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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03262021-123446


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SALAMONE, GABRIELE
URN
etd-03262021-123446
Titolo
Revisione della casistica di pazienti con frattura maggiore da osteoporosi della U.O. Reumatologia di Pisa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Mosca, Marta
Parole chiave
  • osteoporosi
  • frattura da fragilità
  • frattura vertebrale
  • rischio imminente di frattura
  • FRAX
  • terapia antiosteoporotica
  • osteoporosis
  • fragility fractures
  • vertebral fragility fracture
  • imminent risk of fracture
  • antiosteoporotic therapy
Data inizio appello
13/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/04/2091
Riassunto
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da ridotta massa ossea e da deterioramento microarchitetturale del tessuto osseo che assieme provocano aumento di fragilità ossea e suscettibilità a frattura. Nel 2010, in Italia, la prevalenza di osteoporosi era stimata in 3.5 milioni di donne e 1 milione di uomini, numeri destinati ad aumentare a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, con una spesa complessiva di circa 7 miliardi di Euro. L’impatto negativo dell’osteoporosi è legato alle fratture da fragilità, che nella popolazione anziana rappresentano una delle maggiori cause di mortalità e morbidità. Tra i molteplici fattori di rischio di fratture da fragilità un ruolo cruciale è ricoperto dall’esistenza di una pregressa e recente frattura da fragilità, specialmente se verificatasi negli ultimi 12-24 mesi. L’elevato rischio ri-fratturativo nei mesi immediatamente successivi ad una frattura da osteoporosi, ormai ben identificato da molteplici studi epidemiologici, ha preso il nome di “rischio imminente di frattura”.
Obiettivo primario del presente studio è quello di valutare il grado di rischio imminente di fattura in un campione di pazienti osteoporotici afferenti all’Ambulatorio Multidisciplinare per le Fratture Vertebrali dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa. Obiettivo secondario è stato di valutare se una terapia antifratturativa precoce, entro 2 mesi dall’evento fratturativo, determina una riduzione significativa dell’incidenza di nuove fratture rispetto a quanto osservabile in soggetti che iniziano la terapia più tardivamente. Sono stati valutati retrospettivamente 236 pazienti fratturati, 18 uomini e 218 donne, di cui 63 avevano iniziato la terapia antifratturativa entro 2 mesi mentre i restanti 173 l’avevano iniziata dopo un tempo medio di 38.1 (± 0.5) mesi. Analizzando l’andamento temporale delle ri-fratture nell’intero gruppo, il 37.5% di queste si realizza nei primi 12 mesi e il 57.4% nei primi 24 mesi. Nel gruppo di 63 soggetti trattati precocemente, 23 (36.4%) subiscono una ri-frattura, mentre tra i 173 soggetti trattati più tardivamente 113 (65.3%) subiscono una nuova frattura da fragilità. Una terapia effettuata entro 2 mesi determina quindi una significativa (p<0.0001) riduzione del rischio di ri-frattura.
I risultati ottenuti confermano quindi l’elevato rischio di ri-frattura dopo una frattura da fragilità e giustificano l’urgenza di adottare precocemente strategie in grado di intercettare i pazienti con fratture da fragilità e sottoporli il più velocemente possibile a strategie antifratturative.
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