Tesi etd-03262021-104757 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PULEO, IRENE
URN
etd-03262021-104757
Titolo
Effetti del training fisico sulla forza muscolare, la capacità aerobica e la qualità della vita in pazienti con scompenso cardiaco
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Franzoni, Ferdinando
Parole chiave
- capacità aerobica
- scompenso
- training fisico
Data inizio appello
13/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/04/2091
Riassunto
Lo scompenso cardiaco (SC) è una sindrome clinica complessa, cronica e progressiva, gravata da un alto tasso di mortalità. Comprenderne la fisiopatologia, basata soprattutto sul modello neuroendocrino, ha permesso sia il miglioramento delle terapie in atto, sia il miglioramento prognostico e della qualità di vita del paziente. Ad oggi, l’obbiettivo non è soltanto quello di trattare il paziente tramite interventi terapeutici di natura farmacologica, ma anche comportamentale: risulta fondamentale, infatti, un approccio del paziente ad uno stile di vita salutare comprendente dieta e attività fisica per un miglioramento dei sintomi.
La diagnostica strumentale, in particolar modo il test cardiopolmonare, si è rivelata fondamentale per la stadiazione del paziente da un punto di vista cardiaco, respiratorio e metabolico; grazie all’introduzione di questo test, completato da un inquadramento clinico anamnestico svolto pre e post training, è stato possibile apprezzare il miglioramento del paziente in seguito all’insieme degli interventi terapeutici, farmacologici e non.
Attività fisica: In letteratura è stato visto che l’attività fisica procurava un netto miglioramento dei sintomi, soprattutto affanno e affaticamento, con riduzione del rischio cardiovascolare, e conseguente riduzione della disabilità con netto miglioramento della qualità di vita. Un protocollo precedentemente sviluppato era quello del programma di allenamento continuo moderato (70% della frequenza cardiaca misurata più alta, ovvero, frequenza cardiaca massima) ma vari studi hanno dimostrato la superiorità dell’interval training aerobico (95% della frequenza cardiaca massima). È stato visto che il picco VO2 aumenta di più con questo protocollo di allenamento, apportando altri benefici quali: diminuzione dei volumi telediastolici e sistolici vascolari; aumento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro risulta e diminuzione del BNP; miglioramento del ritorno venoso, insieme all’ aumento della pervietà delle arterie e ad un miglioramento dell’ossigenazione con maggior apporto nutritizio al cuore; maggiore produzione di nitrossido a livello endoteliale e diminuzione dei livelli di ansia e depressione tipiche dei pazienti con scompenso.
Scopo della tesi: Dimostrare un miglioramento del paziente scompensato a seguito di un protocollo di allenamento specifico per i pazienti in esame, eseguita per circa 6-8 settimane con 2 sessioni di allenamenti a settimana;
Materiali e metodi: Sette soggetti sono stati arruolati presso il dipartimento di Medicina dello Sport e Dell’esercizio fisico dell’Università di Pisa, dove sono stati sottoposti prima e al termine del periodo di training a valutazioni cliniche anamnestiche: ECG basale e/o sotto sforzo, eco color doppler cardiaco, CPET considerato un completamento del test da sforzo tradizionale. Sono stati sottoposti a valutazione antropometrica per la valutazione della massa grassa, per una completa visita medico sportiva prima di effettuare il training.
Risultati: I pazienti arruolati, in seguito al protocollo di allenamento, hanno riportato una diminuzione significativa del peso ponderale (p<0.05) con un miglioramento della composizione corporea (p<0.05), parametri che determinano una riduzione del rischio cardiovascolare. Al termine del programma di allenamento è stato osservato anche un miglioramento in termini di massimo consumo di ossigeno (VO2max) (17.67 (±1.04) vs 28.31 (±1.96); p<0.01), entrata in soglia anaerobica (5.65 (±0.67) vs 7.71 (±0.69); p<0.05) e maximum O2pulse (5.72 (±0.44) vs 7,41 (±0.54); p<0.05). Inoltre, i soggetti riuscivano ad esercitare una potenza superiore al cicloergometro, parametro correlato all’incremento della massa magra.
La diagnostica strumentale, in particolar modo il test cardiopolmonare, si è rivelata fondamentale per la stadiazione del paziente da un punto di vista cardiaco, respiratorio e metabolico; grazie all’introduzione di questo test, completato da un inquadramento clinico anamnestico svolto pre e post training, è stato possibile apprezzare il miglioramento del paziente in seguito all’insieme degli interventi terapeutici, farmacologici e non.
Attività fisica: In letteratura è stato visto che l’attività fisica procurava un netto miglioramento dei sintomi, soprattutto affanno e affaticamento, con riduzione del rischio cardiovascolare, e conseguente riduzione della disabilità con netto miglioramento della qualità di vita. Un protocollo precedentemente sviluppato era quello del programma di allenamento continuo moderato (70% della frequenza cardiaca misurata più alta, ovvero, frequenza cardiaca massima) ma vari studi hanno dimostrato la superiorità dell’interval training aerobico (95% della frequenza cardiaca massima). È stato visto che il picco VO2 aumenta di più con questo protocollo di allenamento, apportando altri benefici quali: diminuzione dei volumi telediastolici e sistolici vascolari; aumento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro risulta e diminuzione del BNP; miglioramento del ritorno venoso, insieme all’ aumento della pervietà delle arterie e ad un miglioramento dell’ossigenazione con maggior apporto nutritizio al cuore; maggiore produzione di nitrossido a livello endoteliale e diminuzione dei livelli di ansia e depressione tipiche dei pazienti con scompenso.
Scopo della tesi: Dimostrare un miglioramento del paziente scompensato a seguito di un protocollo di allenamento specifico per i pazienti in esame, eseguita per circa 6-8 settimane con 2 sessioni di allenamenti a settimana;
Materiali e metodi: Sette soggetti sono stati arruolati presso il dipartimento di Medicina dello Sport e Dell’esercizio fisico dell’Università di Pisa, dove sono stati sottoposti prima e al termine del periodo di training a valutazioni cliniche anamnestiche: ECG basale e/o sotto sforzo, eco color doppler cardiaco, CPET considerato un completamento del test da sforzo tradizionale. Sono stati sottoposti a valutazione antropometrica per la valutazione della massa grassa, per una completa visita medico sportiva prima di effettuare il training.
Risultati: I pazienti arruolati, in seguito al protocollo di allenamento, hanno riportato una diminuzione significativa del peso ponderale (p<0.05) con un miglioramento della composizione corporea (p<0.05), parametri che determinano una riduzione del rischio cardiovascolare. Al termine del programma di allenamento è stato osservato anche un miglioramento in termini di massimo consumo di ossigeno (VO2max) (17.67 (±1.04) vs 28.31 (±1.96); p<0.01), entrata in soglia anaerobica (5.65 (±0.67) vs 7.71 (±0.69); p<0.05) e maximum O2pulse (5.72 (±0.44) vs 7,41 (±0.54); p<0.05). Inoltre, i soggetti riuscivano ad esercitare una potenza superiore al cicloergometro, parametro correlato all’incremento della massa magra.
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