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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03272017-124404


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
VERGASSOLA, ELENA
URN
etd-03272017-124404
Titolo
Giordano Bruno e l'esperienza inglese
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Bassi, Simonetta
controrelatore Dott. Matteoli, Marco
Parole chiave
  • elena
  • functional movements
  • alice; crossfit
Data inizio appello
28/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il napoletano Giulio Cesare La Galla (1571-1624), medico e filosofo di scuola aristotelica legato all’ambiente linceo, scrisse nel 1612, in dialogo con Galileo Galilei, un volume di argomento astronomico: il "De phoenomenis in orbe lunae". È
in questo contesto che trova spazio un fuggevole ma significativo riferimento a Giordano Bruno, «recentissimo paladino» della teoria della pluralità dei mondi, «chiamato dalla regina Elisabetta d’Inghilterra infedele, empio e ateo». Ed, effettivamente, anche dai documenti del Sant’Uffizio di Vercelli risulta che il Nolano «mentre era in Inghilterra era tenuto per ateista».
D’altro canto, nel corso del processo Bruno ricorda di aver conosciuto personalmente Elisabetta, essendosi recato a corte a seguito dell’ambasciatore francese Michel de Castelnau: «ella me conosceva», afferma, «andando io continuamente co’ l’ambasciatore a corte». E l’idea di un incontro tra Bruno e la regina circolò a lungo in terra inglese, se ancora agli inizi del Settecento Thomas Hearne, bibliotecario della Bodleian Library di Oxford, sostiene che Elisabetta abbia ricevuto come omaggio i sei dialoghi in volgare direttamente dal Nolano.
Se la questione sulla circolazione delle opere bruniane a corte è ancora aperta, e di ardua soluzione allo stato attuale della documentazione e delle fonti, ciò che è certo è che Bruno, dopo il rovinoso tentativo di ottenere un posto nell’ambiente accademico oxoniense, si volse ad Elisabetta, individuando nella regina vergine, reincarnazione di Astrea, una sovrana in grado di attuare il suo ambiziosissimo progetto di riforma del sapere e dei costumi.
L’obiettivo che mi propongo è dunque quello di indagare come quattro riferimenti ad Elisabetta contenuti nei dialoghi filosofici pubblicati a Londra – nella "Cena de le Ceneri", nel "De la causa, principio et uno", nello "Spaccio de la bestia trionfante" e negli "Eroici furori" – siano connessi a precise motivazioni di ordine politico – è il caso, in modo particolare, della "Cena" e dello "Spaccio" -, ma anche di ordine teorico-filosofico.
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