Tesi etd-03282022-155100 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BOCCIA, DANIELE
Indirizzo email
d.boccia@studenti.unipi.it, raftea@hotmail.it
URN
etd-03282022-155100
Titolo
PERCHE ARMARSI IN STATO DI PACE: LA GEOPOLITICA DEL XXI SECOLO
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
Parole chiave
- corsa agli armamenti
- difesa
- geopolitica
Data inizio appello
07/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/04/2062
Riassunto
L’argomento principale di questa tesi è la corsa agli armamenti del nostro secolo, fenomeno in costante ascesa negli ultimi anni.
Perché, a distanza di più di settanta anni dall’ultimo conflitto mondiale, la quasi totalità delle nazioni ha la necessità di investire ingenti fondi dei propri bilanci pubblici per ammodernare e ampliare i propri armamenti?
Questa corsa agli armamenti può essere dovuta, da una parte, ai nuovi equilibri geopolitici tra le potenze assumendo quindi un’eventuale funzione di deterrenza e, dall’altra, come show the flag per affermarsi in un contesto geopolitico in continua morfosi.
Ciò che più colpisce al giorno d’oggi è quanto il grado di intensità di un conflitto non corrisponda alla pericolosità: infatti la minaccia più grave può arrivare da ogni singola contesa dato che viviamo immersi in uno stato di conflittualità diffusa.
Spesso quella linea sottile che unisce la sicurezza di un Paese con l’adeguatezza e l’ammodernamento dei suoi apparati di difesa, non riesce ad avere un riscontro concreto nella nostra quotidianità, soprattutto se viviamo in un Paese attualmente non interessato da conflitti armati. Talvolta un concetto pacifista volto alla difesa della pace internazionale può sembrare molto vicino ad un pensiero guerrafondaio, per il solo fatto che prevedono entrambi l’uso di sistemi d’arma. Un sistema d’arma, privato di qualsiasi contesto, può essere considerato simultaneamente sia come un simbolo di guerra, di distruzione, di paura, di morte, ma anche come simbolo di difesa, di sicurezza, paradossalmente di pace.
Il seguente studio nasce dalla necessità di mettere in chiaro una fitta rete di eventi aggrovigliati tra loro, al fine di rispondere alla domanda che molte persone hanno iniziato a porsi: è necessaria una nuova «corsa agli armamenti»?
Perché, a distanza di più di settanta anni dall’ultimo conflitto mondiale, la quasi totalità delle nazioni ha la necessità di investire ingenti fondi dei propri bilanci pubblici per ammodernare e ampliare i propri armamenti?
Questa corsa agli armamenti può essere dovuta, da una parte, ai nuovi equilibri geopolitici tra le potenze assumendo quindi un’eventuale funzione di deterrenza e, dall’altra, come show the flag per affermarsi in un contesto geopolitico in continua morfosi.
Ciò che più colpisce al giorno d’oggi è quanto il grado di intensità di un conflitto non corrisponda alla pericolosità: infatti la minaccia più grave può arrivare da ogni singola contesa dato che viviamo immersi in uno stato di conflittualità diffusa.
Spesso quella linea sottile che unisce la sicurezza di un Paese con l’adeguatezza e l’ammodernamento dei suoi apparati di difesa, non riesce ad avere un riscontro concreto nella nostra quotidianità, soprattutto se viviamo in un Paese attualmente non interessato da conflitti armati. Talvolta un concetto pacifista volto alla difesa della pace internazionale può sembrare molto vicino ad un pensiero guerrafondaio, per il solo fatto che prevedono entrambi l’uso di sistemi d’arma. Un sistema d’arma, privato di qualsiasi contesto, può essere considerato simultaneamente sia come un simbolo di guerra, di distruzione, di paura, di morte, ma anche come simbolo di difesa, di sicurezza, paradossalmente di pace.
Il seguente studio nasce dalla necessità di mettere in chiaro una fitta rete di eventi aggrovigliati tra loro, al fine di rispondere alla domanda che molte persone hanno iniziato a porsi: è necessaria una nuova «corsa agli armamenti»?
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