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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03272022-235943


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ROCCO, VINCENZO
URN
etd-03272022-235943
Titolo
Cina, Russia e Turchia nel Mediterraneo allargato: il contrasto e la difesa degli interessi strategici nazionali
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Altiero, Oscar
Parole chiave
  • turchia
  • mediterraneo
  • cina
  • russia
Data inizio appello
08/04/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Da sempre il Mediterraneo è considerato un teatro geopolitico in costante evoluzione proprio per le
sue caratteristiche uniche, la sua importanza e il suo continuo alternarsi di fenomeni cooperativi e
conflittuali. La posizione di crocevia tra tre continenti, l'Europa, l'Africa e l'Asia, lo pone al centro delle relazioni politiche ed economiche tra i numerosi Paesi della zona, disposti a sfruttare le opportunità che presenta, nonché a difendere e promuovere i propri interessi nella zona. Proprio
questa complessità ha portato alla creazione di scenari che cercassero di semplificarne la realtà,
mettendone in luce le principali peculiarità e contraddizioni della regione, al fine di attuare delle scelte strategiche e delle linee politiche coerenti con i propri interessi nazionali nell’area.
La geopolitica della regione del Mediterraneo è cambiata radicalmente nel XXI secolo, sia a causa
delle dinamiche statali locali che, ad un livello superiore, come prodotto di cambiamenti trasformazionali internazionali e regionali. L'Italia, probabilmente più di ogni altro Stato della
regione, occupa una posizione cruciale e centrale nel Mediterraneo, non solo geograficamente ma
anche geopoliticamente. La penisola italiana, infatti, con oltre 8.000 km di costa, ha una proiezione
naturale nel Mediterraneo, al punto da essere definita come una "portaerei naturale nel Mediterraneo”.
Nel corso dei primi anni ’80 del Novecento, la Marina Militare italiana ha iniziato a sviluppare una
nuova concezione strategica per la regione mediterranea, in grado di restituirle centralità e autonomia.
Il risultato di questa ricerca culmina con l’idea di “Mediterraneo allargato”. Quest’ultimo deve esser visto come un concetto dinamico che deve essere aggiornato di volta in volta in base ai nuovi interessi che potrebbero nascere ed evolversi. Ad oggi, il Mediterraneo allargato è centrato nel bacino del Mare Nostrum e si estende dal Golfo di Guinea all’Oceano Indiano, considerando tutta la fascia africana del Maghreb e del Sahel, il Corno d’Africa, il Medio Oriente, Mar Nero, Mar Caspio e Artico. A differenza dei primi anni '90, l'UE oggi non è più l'attore dominante o chiave del Mediterraneo e deve ora bilanciare le sue politiche e i suoi interessi nel Mediterraneo con l'influenza percettibile di una serie di grandi potenze regionali tra cui Cina, Russia e Turchia (tralasciando la storica presenza degli Stati Uniti).
La strategia di coinvolgimento della Cina nella regione mediterranea è incentrata più sul soft power
che sull'hard power, delineando un approccio basato sull'influenza economica e culturale. La Cina ha
enfatizzato i suoi punti di forza economici costruendo un'ampia gamma di interessi commerciali nella
regione, convertendo la ricchezza finanziaria in soft power. La Belt and Road Initiative (BRI) è la
massima espressione della "strategia di ascesa pacifica" della Cina, che rappresenta uno dei principali veicoli cinesi per la proiezione di soft power.
Per secoli, invece, la Russia ha privilegiato un comportamento più deciso e assertivo cercando di
ottenere l’accesso alle acque calde del Mediterraneo attraverso il passaggio dai principali stretti.
Nell’ultimo decennio Mosca ha consolidato e rafforzato la propria posizione nell’area mediterranea
arrivando a toccare le coste del Nord Africa, sfruttando le instabilità politiche e la debolezza di Stati Uniti e Unione Europea a proprio vantaggio soprattutto nella parte del Mediterraneo orientale.
Tale area è diventata un importante punto caldo sia per il gas naturale che per la concorrenza
geopolitica. Le scoperte di gas naturale nell'ultimo decennio hanno attirato un crescente interesse da parte dei Paesi regionali e non solo. Tuttavia, le recenti escalation di tensioni e scontri diretti, soprattutto tra Turchia e Cipro, suggeriscono che la competizione va oltre la corsa all'energia. Il gas naturale, infatti, è solo uno dei fattori che contribuiscono a plasmare la sicurezza e le dinamiche geopolitiche nel Mediterraneo orientale che è emerso come un’area strategica cruciale nel Mediterraneo allargato e nel Medio Oriente.
Si è evidenziato come negli ultimi anni il bacino del Mediterraneo abbia acquisito una nuova
centralità a livello internazionale, diventando una delle regioni più dinamiche e instabili del mondo a causa delle numerose crisi socioeconomiche e politiche, guerre civili di lunga durata e duri scontri militari. Essendo in parte un riflesso locale di una tendenza globale e un fenomeno autonomo e indigeno, tale instabilità e insicurezza hanno aperto la strada a una maggiore concorrenza geopolitica tra gli Stati dell'area, in collaborazione con molti attori globali. L'Italia è al centro di tale tempesta che rappresenta più che mai una sfida cruciale per la propria politica estera, di sicurezza e di difesa.
La cultura strategica dell'Italia, nata dopo la fine della Seconda guerra mondiale, costituisce un fattore fondamentale per comprendere l'approccio italiano alla politica estera, di sicurezza e di difesa. I pilastri del pacifismo, del multilateralismo e dell'internazionalismo sono elementi cruciali per comprendere l'azione esterna di Roma. Questi elementi hanno influenzato l'atteggiamento italiano nell'attuale crisi libica, in cui sono in gioco diversi e importanti interessi nazionali italiani. Lo scenario libico è caratterizzato dalla sovrapposizione di dinamiche interne ed estere, dalla coesistenza di un conflitto civile tra le due principali fazioni nazionali e da una guerra per procura tra diverse potenze regionali e globali. È anche parte di un più ampio arco di instabilità e insicurezza che abbraccia l'intero fianco sud-orientale del bacino del Mediterraneo, dove le potenze emergenti stanno assumendo una posizione più attiva e assertiva, cercando di far progredire i loro interessi. È quindi necessaria una nuova strategia per l'Italia, sia a livello nazionale che internazionale: da un lato è necessario sviluppare una solida cultura in Italia sull'importanza della politica estera, di sicurezza e di difesa, iniziando a pensare gli affari internazionali in modo più strategico; dall'altro, è necessario attuare concretamente passi pragmatici e realistici sulla scena internazionale.
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