Tesi etd-03282022-164433 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ESPOSITO, AURORA
URN
etd-03282022-164433
Titolo
Violazioni del diritto internazionale umanitario: il caso Dominic Ongwen dinanzi alla Corte Penale Internazionale
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof.ssa Eboli, Valeria
Parole chiave
- corte penale internazionale
- diritto internazionale umanitario
- Dominic Ongwen
- Ongwen
- uganda
Data inizio appello
07/04/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il presente elaborato prende le mosse dall’analisi di una sentenza estremamente singolare e controversa, molto recente e di portata storica, cioè la sentenza riguardante Dominic Ongwen.
Fondamentale per la comprensione della sentenza è la conoscenza del sistema del diritto internazionale, in particolare di quello umanitario, e del suo apparato sanzionatorio: si analizzeranno in primo luogo le nozioni fondamentali di questo sistema, per poi soffermarsi sulle violazioni – in particolare sui crimini di guerra, sui crimini contro l’umanità e sui crimini di genocidio, come definiti dallo Statuto della Corte Penale Internazionale. Seguirà poi una descrizione dell’apparato sanzionatorio previsto per questi crimini, soffermandosi in maniera più approfondita proprio sulla Corte Penale Internazionale, in quanto è stata quest’ultima a giudicare Dominic Ongwen.
Costui è un cittadino dell’Uganda, paese afflitto dalla presenza del Lord’s Resistance Army, che lo ha rapito mentre andava a scuola per trasformarlo in bambino-soldato. Una volta cresciuto, Dominic Ongwen è rimasto nelle fila del gruppo armato e ne ha scalato i ranghi, fino a diventare Comandante della Brigata Sinia, una delle brigate in cui si articola il LRA. Ricoprendo questo ruolo, ha commesso svariati crimini contro l’umanità e di guerra, per cui è stato accusato e giudicato dalla Corte Penale Internazionale.
La complessità della sentenza risiede non solo nel gran numero di elementi di prova che sono stati raccolti e analizzati, ma anche, e soprattutto, nella dicotomia dell’imputato: egli, infatti, è stato sia carnefice, sia vittima, e i giudici non hanno potuto ignorare questa situazione.
L’analisi di questa sentenza è stata tutt’altro che semplice per diversi ordini di motivi: il primo è la lunghezza e la difficoltà della stessa, mentre il secondo è l’immedesimazione al contempo nelle vittime e nell’imputato.
La trattazione della sentenza, cuore dell’elaborato, è stata effettuata nel quarto ed ultimo capitolo, mentre i primi sono stati riservati agli elementi propedeutici alla comprensione.
In particolare, nel primo capitolo sono stati introdotti gli elementi peculiari del diritto internazionale umanitario, facendo riferimento alle fonti normative della materia e ad alcune delle più gravi violazioni di quest’ultima, approfondendo anche il sistema sanzionatorio previsto a livello internazionale.
Successivamente, nel secondo capitolo è stata inquadrata la situazione storica e geopolitica in Uganda, soffermandosi soprattutto sul LRA, la sua nascita e la sua evoluzione, per capire meglio il contesto in cui sono stati realizzati i fatti commessi da Dominic Ongwen.
Il terzo capitolo analizza il fenomeno dei bambini-soldato, prima in termini generali e poi in termini specifici con riferimento al suo sviluppo in Uganda, per illustrarne i caratteri peculiari.
Come già accennato, nell’ultimo capitolo è stata trattata la sentenza ICC-02/04-01/15, concentrandosi sulle accuse formulate, sulle prove e soprattutto sulle considerazioni fatte riguardo i fattori di esclusione della responsabilità e sulle conclusioni legali, per poi riportare il verdetto.
Nella stesura dell’elaborato la questione è stata esaminata sotto il profilo giuridico. Pertanto si è cercato di non far trasparire alcun tipo di emozione o di opinione personale, ma informandosi sugli eventi è stato impossibile non provare empatia con quanto vissuto dall’imputato e dalle sue vittime, e in alcuni casi persino sofferenza o disgusto per quanto letto nelle testimonianze riportate nella sentenza. Per questo motivo, se inizialmente l’obiettivo era solo quello di analizzare la vicenda, in seguito ad esso si è affiancata anche l’esigenza di dare una voce a questi eventi, senza schierarsi da una parte o dall’altra, per offrire spunti di riflessione, auspicando che la piaga dei bambini-soldato, con tutte le sue tremende conseguenze, di cui questo caso è solo un esempio, possa essere sradicato e smettere di causare immani sofferenze, in linea con le finalità del diritto internazionale umanitario.
