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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03292021-115435


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SPERONI, LUCA
URN
etd-03292021-115435
Titolo
La canapa come risorsa per la bioeconomia: sviluppo della coltivazione in aziende toscane e valutazione della risposta agronomico-produttiva
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
relatore Dott.ssa Tavarini, Silvia
correlatore Dott. Bartolini, Fabio
Parole chiave
  • bioeconomia
  • bioraffineria
  • canapa
  • Cannabis sativa
  • CBD
  • cimatura
  • COBRAF
  • prove varietali
Data inizio appello
12/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/04/2091
Riassunto
Candidato: Luca Speroni
Primo relatore: Prof.ssa Luciana Gabriella Angelini
Secondo relatore: Dr. Silvia Tavarini
Co-relatore: Dr. Fabio Bartolini
Corso di Laurea Magistrale: Produzioni Agroalimentari e Gestione degli Agroecosistemi
Titolo elaborato finale: La canapa come risorsa per la bioeconomia: sviluppo della coltivazione in aziende toscane e valutazione della risposta agronomico-produttiva
Riassunto elaborato finale:
Cannabis sativa L. è una specie erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, originaria dell'Asia centrale e nordorientale. Predilige ambienti caldo-umidi, ma grazie al suo breve ciclo vegetativo e alle numerose varietà esistenti, può facilmente adattarsi a diverse condizioni pedo-climatiche. Questo è il motivo per cui può essere coltivata su gran parte del pianeta. Le prime notizie relative alla sua coltivazione risalgono a oltre 5000 anni fa; storicamente considerata una coltura polivalente, la canapa industriale è stata ampiamente coltivata e utilizzata nel corso della storia per la sua fibra, nonché per le sue proprietà nutrizionali e medicinali.
In relazione alle problematiche connesse alle produzioni che sfruttano risorse di tipo fossile, l’esigenza di individuare efficaci filiere per la produzione di beni di consumo a partire da risorse naturali e rinnovabili appare oggi più che mai pressante. In tale contesto, nuove ed interessanti prospettive per la coltura della canapa sembrano delinearsi, nel pieno rispetto dei principi della sostenibilità ed in linea con la nuova strategia dell’Unione Europea in materia di clima ed ambiente. La canapa, infatti, presenta apparato radicale ampio e profondo, veloce ritmo di crescita (e conseguente azione di soffocamento delle infestanti), rusticità rispetto alle avversità parassitarie ed alla carenza di acqua (non richiede interventi irrigui, almeno nel Centro-Nord Italia), migliora la fertilità del terreno attraverso gli abbondanti residui organici. A queste positive caratteristiche, si affianca il fatto di essere una risorsa naturale di grande versatilità, con un’ampia gamma di applicazioni: da pianta da fibra e canapulo per diverse applicazioni industriali (tessile, biomateriali, fabbricazione della carta), da olio e proteine dai semi per uso alimentare, da molecole ad uso medicinale dai fiori. Tali prerogative la rendono un’alternativa colturale di grande interesse, adatta a diversificare ordinamenti produttivi ormai in crisi (per esempio, mono-successioni di cereali) e a valorizzare ambienti marginali. Diventa, quindi, importante fornire agli agricoltori il know-how necessario per l’introduzione in coltivazione di questa coltura, al fine di ottimizzare le performances agronomico-produttive attraverso l’implementazione della tecnica di coltivazione, calibrata sul tipo di destinazione finale del prodotto e sulle caratteristiche pedo-climatiche del sito di riferimento.
Nella prospettiva di avviare, in un’ottica di bioraffineria, nuove filiere agroindustriali, integrate nel territorio toscano, a partire dai prodotti e co-prodotti di colture oleaginose minori (quali canapa, cartamo, lino e camelina), nasce il progetto COBRAF - COprodotti per BioRAFfinerie; un progetto finanziato dalla Regione Toscana (decreto n.14298 del 26-12-2016) nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 – Sottomisura 16.2- “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”.
Il raggiungimento di tali obiettivi è possibile attraverso un approccio di utilizzazione a cascata dell’intera biomassa, che permette la valorizzazione di tutte le diverse componenti della pianta, al fine di ottenere materie prime, dall’elevato valore aggiunto, da destinare a diversi settori industriali: da quello alimentare, nutraceutico, cosmetico, a quello della bioedilizia e dell’automotive.
Grazie alla creazione di una filiera integrata sul territorio, gli agricoltori sono incentivati ad introdurre, all’interno dei propri sistemi colturali, queste colture oleaginose alternative, tra cui, appunto, la canapa, dalla quale, grazie all’ottenimento di numeri prodotti olio, panello residuo, fibra, canapulo, foglie e fiori) è possibile spuntare una redditività più elevata.
Lo scopo di questo elaborato è stato quello di valutare la possibilità di introduzione della canapa in aziende agricole rappresentative dei diversi areali toscani, attraverso l’adozione di tecniche colturali sostenibili, in modo da favorire la diversificazione dei sistemi colturali e garantire un livello di produttività adeguato.
A tale scopo, sono state realizzate prove di coltivazione sia presso alcune aziende agricole dislocate nel territorio toscano che presso il centro sperimentale “Rottaia” del DiSAAA-a. La sperimentazione si è posta, come obiettivo la valutazione dell’effettiva potenzialità di introduzione della canapa negli areali considerati, caratterizzati da differenti condizioni pedo-climatiche e sistema produttivo, e l’individuazione di idonee tecniche colturali (con particolare riferimento alla pratica della cimatura e all’epoca di raccolta ottimale per il seme). Sono state altresì messe a confronto le performances produttive e qualitative di varietà monoiche e dioiche certificate e si è proceduto alla caratterizzazione quantitativa e qualitativa della biomassa prodotta, con particolare attenzione al contenuto di cannabidiolo (CBD).
Dall’indagine condotta è emerso come la canapa sia una pianta resiliente, che necessita di bassi input esterni, ma che rappresenta comunque una coltura ad alto reddito. Queste caratteristiche la rendono una coltivazione ideale da inserire in sistemi di produzione biologica, potendo inoltre, rappresentare una valida risorsa anche per la valorizzazione di ambienti marginali. La tecnica di cimatura è risultata una pratica utile per la produzione di seme, soprattutto per le varietà dioiche. Dalle prove effettuate sull’individuazione dell’epoca ottimale di raccolta del seme, è emerso che posticipare la raccolta allo scopo di abbassare la percentuale di umidità direttamente in campo espone a rischi di caduta del seme ad inizio autunno nell’areale dell’Italia centrale, questo è dovuto alla minore forza di ritenzione che il seme presenta in fase di maturazione più avanzata.
I risultati ottenuti della sperimentazione evidenziano la validità della coltura per la produzione di seme in Toscana e forniscono informazioni utili per la progettazione di una filiera che possa accogliere e sfruttare i prodotti ottenuti da tale coltura. Sono comunque necessarie ulteriori indagini agronomiche al fine di colmare alcuni gap ancora presenti al fine di ottimizzare la produzione di seme nel territorio in esame.
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