Tesi etd-03252016-110935 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
FRANCESCONI, LEONARDO
URN
etd-03252016-110935
Titolo
Il giudicato penale : orientamento dogmatico e nuove criticità.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Bonini, Valentina
Parole chiave
- Giudicato penale
- Grande Stevens
- ne bis in idem
Data inizio appello
18/04/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il giudicato penale: inquadramento dogmatico e nuove criticità.
L’elaborato si pone l’obiettivo di analizzare l’istituto del giudicato penale, il quale rappresenta l’essenza della decisione terminativa del giudizio, contenuta in un provvedimento giurisdizionale avente carattere di sentenza di proscioglimento o di condanna ovvero di decreto di condanna, divenuti irrevocabili. Attraverso l’istituto del giudicato, l’ordinamento giuridico tutela un principio di portata generale, ovvero la certezza del diritto, che nel campo processuale è assicurata dall’insieme di regole che consentono di qualificare come intangibili ed incontrovertibili le statuizioni degli organi giurisdizionali. L’istituto assume un’importanza rilevante all’interno dell’ordinamento, evitando la riapertura di vicende processuali ormai definite e garantendo i diritti e le libertà del consociato che altrimenti correrebbe il rischio di essere sottoposto ad una pluralità di processi per il medesimo reato per cui sia già stato giudicato irrevocabilmente.
Dopo un’analisi approfondita dell’istituto del giudicato penale, il secondo capitolo sarà invece dedicato all’effetto negativo tipico del giudicato stesso, ovvero il divieto di bis in idem, sancito dall’articolo 649 del nostro codice di procedura penale, secondo il quale l’imputato che sia stato prosciolto o condannato con sentenza o decreto penale divenuti irrevocabili non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto. Saranno in particolare analizzati i presupposti necessari ai fini dell’efficacia del divieto, distinguendo tra i presupposti soggettivi (eadem personam) e presupposti oggettivi (idem factum).
Esaurita la trattazione degli elementi strutturali del giudicato e del divieto di secondo giudizio che da esso scaturisce, sarà poi valutato il modo in cui il divieto stesso opera all’interno delle singole fattispecie criminose, distinguendo tra il concorso di reati, il reato complesso, il reato progressivo, il reato abituale ed infine il reato permanente.
Il quarto capitolo prenderà invece in considerazione i rapporti tra il giudicato penale da una parte e i profili di illegalità della pena e di abolitio crimins dall’altra, concentrandosi sulle conseguenze che il giudicato subisce nelle ipotesi in cui, successivamente al formarsi di esso, intervengano delle pronunce che determinino, alternativamente, o l’incostituzionalità della norma sulla base della quale era stato determinato il trattamento sanzionatorio o l’abrogazione della norma incriminatrice.
Nel capitolo finale sarà dato spazio al rilievo internazionale che riveste il principio di ne bis in idem, concludendo con l’analisi di una sentenza che ha determinato la condanna dell’Italia da parte della Corte europea di Strasburgo per la violazione del divieto stesso.
L’elaborato si pone l’obiettivo di analizzare l’istituto del giudicato penale, il quale rappresenta l’essenza della decisione terminativa del giudizio, contenuta in un provvedimento giurisdizionale avente carattere di sentenza di proscioglimento o di condanna ovvero di decreto di condanna, divenuti irrevocabili. Attraverso l’istituto del giudicato, l’ordinamento giuridico tutela un principio di portata generale, ovvero la certezza del diritto, che nel campo processuale è assicurata dall’insieme di regole che consentono di qualificare come intangibili ed incontrovertibili le statuizioni degli organi giurisdizionali. L’istituto assume un’importanza rilevante all’interno dell’ordinamento, evitando la riapertura di vicende processuali ormai definite e garantendo i diritti e le libertà del consociato che altrimenti correrebbe il rischio di essere sottoposto ad una pluralità di processi per il medesimo reato per cui sia già stato giudicato irrevocabilmente.
Dopo un’analisi approfondita dell’istituto del giudicato penale, il secondo capitolo sarà invece dedicato all’effetto negativo tipico del giudicato stesso, ovvero il divieto di bis in idem, sancito dall’articolo 649 del nostro codice di procedura penale, secondo il quale l’imputato che sia stato prosciolto o condannato con sentenza o decreto penale divenuti irrevocabili non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto. Saranno in particolare analizzati i presupposti necessari ai fini dell’efficacia del divieto, distinguendo tra i presupposti soggettivi (eadem personam) e presupposti oggettivi (idem factum).
Esaurita la trattazione degli elementi strutturali del giudicato e del divieto di secondo giudizio che da esso scaturisce, sarà poi valutato il modo in cui il divieto stesso opera all’interno delle singole fattispecie criminose, distinguendo tra il concorso di reati, il reato complesso, il reato progressivo, il reato abituale ed infine il reato permanente.
Il quarto capitolo prenderà invece in considerazione i rapporti tra il giudicato penale da una parte e i profili di illegalità della pena e di abolitio crimins dall’altra, concentrandosi sulle conseguenze che il giudicato subisce nelle ipotesi in cui, successivamente al formarsi di esso, intervengano delle pronunce che determinino, alternativamente, o l’incostituzionalità della norma sulla base della quale era stato determinato il trattamento sanzionatorio o l’abrogazione della norma incriminatrice.
Nel capitolo finale sarà dato spazio al rilievo internazionale che riveste il principio di ne bis in idem, concludendo con l’analisi di una sentenza che ha determinato la condanna dell’Italia da parte della Corte europea di Strasburgo per la violazione del divieto stesso.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
01INDICE.pdf | 305.40 Kb |
02tesi_g...enale.pdf | 1.23 Mb |
Contatta l’autore |