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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03282022-173822


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
D'ANTONIO, MARTINA
URN
etd-03282022-173822
Titolo
Sradicamento: le tragedie della solitudine nel teatro di Annibale Ruccello
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Marinai, Eva
correlatore Prof. Titomanlio, Carlo
Parole chiave
  • Annibale Ruccello
  • donna
  • eteronormatività
  • famiglia
  • femminile
  • Nuova Drammaturgia
  • patriarcato
  • solitudine
  • sradicamento
Data inizio appello
14/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2092
Riassunto
Il progetto propone un’indagine di quelle che vengono definite le “tragedie della solitudine” dei personaggi di Annibale Ruccello, drammaturgo originario di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Il riferimento che costituisce il fil rouge dell’intero elaborato risiede nel tema dello “sradicamento”, nelle sue accezioni geografiche, sociali, culturali, linguistiche.
Si introdurrà il tema con un’iniziale disamina del contesto in cui Ruccello operò. La Napoli teatrale degli anni Ottanta era orfana della penna di Eduardo De Filippo, cui già nel decennio precedente si era contrapposto il cosiddetto “Teatro d’Immagine”, che aveva sottratto l’importanza del testo drammaturgico ed era arrivato a negare l’esistenza stessa della parola all’interno della messinscena, prediligendo il clamore visivo al racconto della trama.
Ruccello si inserisce in un’atmosfera di recupero del testo drammaturgico, che però fa tesoro anche delle sperimentazioni degli anni Settanta. La sua formazione di antropologo lo costringe a indagare i motivi di quell’incomunicabilità che affligge i rapporti sociali, trascinando gli individui in una condizione di solitudine irreversibile. Ruccello osservava gli innumerevoli cambiamenti socio-politico-economici del tempo e li riversava nei propri testi, così come nelle proprie messe in scena. Verranno forniti esempi di scelte stilistiche basate su accorgimenti di minuzia quasi maniacale che legano indissolubilmente Ruccello e il suo modo di fare teatro alla realtà circostante.
Annibale Ruccello è quindi fondatore ed esponente di spicco di quella che verrà chiamata “Nuova Drammaturgia”: questa corrente fu così denominata perché, all’azione distruttiva nei confronti del testo tradizionale operata degli “sperimentatori” degli anni Settanta, si oppone la volontà di riformare e rinnovare gli insegnamenti derivati dall’esperienza del teatro partenopeo novecentesco. Il successo del recupero delle istanze testuali si deve principalmente all’originalità di autori come Ruccello, ma anche Enzo Moscato, che rinnovano il repertorio affrontando temi estremamente attuali al loro tempo, ma soprattutto ponendo al centro della scena le donne in ogni loro declinazione.
La concezione manichea della donna – angelo o meretrice – diviene obsoleta: non sono più detentrici di valori familiari e, anzi, si fanno colpevoli di atti di violenza indicibili, frutto di millenni di soprusi che non hanno mai potuto trovare sfogo. L’universo femminile di Ruccello ingloba forme diverse di femminilità, includendo anche quelle che non vengono definite canonicamente donne perché non sono nate biologicamente tali. Tutte queste, e altre figure, convergono in una macrocategoria che Ruccello stesso definiva «deportati»: oltre alle donne, anche i femminielli napoletani, i travestiti, gli omosessuali saranno indagati sotto la lente degli studi di genere, a partire dagli scritti della filosofa Judith Butler.
Oltre alla vastissima gamma di argomenti e temi da trattare all’interno della produzione di Ruccello, si cercherà di fornire un quadro delle forze centripete che convergono verso la creazione di quelle stesse opere. Quello che coinvolge Ruccello è un periodo culturale pregno di nuovi stimoli mediali: la televisione, in particolare, inonda continuamente il pubblico di storie, sottraendo spessore alla narrazione e restituendo puro intrattenimento da consumare sul momento senza necessità di ulteriori elaborazioni. Saranno quindi proposte chiavi di lettura riguardo il substrato critico dell’autore ai nuovi media, ma si farà anche riferimento all’ineluttabile contaminazione mediale all’interno delle sue stesse opere.
Annibale Ruccello è un autore che trascende il tempo e che è in grado di spiegare ancora molto del mondo circostante, dialogandovi con sempre attuale precisione: sarà quindi presa in considerazione anche la fortunata progressione delle opere del drammaturgo stabiese che, nonostante la prematura scomparsa, continua a fornire spunti e intuizioni ad artisti suoi posteri.
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