Tesi etd-03262021-220144 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIACALONE, VINCENZO
URN
etd-03262021-220144
Titolo
La centralita delle mine navali nella guerra asimmetrica e la minaccia Iraniana nel golfo Persico.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
correlatore C.C. (AN) Buonocore, Daniele
correlatore C.C. (AN) Buonocore, Daniele
Parole chiave
- asymmetric warfare
- guerra asimmetrica
- Iran
- mare
- mcc
- mine navali
- naval mines
- sea.
Data inizio appello
09/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2061
Riassunto
Il crollo del muro di Berlino nel 1989 sancì la fine del bipolarismo ed insieme un mutamento irreversibile della “guerra” sempre più accostata al concetto di “asimmetria”. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, anche a causa dell’impatto prodotto non solo sugli USA, ma su tutto il mondo occidentale, il concetto di “guerra asimmetrica” ha quasi sostituito, nell’utilizzo, quello di guerra convenzionale tra stati, definendo una situazione di conflitto che vede coinvolti due o più attori con capacità militari non comparabili in termini di dimensioni e mezzi, che spesso sfocia in azioni di guerriglia, proprio per ovviare al divario militare e tecnologico tra le parti. È interessante evidenziare inoltre come i recenti fatti che hanno coinvolto, da una parte, Paesi caratterizzati da gravi crisi sociali, politiche ed economiche interne, e, dall’altra, soggetti non identificabili come entità statali tradizionali, hanno fatto emergere una rinnovata centralità geostrategica del dominio marittimo nello scacchiere internazionale. Nell'analizzare lo spettro dei conflitti asimmetrici nel dominio marittimo nella tesi si pone particolare attenzione alle mine navali in quanto esse rappresentano la minaccia asimmetrica navale per antonomasia grazie alla loro semplicità ed economicità. Per dare completezza alla trattazione viene analizzato il ruolo e l'influenza dell'Iran nel golfo Persico, luogo in cui un eventuale conflitto assumerebbe carattere asimmetrico grazie all'arsenale di mine navali ed agli altri mezzi ed armi non convenzionali in dotazione al governo di Teheran.Il crollo del muro di Berlino nel 1989 sancì la fine del bipolarismo ed insieme un mutamento irreversibile della “guerra” sempre più accostata al concetto di “asimmetria”. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, anche a causa dell’impatto prodotto non solo sugli USA, ma su tutto il mondo occidentale, il concetto di “guerra asimmetrica” ha quasi sostituito, nell’utilizzo, quello di guerra convenzionale tra stati, definendo una situazione di conflitto che vede coinvolti due o più attori con capacità militari non comparabili in termini di dimensioni e mezzi, che spesso sfocia in azioni di guerriglia, proprio per ovviare al divario militare e tecnologico tra le parti. È interessante evidenziare inoltre come i recenti fatti che hanno coinvolto, da una parte, Paesi caratterizzati da gravi crisi sociali, politiche ed economiche interne, e, dall’altra, soggetti non identificabili come entità statali tradizionali, hanno fatto emergere una rinnovata centralità geostrategica del dominio marittimo nello scacchiere internazionale. Nell'analizzare lo spettro dei conflitti asimmetrici nel dominio marittimo nella tesi si pone particolare attenzione alle mine navali in quanto esse rappresentano la minaccia asimmetrica navale per antonomasia grazie alla loro semplicità ed economicità. Per dare completezza alla trattazione viene analizzato il ruolo e l'influenza dell'Iran nel golfo Persico, luogo in cui un eventuale conflitto assumerebbe carattere asimmetrico grazie all'arsenale di mine navali ed agli altri mezzi ed armi non convenzionali in dotazione al governo di Teheran.
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