• apparenza
• Baudelaire
• crimine
• D'Annunzio
• dandy
• Fitzgerald
• ineleganza
• istinto
• luoghi antiestetici
• sostanza
• superamento dell'apparenza
• volgarità
• Wilde

Scopo di questo elaborato sarà quello di trattare di una figura della letteratura, il dandy, per metterne in luce una serie di aspetti che deviano rispetto alla sua concezione tradizionale. In un primo capitolo introduttivo chiariremo le caratteristiche distintive del dandy per fornirne un quadro generale e, passando anche attraverso Baudelaire e D'Annunzio, individueremo in Dorian Gray di Wilde un punto di maggiore rottura con la tradizione dandistica. In un secondo capitolo tratteremo il dandy letterario di Francis Scott Fitzgerald nel tentativo di mostrare la continuità che esso presenta con il dandy di Wilde. Vedremo, infatti, come i dandy di Wilde e Fitzgerald manifesteranno entrambi una serie di aspetti che non dovrebbero riguardare un dandy: l'attrazione per il volgare, l'interesse per il crimine, la sfera dell'istinto, il cedimento delle apparenze vestimentarie e la frequentazione di luoghi antiestetici ed ineleganti. Tutti questi elementi comporteranno una degenerazione dell’apparenza nel dandy e la porteranno ad un superamento. Un terzo capitolo verrà poi dedicato in maniera specifica al conflitto tra essere e apparire individuabile nel dandy, con particolare attenzione al dandy fitzgeraldiano. In questo modo, si cercherà di dimostrare come possa esistere un'essenza nascosta dietro il modello delle apparenze a cui il dandy è tradizionalmente legato.