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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03262022-111707


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RAGNATELA, GABRIELE
URN
etd-03262022-111707
Titolo
PRIVATIZZAZIONE DELLA FUNZIONE MILITARE: IL FENOMENO DEI CONTRACTORS
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Dott. Diana, Luigi
Parole chiave
  • Contractor
Data inizio appello
08/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/04/2092
Riassunto
Le moderne guerre vengono definite asimmetriche a causa della natura differente dei loro protagonisti. In questo mutato scenario mondiale trovano terreno fertile le compagnie militari private che rientrano in un più ampio fenomeno della privatizzazione della funzione militare. Queste imprese offrono una vasta gamma di servizi in ambito militare quali coordinamento di unità, addestramento, logistica e supporto alle forze armate in campo. Questa trattazione si concentrerà sulle PMSCs, ovvero organizzazioni private che offrono sia servizi di supporto alle forze armate sia servizi di sicurezza ad enti statali e grandi aziende. I dipendenti di queste aziende vengono chiamati ‘contractors’ e sono nella maggior parte dei casi ex membri delle forze armate regolari altamente qualificati, individuati tramite dei database che contengono un grande numero di nominativi di ex militari e membri delle forze di polizia. Il profitto delle PMSCs si basa su una logica di risparmio derivante dall’impiego di personale per brevi termini e per specifiche mansioni; infatti sull’industria militare privata non gravano spese per il mantenimento di basi, erogazione di stipendi fissi e pensioni. Altra peculiarità di tali società è la loro natura transnazionale e la loro collocazione geografica, principalmente negli Stati Uniti d’America ed in Inghilterra. Il fenomeno della privatizzazione della funzione militare nasconde delle radici profondissime. Il primo capitolo della mia trattazione sarà quindi volto a dare un inquadramento storico dell’ argomento in esame partendo dall‘ Epoca Antica, passando per il Medioevo sino all’ Età Contemporanea. Dai primordi della società l’uomo ha sentito la necessità di dotarsi di propri strumenti di attacco e protezione: dagli antichi guerrieri shardana in epoca egizia, passando per le compagnie militari dell’ Italia Rinascimentale sino ai mercenari in territorio iracheno o afghano. Il mercenarismo è un fenomeno che non ha mai conosciuto una vera e propria fine bensì è sempre stato capace di mutare ed evolversi nel corso della storia. Al passo con la globalizzazione e con l’evoluzione degli scenari geo-politici mondiali, esso ha assunto nuove caratteristiche e metodologie. Il secondo capitolo della mia trattazione verterà sulla moderna espressione di questo fenomeno e sul suo inquadramento giuridico. Il diritto internazionale ad ora non si è ancora dotato di un corpo di leggi che disciplina in maniera univoca il campo della sicurezza privata contribuendo ad una visione poco chiara ed oggettiva del contractor che stando alla cultura popolare è troppo spesso assimilato ad un semplice mercenario. Lo scopo di questa trattazione è altresì quello di demarcare il confine tra le figure appena citate tramite strumenti giuridici quali le Convenzioni di Ginevra e i loro Protocolli Addizionali. Il primo punto di forte disaccordo è quello della partecipazione diretta alle ostilità, raramente evidenziabile nelle compagnie militari private. Le PMSCs e i contractos basano il loro rapporto lavorativo su un regolare contratto, ciò implica che l’eventuale partecipazione ad un conflitto non può essere letta unicamente sotto una logica di volontà di profitto da parte del contractor, bensì egli sta rispettando l’obbligazione assunta con l’impresa che lo ha contrattato. Anche il requisito del compenso nettamente superiore percepito rispetto a militari regolari dello stesso rango non è di agevole riscontro. A livello internazionale si è preferito adottare strumenti di soft law, a carattere non vincolante che si limitano a delineare delle corrette pratiche di utilizzo e raccomandazioni. Il terzo ed ultimo capitolo della mia trattazione incentrerà la propria attenzione sul caso italiano. La legislazione italiana prevede come unica figura di contractor quella degli istituti di vigilanza e dei loro dipendenti. Le guardie giurate vengono disciplinate sia dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza sia dal Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico. È espressamente proibito l’impiego di questi operatori a tutela delle persone fisiche. L’ impiego di queste figure in territorio non nazionale si è concretizzato nella lotta alla pirateria; è stato previsto dal nostro governo l’utilizzo da parte degli armatori di guardie giurate assimilate ai contractor che operano fuori dall’ambito nazionale. La risposta delle forze armate italiane a questo fenomeno è stata invece quella dei nuclei militari di protezione. L’operato della Marina Militare Italiana è iniziato il 2 novembre 2011 con la protezione della M/N Montecristo e si è concluso l’1 giugno 2015. Un ultimo sguardo è stato rivolto alle prospettive future ed all’importante compito dei legislatori mondiali chiamati a fornire elementi giuridici solidi ed inequivocabili da applicare alle compagnie militari private, al fine di evitare asimmetrie giuridiche tra i regolamenti dei vari Stati e per permettere una crescita controllata del settore.
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