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Questa ricerca intende offrire un nuovo contributo agli studi dedicati alla neutralità del commercio in Europa tra la seconda metà del Settecento e l’epoca napoleonica, adottando una prospettiva molto particolare: quella di un libro, il Del commercio dei popoli neutrali in tempo di guerra di Giovanni Maria Lampredi, pubblicato a Firenze nel 1788. Il testo, fino ad oggi pressoché ignorato dagli storici (come del resto anche il suo autore), nacque da precise esigenze intellettuali, politiche e commerciali e cristallizzò, con uno stile piano e scorrevole, la neutralità commerciale così come teorizzata e praticata nel Granducato di Toscana e nel porto franco di Livorno, neutrale per scelta e per tradizione.
Fin da subito, tuttavia, il Del commercio circolò in Europa e, in particolare, in Francia, dove Luigi XVI ne commissionò una prima traduzione nel 1788 e Jacques Peuchet lo tradusse di nuovo nel 1802, poco prima della pace di Amiens.
Seguendo quindi il percorso del trattato di Lampredi, che dalla Toscana approdò in territorio francese, la tesi intende ricostruire e porre a confronto con i metodi della intellectual history la concezione della neutralità di un piccolo stato come il Granducato toscano e quella di uno stato egemone a livello globale come la Francia monarchica, rivoluzionaria e, infine, napoleonica.