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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03272018-003735


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAOLINELLI, CHIARA
URN
etd-03272018-003735
Titolo
Approccio nutraceutico nella terapia del diabete
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Breschi, Maria Cristina
Parole chiave
  • nerale
  • miricetina
  • mircene
  • microbiota
  • luteolina
  • limonoidi
  • isocanina
  • iperglicemia
  • honokiol
  • geraniolo
  • geraniale
  • geraldone
  • frutto-oligosaccaridi
  • flavonoidi
  • fibre
  • epigallocatechinagallato
  • dieta mediterranea
  • diabete
  • curcumina
  • cibi funzionali
  • catechina del tè verde
  • berberina
  • antiossidanti
  • amarogentina
  • alcaloidi
  • acido gallico
  • acidi grassi insaturi
  • acacetina
  • nutraceutici
  • pigmenti
  • polifenoli
  • quercetina
  • rutina
  • steroli
  • terpenoidi
  • vitamina D
Data inizio appello
18/04/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il diabete è un disordine non trasmissibile caratterizzato da iperglicemia.
Ne esistono due tipologie fondamentali:
-tipo 1, insulino dipendente, caratterizzato da anticorpi che distruggono le cellule beta delle isole di Langherans.
-tipo 2, caratterizzato da cellule beta pigre o da una non interazione dell'insulina con i suoi recettori.
Si ha poi il diabete gestazionale nel quale vi sono ormoni placentari che contrastano l'attività dell'insulina.
Attualmente sono presenti molti farmaci per la cura del diabete e questi possono essere classificati in base al loro meccanismo di azione.
Alcuni vanno a stimolare la produzione di insulina, altri riducono l'insulino-resistenza, altri ancora vanno a diminuire la produzione di zuccheri da parte del fegato, poi ci sono quelli che rallentano l'assorbimento intestinale di glucosio.
Per il diabete di tipo 1 esiste invece solo l'insulina.
Oltre ai farmaci sono presenti anche cibi funzionali e nutraceutici che possono essere utili a prevenire o comunque tenere sotto controllo il diabete e le complicanze annesse.
Un cibo funzionale è un alimento naturalmente ricco di molecole con proprietà benefiche e protettive per l'organismo.
Un nutraceutico è un composto attivo che si trova all'interno dei cibi funzionali.
Sono stati studiati vari nutraceutici per la cura del diabete mellito di tipo 2.
Tra questi abbiamo:
-inibitori delle alfa amilasi e alfa glucosidasi. Questi due enzimi sono fondamentali per la digestione dei carboidrati complessi.
Le alfa amilasi attaccano la catena glicosidica a livello dei legami alfa 1-4 in modo da formare molecole di glucosio e maltosio.
Le alfa glucosidasi portano alla formazione di glucosio a partire dal maltosio.
Tra questi ricordiamo 9 limonoidi provenienti da A.indica (Azadirachta indica), la miricetina estratta dalle foglie di Guava, la rutina e la quercetina, infine il geraldone, l'isocanina e la luteolina.
-inibitori del DPP-IV. Questo enzima è responsabile dell' inattivazione delle incretine. Queste aumentano la secrezione dell'insulina, inibiscono la produzione di glucagone, rallentano lo svuotamento gastrico e proteggono le cellule beta delle isole di Langherans. Tra questi ricordiamo per esempio i FOS (fruttoligosaccaridi), i componenti principali dell'olio essenziale ottenuto da Cymbopogon citratus che sono geraniale, nerale, mircene e geraniolo.
-inibitori dell'aldoso reduttasi. Questo enzima trasforma il glucosio in sorbitolo, nella via dei polioli. Questa via in condizioni normali funziona solo in minima parte; in caso di iperglicemia però la via glicolitica viene saturata dal glucosio che allora entra nella via dei polioli. L'accumulo del sorbitolo è la prima causa di retinopatie, neuropatie e nefropatie.
Tra questi citiamo l'amarogentina che si trova nelle radici della G.lutea e l'acacetina.
-attivatori PPARgamma. Questo è molto importante in quanto regola i geni coinvolti nell'omeostasi del glucosio. La sua attivazione aumenta l'espressione e la traslocazione dei trasportatori del glucosio sulla superficie delle cellule. Si ha inoltre una diminuizione del TNFalfa e un aumento dell'adiponectina che ha tra le varie funzioni quella di diminuire il glucosio prodotto a livello epatico.