Fondamentale per la comprensione della sentenza è la conoscenza del sistema del diritto internazionale, in particolare di quello umanitario, e del suo apparato sanzionatorio: si analizzeranno in primo luogo le nozioni fondamentali di questo sistema, per poi soffermarsi sulle violazioni – in particolare sui crimini di guerra, sui crimini contro l’umanità e sui crimini di genocidio, come definiti dallo Statuto della Corte Penale Internazionale. Seguirà poi una descrizione dell’apparato sanzionatorio previsto per questi crimini, soffermandosi in maniera più approfondita proprio sulla Corte Penale Internazionale, in quanto è stata quest’ultima a giudicare Dominic Ongwen.
Costui è un cittadino dell’Uganda, paese afflitto dalla presenza del Lord’s Resistance Army, che lo ha rapito mentre andava a scuola per trasformarlo in bambino-soldato. Una volta cresciuto, Dominic Ongwen è rimasto nelle fila del gruppo armato e ne ha scalato i ranghi, fino a diventare Comandante della Brigata Sinia, una delle brigate in cui si articola il LRA. Ricoprendo questo ruolo, ha commesso svariati crimini contro l’umanità e di guerra, per cui è stato accusato e giudicato dalla Corte Penale Internazionale.
La complessità della sentenza risiede non solo nel gran numero di elementi di prova che sono stati raccolti e analizzati, ma anche, e soprattutto, nella dicotomia dell’imputato: egli, infatti, è stato sia carnefice, sia vittima, e i giudici non hanno potuto ignorare questa situazione.
L’analisi di questa sentenza è stata tutt’altro che semplice per diversi ordini di motivi: il primo è la lunghezza e la difficoltà della stessa, mentre il secondo è l’immedesimazione al contempo nelle vittime e nell’imputato.
La trattazione della sentenza, cuore dell’elaborato, è stata effettuata nel quarto ed ultimo capitolo, mentre i primi sono stati riservati agli elementi propedeutici alla comprensione.
In particolare, nel primo capitolo sono stati introdotti gli elementi peculiari del diritto internazionale umanitario, facendo riferimento alle fonti normative della materia e ad alcune delle più gravi violazioni di quest’ultima, approfondendo anche il sistema sanzionatorio previsto a livello internazionale.
Successivamente, nel secondo capitolo è stata inquadrata la situazione storica e geopolitica in Uganda, soffermandosi soprattutto sul LRA, la sua nascita e la sua evoluzione, per capire meglio il contesto in cui sono stati realizzati i fatti commessi da Dominic Ongwen.
Il terzo capitolo analizza il fenomeno dei bambini-soldato, prima in termini generali e poi in termini specifici con riferimento al suo sviluppo in Uganda, per illustrarne i caratteri peculiari.
Come già accennato, nell’ultimo capitolo è stata trattata la sentenza ICC-02/04-01/15, concentrandosi sulle accuse formulate, sulle prove e soprattutto sulle considerazioni fatte riguardo i fattori di esclusione della responsabilità e sulle conclusioni legali, per poi riportare il verdetto.
Nella stesura dell’elaborato la questione è stata esaminata sotto il profilo giuridico. Pertanto si è cercato di non far trasparire alcun tipo di emozione o di opinione personale, ma informandosi sugli eventi è stato impossibile non provare empatia con quanto vissuto dall’imputato e dalle sue vittime, e in alcuni casi persino sofferenza o disgusto per quanto letto nelle testimonianze riportate nella sentenza. Per questo motivo, se inizialmente l’obiettivo era solo quello di analizzare la vicenda, in seguito ad esso si è affiancata anche l’esigenza di dare una voce a questi eventi, senza schierarsi da una parte o dall’altra, per offrire spunti di riflessione, auspicando che la piaga dei bambini-soldato, con tutte le sue tremende conseguenze, di cui questo caso è solo un esempio, possa essere sradicato e smettere di causare immani sofferenze, in linea con le finalità del diritto internazionale umanitario.
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