Tesi etd-03272023-215653 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CRISTIANI, GIULIA
URN
etd-03272023-215653
Titolo
Il lavoro agile come strumento di rilancio dell'azione amministrativa
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Niccolai, Alberto
Parole chiave
- contrattazione collettiva di comparto
- diritti del lavoratore agile
- lavoro a distanza
- lavoro agile
- lavoro da remoto
- pubblico impiego
- rilancio dell'azione amministrativa
- smart working
Data inizio appello
17/04/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/04/2063
Riassunto
Questa tesi è volta a comprendere come il lavoro agile possa essere applicato ed utilizzato all’interno del pubblico impiego con l’obiettivo di migliorare e ottimizzare la sua produttività in un’ottica di rilancio dell’azione amministrativa.
Il primo capitolo è stato elaborato tenendo conto, in primo luogo, della digitalizzazione dell’economia moderna e la sua influenza sul mondo del lavoro, che ha introdotto delle tecnologie informatiche tali da permettere lo svolgimento della prestazione lavorativa tramite piattaforme digitali. In un secondo momento poi è stata analizzata l’evoluzione di quelle che vengono descritte le varie modalità di svolgimento della prestazione lavorativa a distanza. Partendo inizialmente dal lavoro da remoto fino poi a descrivere quello che tutt’oggi viene chiamato lavoro agile o smart working, disciplinato dalla legge n.81/2017.
Nel secondo capitolo invece, essendo l’obiettivo di questo elaborato analizzare come il lavoro agile abbia influito positivamente sull’organizzazione e la produttività della pubblica amministrazione, è stato necessario considerare come si sia sviluppata ed evoluta questa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa nel pubblico impiego. Quindi inizialmente è stato approfondito come sia nato il concetto di lavoro a distanza nel settore pubblico, partendo dalla legge Bassanini-ter fino alla legge Madia per poi giungere alla disciplina di fonte legale della legge n.81/2017 e la Direttiva del medesimo anno. Fondamentale è stato anche analizzare come l’utilizzo dello smart working nella pubblica amministrazione sia mutato a seguito dell’esperienza pandemica.
Infine, con il terzo capitolo viene esaminata la nuova contrattazione collettiva di comparto Centrale e Locale del triennio 2019-2022 ed il nuovo modo di regolamentare il lavoro agile, distinto da quello da remoto. Nel far questo, è stato fondamentale comprendere i diritti riconosciuti al lavoratore del pubblico impiego che svolge la prestazione in modalità agile influenzando, sempre più, il modo in cui il lavoro agile viene svolto.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è sicuramente incrementare la diffusione dello smart working in una realtà completamente diversa da quella del settore privato, ma non per questo meno propensa a recepire nuove modalità di svolgimento della prestazione a distanza. Il lavoro agile viene definito come uno strumento di ausilio per le pubbliche amministrazioni che vogliono investire maggiormente sulla loro produttività per migliorare l’azione amministrativa.
Il primo capitolo è stato elaborato tenendo conto, in primo luogo, della digitalizzazione dell’economia moderna e la sua influenza sul mondo del lavoro, che ha introdotto delle tecnologie informatiche tali da permettere lo svolgimento della prestazione lavorativa tramite piattaforme digitali. In un secondo momento poi è stata analizzata l’evoluzione di quelle che vengono descritte le varie modalità di svolgimento della prestazione lavorativa a distanza. Partendo inizialmente dal lavoro da remoto fino poi a descrivere quello che tutt’oggi viene chiamato lavoro agile o smart working, disciplinato dalla legge n.81/2017.
Nel secondo capitolo invece, essendo l’obiettivo di questo elaborato analizzare come il lavoro agile abbia influito positivamente sull’organizzazione e la produttività della pubblica amministrazione, è stato necessario considerare come si sia sviluppata ed evoluta questa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa nel pubblico impiego. Quindi inizialmente è stato approfondito come sia nato il concetto di lavoro a distanza nel settore pubblico, partendo dalla legge Bassanini-ter fino alla legge Madia per poi giungere alla disciplina di fonte legale della legge n.81/2017 e la Direttiva del medesimo anno. Fondamentale è stato anche analizzare come l’utilizzo dello smart working nella pubblica amministrazione sia mutato a seguito dell’esperienza pandemica.
Infine, con il terzo capitolo viene esaminata la nuova contrattazione collettiva di comparto Centrale e Locale del triennio 2019-2022 ed il nuovo modo di regolamentare il lavoro agile, distinto da quello da remoto. Nel far questo, è stato fondamentale comprendere i diritti riconosciuti al lavoratore del pubblico impiego che svolge la prestazione in modalità agile influenzando, sempre più, il modo in cui il lavoro agile viene svolto.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è sicuramente incrementare la diffusione dello smart working in una realtà completamente diversa da quella del settore privato, ma non per questo meno propensa a recepire nuove modalità di svolgimento della prestazione a distanza. Il lavoro agile viene definito come uno strumento di ausilio per le pubbliche amministrazioni che vogliono investire maggiormente sulla loro produttività per migliorare l’azione amministrativa.
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