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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03282022-190556


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RIZZO, MATTIA
URN
etd-03282022-190556
Titolo
UAV: dal primo drone alla minaccia degli sciami
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.F. (AN) Mondino, Samuele
Parole chiave
  • droni
  • sciami
Data inizio appello
08/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/04/2062
Riassunto
L’evoluzione tecnologica degli ultimi vent’anni ha portato alla creazione di nuovi sistemi d’attacco e di difesa, in grado di dominare e rendere sempre più competitivo lo scenario geopolitico attuale. La velocità con cui questi sistemi cambiano e si evolvono, rende difficile la creazione di un sistema di difesa efficace per ogni tipo di minaccia. L’avvento degli smartphone ha poi portato ad una spinta ulteriore verso la nascita di tecnologie sempre più piccole ed efficaci. E’ in questo contesto che, negli ultimi anni, si è evoluta anche l’arma drone, la quale sta diventando sempre più comune perché garantisce risultati ottimali, assoluta precisione e, soprattutto, riduce le limitazioni che comporta la presenza dell’uomo a bordo di un velivolo. Gli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) sono fondamentalmente divisi in due categorie. La prima categoria è quella dei cosiddetti droni MALE (Medium Altitude Long Endurance), tra i quali troviamo i vari Predator, Reaper, Global Hawk, Scan Eagle ed i droni cinesi CASC Raimbow, dotati di elevata autonomia e di dimensioni simili a quelle di un caccia. La seconda categoria, sviluppata negli ultimi anni, è quella dei piccoli droni, molto più simili a quelli commerciali. La loro pericolosità non deriva solo dalla difficoltà di tracciamento degli stessi, ma soprattutto dalla loro possibilità di configurarsi in sciami, i quali possono anche essere dotati di intelligenza artificiale. Gli sciami di droni, infatti, sono una delle principali minacce che potremmo affrontare, in quanto, oltre ad essere difficili da tracciare, sono anche reperibili a buon mercato da enti non statali. Esempio della loro pericolosità sono gli episodi della USS Kidd, circondata da uno sciame di droni nel 2019, e la chiusura dell’aeroporto di Gartwick per diverse ore nel 2018 a causa della presenza di piccoli droni nelle vicinanze dello stesso. Attaccare con uno sciame garantisce un’ampia flessibilità di impiego, in quanto vi è la possibilità di sfruttare sia materiali esplosivi altamente performanti, sia utilizzare gli sciami come armi non letali (ad esempio come ricognitori o disturbatori), oppure ancora effettuare un attacco suicida, in modo da saturare le difese nemiche. Diviene dunque lecito chiedersi se esistano sistemi capaci di difenderci da un attacco di tale portata. La risposta non è così scontata, in quanto bisogna fare delle distinzioni. Per quanto riguarda il contrasto ai droni MALE, la difesa da questi diviene una semplice difesa aerea, in quanto il profilo degli stessi è simile a quello dei caccia. Nel caso di un attacco di piccoli droni (sia esso singolo o in sciami), l’uso delle hard kill diviene poco efficace, in quanto l’ingaggio di bersagli di tali dimensioni è altamente problematico. Esistono dei sistemi che si occupano del contrasto da tale minaccia, come i sistemi C-UAS (come il sistema Falcon Shield di Leonardo, utilizzato nell’episodio dell’aeroporto di Gatwick), oppure sistemi ad onde elettromagnetiche ad alta potenza (come il sistema Leonidas di Epirus, che distrugge la sensoristica di ogni drone, facendolo precipitare). L’evoluzione continua della minaccia, tuttavia, non garantisce una risposta rapida da parte delle Unità navali, le quali, visto l’utilizzo continuo delle stesse in teatro operativo, sono sprovviste o non sono in grado di dotarsi in breve tempo di un sistema efficace di contrasto alla minaccia degli sciami. Diviene quindi essenziale prevedere la minaccia che andremo ad affrontare nei prossimi anni, andando a dotare le prossime Unità navali di sistemi di contrasto adeguati che possano garantire un’adeguata protezione dei dispositivi della Marina Militare dalla minaccia degli sciami di droni.
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