Tra questi ricordiamo la catechina del tè verde e honokiol, che è un estratto della Magnolia.
-attivatori AMP-K. La sua attivazione mediante sostanze esogene provoca un
aumento dell'uptake di glucosio da parte della cellula e una
riduzione del glucosio prodotto a livello epatico, in modo da avere
un calo della glicemia. Le sostanze in grado di attivarla sono la berberina e l'epigallocatechina gallato.
-vi sono poi sostanze che favoriscono la traslocazione del GLUT-4 sulla superficie delle cellule, come per esempio l'acido gallico e ancora l'epigallocatechinagallato.
Anche la curcumina è molto importante in quanto è in grado di migliorare la resistenza all'insulina, attivando il recettore di questo ormone presente sulla superficie cellulare.
Un ruolo fondamentale è svolto dalla dieta mediterranea. Si basa su alimenti consumati nei paesi del bacino mediterraneo, come Italia, Spagna, Grecia e Marocco. Questa dieta privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un raro consumo di carni rosse, grassi animali, mentre presenta un moderato consumo di pesce, carne bianca, legumi,uova, latticini vino roso e dolci.
A questa dieta appartengono molti alimenti ricchi di nutraceutici quali: polifenoli, terpenoidi, flavonoidi, alcaloidi, steroli, pigmenti, acidi grassi insaturi, fibre e antiossidanti.
Vi sono studi che hanno dimostrato una relazione inversa tra consumo della dieta mediterranea e incidenza di diabete mellito.
E' stato inoltre dimostrato che questa dieta abbassa il rischio di diabete indipendentemente dalla perdita di peso e senza escludere necessariamente l'assunzione di cibi particolarmente calorici, che peraltro caratterizzano la dieta mediterannea, come per esempio l'olio di oliva.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 1 è importante sottolineare l'importanza della vitamina D.
Le sue funzioni principali sono collegate alla salute scheletrica e al metabolismo minerale. Una carenza può portare a rachitismo, osteomalacia, malattie cardiache e malattie autoimmuni come sclerosi multipla, malattia infiammatoria intestinale e diabete.
Può essere introdotta con gli alimenti, integratori, ma la fonte principale è la produzione endogena a livello della pelle dopo esposizione ai raggi UVB.
Studi hanno infatti dimostrato effetti diretti del calcitriolo sull'omeostasi delle cellule B come inibizione delle cellule della memoria e del plasma, promozione dell'apoptosi delle cellule B che producono immunoglobuline.
La vitamina D ha un ruolo molto importante anche a livello delle cellule T in quanto sopprime le T helper, inibisce la proliferazione cellulare, differenziazione e modulazione della produzione di citochine.
Essendo il diabete di tipo 1 caratterizzato dalla distruzione delle cellule beta delle isole di langherans da parte delle cellule T è possibile capire il collegamento presente tra la carenza di questa vitamina e il diabete.
Anche il microbiota riveste un ruolo fondamentale nella cura del diabete.
Esiste un'elevata variabilità interindividuale. In linea generale possiamo dire che esistono 100 trilioni di batteri, suddivisi in 500-1000 specie. Si conoscono 50 phyla, ma sono due quelle più importanti: Firmicutes e Bacteroides.
L'esposizione precoce ad un'ampia varietà di batteri fornisce un allenamento per il sistema immunitario, in questo modo si verificano le normali risposte protettive e appropriate risposte antinfiammatorie.
Al contrario una ridotta diversità microbica può portare ad un sistema immunitario che reagisce in modo eccessivo agli antigeni, predisponendo a malattie autoimmuni e allergiche.
Il microbiota dei soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2 presenta delle differenze importanti rispetto a quello dei soggetti sani: per esempio sono diminuite le concentrazioni di Clostridia (responsabile della sintesi di acidi grassi a catena corta) e sono aumentate le concentrazioni di E.coli.
Come abbiamo potuto vedere esiste un numero elevato di farmaci e nutraceutici per la cura e prevenzione del diabete e delle complicanze annesse.
Nonostante siano presenti molti studi sui singoli nutraceutici, questi sono di berve durata o sono caratterizzati da una scarsa qualità nel metodo.
Sono quindi necessari ulteriori trials clinici randomizzati su un gruppo eterogeneo di soggetti a rischio.
Non bisogna inoltre sottovalutare il rapporto costo efficacia e gli effetti e la sicurezza nel medio lungo periodo.
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