni fa Nixon vedeva la Cina come un paese del terzo mondo, oggi è il resto del mondo che deve rimettersi in pari con la Cina. Molti concorderanno che il capitalismo cinese patrocinato dallo Stato è in grado di generare profitti, forse anche più del problematico sistema democratico americano. Ma la storia insegna che un paese non si basa solo sulla potenza e il successo economico, come potrà quindi la Cina sopravvivere a lungo, la gente vorrà avere più potere decisionale e voce in capitolo? Qualunque sia il suo futuro si può affermare con sicurezza che nessuno ignorerà mai più la Cina.
La storia economica cinese ha subito una grande evoluzione e ha soprattutto saputo evolversi e rimanere al passo con le tendenze e le opportunità provenienti dall’occidente e dal mondo intero.
Al termine del Secondo Conflitto Mondiale e a seguito di una guerra civile che vede come vincitore il Partito Comunista Cinese di Mao Zedong, viene proclamata la Repubblica Popolare Cinese. Nell’ idea di Mao tutti dovranno condividere la ricchezza e la comunità collettiva verrà rappresentata dallo stato; inoltre, la Cina dovrà essere autosufficiente per quanto riguarda finanza, cibo e prodotti. Niente più borse valori e niente rapporti diplomatici con l’occidente capitalista. La Cina e i suoi 540 milioni di abitanti resteranno isolati dal resto del mondo.
Si ha un momento di svolta alla fine degli anni ’70, quando Mao muore e a succedergli è Deng Xiaoping. Con lui al potere la Cina subisce un’inversione di tendenza, l’obiettivo è infatti quello di aprire le porte all’occidente per favorire scambi commerciali e dare nuova vita al commercio, pur mantenendo però i valori socialisti portati avanti da Mao. Viene quindi coniata l’espressione “socialism with chinese caratheristic”: la Cina dà il via a una serie di riforme economiche che daranno sempre più spazio e importanza al libero mercato. Col passare degli anni l’economia cinese non ha smesso di crescere, anche se con qualche intoppo dovuto al desiderio da parte dei cittadini, in particolare dei giovani, di maggiori diritti sociali e politici che andassero oltre il semplice profitto. Deng decise di affrontare queste richieste col pugno di ferro, inviando l’esercito nelle piazze in quello che è ricordato come il Massacro di piazza Tienanmen. Gli eventi di piazza Tienanmen non passarono inosservati, tutto il mondo ne fu spettatore e Deng non poté restare ad occhi chiusi: rallentò la sua corsa al libero mercato per dedicarsi a migliorare la qualità della vita dei propri cittadini.
Con l’inizio del nuovo millennio la Cina è ancora fulcro importante dell’economia mondiale e grazie alla sua influenza economica inizia ad investire nei grandi paesi in via di sviluppo, in Asia e in Africa. Queste strategie fanno capo al nuovo leader cinese Xi Jinping, il quale sta portando avanti progetti molto ambiziosi, che trovano la loro rappresentazione in due grandi iniziative: la Made in China 2025 e la Belt and Road Initiative. Con la prima Xi Jinping intende cambiare completamente la faccia all’industria cinese, passando da produzioni di basso ad alto valore aggiunto. Dall’altra la cosiddetta Nuova via della Seta, un grande progetto di investimenti infrastrutturali che via terra e via mare colleghino la Cina con tutti i principali paesi dell’Eurasia. Un progetto ambizioso che interessa letteralmente mezzo mondo. Essa comprende una linea ferroviaria di 12mila km, che si estende da Yiwu sulla costa cinese fino a Londra; una fitta rete di autostrade che collega la Cina orientale e il grande porto pakistano di Gwadar; un oleodotto di 1833km che possa trasportare gas naturale dal Turkmenistan attraverso l’Asia centrale fino al confine cinese. In tutto il mondo la Cina ha investito più di un trilione di dollari in infrastrutture sparse in decine di paesi diversi. Nel 2018 il PIL cinese rincorre quello americano, non è questione di se ma di quando riuscirà a superarlo. La migliore delle ipotesi è nel 2025, quando la Cina diventerebbe la prima superpotenza economica al mondo. Meno di cinquanta anni fa Nixon vedeva la Cina come un paese del terzo mondo, oggi è il resto del mondo che deve rimettersi in pari con la Cina. Molti concorderanno che il capitalismo cinese patrocinato dallo Stato è in grado di generare profitti, forse anche più del problematico sistema democratico americano. Ma la storia insegna che un paese non si basa solo sulla potenza e il successo economico, come potrà quindi la Cina sopravvivere a lungo, la gente vorrà avere più potere decisionale e voce in capitolo? Qualunque sia il suo futuro si può affermare con sicurezza che nessuno ignorerà mai più la Cina.
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