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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03262008-180222


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
BUFFONI, MARTA
URN
etd-03262008-180222
Titolo
Integrazione della dieta di pecore da latte con lino estruso: effetti sulla composizione degli acidi grassi del latte e del formaggio.
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE AGRARIE
Relatori
Relatore Prof. Mele, Marcello
Parole chiave
  • lino estruso
  • CLA
  • latte
  • formaggio
  • pecora
Data inizio appello
14/04/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca ha valutato l’effetto dell’inclusione di lino integrale estruso nella dieta di pecore da latte, sulle caratteristiche chimico-nutrizionali del latte stesso e, successivamente, del formaggio. La prova, della durata di 10 settimane, è stata effettuata su due gruppi (Controllo, C e Lino, L), ciascuno composto da 24 soggetti di razza Sarda. Durante le prime 6 settimane, a causa delle avverse condizioni atmosferiche e delle temperature particolarmente basse, la base foraggera della razione di entrambi i gruppi era costituita da fieno di graminacee fornito ad libitum; nell’ultimo periodo di prova tutti gli animali hanno potuto utilizzare un pascolo costituito da Avena sativa, Lolium Italicum, e Trifolium repens. Per tutta la durata della prova, la razione dei soggetti appartenenti al gruppo controllo è stata integrata con 800g/d di mangime concentrato ricco in carboidrati non strutturali (32.7% sulla ss); i soggetti appartenenti al gruppo sperimentale hanno invece ricevuto un’integrazione giornaliera di 700g di mangime (Omega-Lin®) contenente il 30% di lino estruso.
I risultati mostrano che dopo solo due settimane di prova, il latte proveniente dal gruppo L è risultato, rispetto a quello del gruppo C, molto più ricco in acidi grassi insaturi (UFA), compresi l’acido rumenico (RA), il vaccenico (VA) e l’acido alfa-linolenico (ALA). Il contenuto di tali acidi, i cui effetti positivi sulla salute dell’uomo sono ben noti, ha raggiunto un massimo dopo 7-8 settimane di sperimentazione. Durante le ultime due settimane, quando gli animali hanno potuto iniziare a pascolare, la quantità degli acidi sopramenzionati è leggermente diminuita per il gruppo L ed aumentata nel gruppo C. Ciononostante il loro contenuto medio è rimasto significativamente più elevato nel gruppo L. La dieta L ha inoltre determinato una importante riduzione degli acidi grassi saturi (SFA), che, al contrario dei precedenti, mostrano un effetto negativo sulla salute dell’uomo; il loro contenuto nel latte è risultato, infatti, più del 10% inferiore rispetto a quello del controllo. Dalla ricerca è inoltre emerso che la composizione in acidi grassi del formaggio è analoga a quella del latte con cui è stato prodotto: ciò indica che i miglioramenti della qualità nutrizionale del latte, ottenuti con la razione L, si estendono anche al formaggio; quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza in considerazione del fatto che la quasi totalità del latte ovino viene destinato alla caseificazione. Inoltre la dieta non ha influenzato il contenuto di colesterolo totale del formaggio che è risultato 41.70 mg/100g nel formaggio C e 41.27 mg/100g nel formaggio L. Infine la dieta L ha dimostrato di migliorare la caratteristiche tecnologiche del formaggio; in particolare il parametro r, che esprime in minuti il tempo necessario per l’inizio della coagulazione, è risultato significativamente inferiore nel latte L (19.29 min vs 17.17 min). La dieta non si è invece dimostrata un significativo fattore di variazione per gli altri due parametri che concorrono a definire la qualità tecnologiche del latte, vale a dire K20, che definisce in minuti il tempo necessario alla formazione del coagulo, ed A30, che indica in cm la consistenza del coagulo stesso.

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