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“Nel 20 secolo, le guerre sono combattute con proiettili sopra il petrolio. Ma nel 21 secolo, le guerre saranno combattute come guerre d’informazione.”
Kim Jong-Il (1995)
Il cyberterrorismo esiste da quando è stato possibile interdire o compromettere i sistemi informatici. Studiosi, ricercatori e informatici si sono preoccupati di elaborare una definizione univoca del fenomeno in modo da delinearlo e definirne aspetti e caratteristiche fondamentali che potessero favorirne il contrasto. I loro studi hanno arricchito le discussioni e offerto spunti di riflessione, tuttavia, esistono ancora dei problemi di definizione irrisolti che possono creare confusione ed indurre in inganno. Il fenomeno del cyberterrorismo riguarda solo gli attacchi da parte di singoli gruppi che rientrano nelle definizioni ampiamente accettate di “terroristi” o “organizzazioni terroristiche”? Quale ruolo giocano gli Stati nel cyberspazio e in che modo possono influire sul fenomeno? Il presente elaborato si prefigge lo scopo di esaminare la natura del cyberterrorismo, definire ed indentificarne gli attori principali e descrivere il modo in cui essi operano nel cyberspazio al fine di comprendere quali possano essere gli obiettivi sensibili da tutelare.
Il complesso legame tra società e tecnologia diventa sempre più critico man mano che il mondo continua a cambiare: le piattaforme online sono diventate un aspetto essenziale per le comunicazioni e le attività socio-economiche. Una società totalmente interconnessa in cui i servizi di trasporto, finanziari, industriali, i media e le telecomunicazioni sono totalmente dipendenti dalle tecnologie informatiche, è minacciata anche sul fronte digitale. In tal senso il pensiero di Kim Jong-Il non sembra essere così lontano dallo scenario attuale.