Tesi etd-03242022-175446 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORNINO, GRAZIA
URN
etd-03242022-175446
Titolo
L’ideale della bellezza femminile italiana. Analisi della personalità divistica di Sabrina Ferilli
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Tognolotti, Chiara
Parole chiave
- bellezza
- divismo
- Sabrina Ferilli
- star persona
- Stephen Gundle
Data inizio appello
14/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2062
Riassunto
L’oggetto di studio della mia tesi è l’ideale di bellezza femminile italiana che ho approfondito seguendo la linea cronologica proposta da Stephen Gundle nel suo famoso testo Bellissima: Feminine Beauty and the Idea of Italy, il quale dà ampio spazio alle dive italiane che con le loro forme, il loro talento e la loro sensualità note in tutto il mondo hanno contribuito, secondo l’autore, ad affermare lo stereotipo della bellezza femminile italiana. Ho indagato, così, le ragioni per le quali proprio un determinato canone di bellezza ha avuto successo in Italia, partendo da un’attenta analisi della società italiana: infatti, l’immagine della «bella italiana» è stata modellata e influenzata nel corso del tempo da ideologie politiche, economiche e culturali, fino ad inglobare elementi di modernità in cui alcuni aspetti del passato hanno continuato a persistere.
Il primo capitolo della tesi è completamente dedicato all’analisi del testo di Stephen Gundle in cui riporto l’attenzione sugli esempi delle diverse figure che hanno inaugurato e rafforzato, secondo l’autore, l’ideale di bellezza femminile italiana dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri e i diversi dibattiti, dominati prevalentemente da figure maschili, affrontati in relazione a questo ambito. Come sostiene Gundle, questo ideale di bellezza «relativamente statico» e con caratteristiche individuabili e distintive è stato associato da parte del pubblico e della stampa ad alcune figure femminili presenti nel mondo dello spettacolo. Sono state soprattutto le dive cosiddette «maggiorate» degli anni Cinquanta come Silvana Mangano, Gina Lollobrigida e Sophia Loren a porsi nell’immaginario collettivo degli italiani e degli stranieri come delle icone sex symbol dotate di bellezza tipicamente italiana. Inoltre, esse hanno rappresentato un’Italia in fase di progresso, ma sempre legata ai propri valori e alle proprie radici: l’insieme di questi elementi ha contribuito a generare un’ideale estetico individuabile dal pubblico. Secondo Gundle, alcune attrici italiane più recenti hanno contribuito a fornire un senso di continuità a questo ideale: infatti, esse grazie al loro aspetto fisico caratterizzato da capelli scuri, grandi occhi, corpi formosi e grazie alle loro convinzioni tradizionali dichiarate durante le interviste rilasciate per i settimanali italiani o durante i talk show ricordano, per alcuni tratti, le dive della tradizione.
Il secondo capitolo della tesi è dedicato ad una delle attrici contemporanee poste da Gundle all’interno della tradizione della bellezza femminile italiana: Sabrina Ferilli, colei che, secondo l’autore, ha saputo sfruttare le proprie qualità estetiche come «trampolino di lancio ma cercando anche di prenderne le distanze per rivendicare caratteristiche maggiormente personali». Dunque, seguirà l’analisi della figura divistica di Ferilli, partendo dagli esordi e ripercorrendo la carriera cinematografica, televisiva e teatrale. Successivamente, nel secondo paragrafo, approfondirò le performance più significative dell’attrice, i ruoli da lei interpretati e le varie somiglianze con le dive del passato, le quali hanno permesso di ipotizzare un ritorno dell’ideale estetico di «bellezza nazionale e popolare» attraverso la sua figura. Infine, mi dedicherò all’analisi della star persona di Ferilli secondo le indicazioni di Richard Dyer; di conseguenza, prendendo come punti di riferimento le interviste e i diversi racconti che i mass media hanno realizzato intorno alla sua figura, estrapolerò e ripercorrerò le caratteristiche e gli eventi che hanno contribuito a creare e ad affermare l’immagine pubblica dell’attrice.
Il primo capitolo della tesi è completamente dedicato all’analisi del testo di Stephen Gundle in cui riporto l’attenzione sugli esempi delle diverse figure che hanno inaugurato e rafforzato, secondo l’autore, l’ideale di bellezza femminile italiana dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri e i diversi dibattiti, dominati prevalentemente da figure maschili, affrontati in relazione a questo ambito. Come sostiene Gundle, questo ideale di bellezza «relativamente statico» e con caratteristiche individuabili e distintive è stato associato da parte del pubblico e della stampa ad alcune figure femminili presenti nel mondo dello spettacolo. Sono state soprattutto le dive cosiddette «maggiorate» degli anni Cinquanta come Silvana Mangano, Gina Lollobrigida e Sophia Loren a porsi nell’immaginario collettivo degli italiani e degli stranieri come delle icone sex symbol dotate di bellezza tipicamente italiana. Inoltre, esse hanno rappresentato un’Italia in fase di progresso, ma sempre legata ai propri valori e alle proprie radici: l’insieme di questi elementi ha contribuito a generare un’ideale estetico individuabile dal pubblico. Secondo Gundle, alcune attrici italiane più recenti hanno contribuito a fornire un senso di continuità a questo ideale: infatti, esse grazie al loro aspetto fisico caratterizzato da capelli scuri, grandi occhi, corpi formosi e grazie alle loro convinzioni tradizionali dichiarate durante le interviste rilasciate per i settimanali italiani o durante i talk show ricordano, per alcuni tratti, le dive della tradizione.
Il secondo capitolo della tesi è dedicato ad una delle attrici contemporanee poste da Gundle all’interno della tradizione della bellezza femminile italiana: Sabrina Ferilli, colei che, secondo l’autore, ha saputo sfruttare le proprie qualità estetiche come «trampolino di lancio ma cercando anche di prenderne le distanze per rivendicare caratteristiche maggiormente personali». Dunque, seguirà l’analisi della figura divistica di Ferilli, partendo dagli esordi e ripercorrendo la carriera cinematografica, televisiva e teatrale. Successivamente, nel secondo paragrafo, approfondirò le performance più significative dell’attrice, i ruoli da lei interpretati e le varie somiglianze con le dive del passato, le quali hanno permesso di ipotizzare un ritorno dell’ideale estetico di «bellezza nazionale e popolare» attraverso la sua figura. Infine, mi dedicherò all’analisi della star persona di Ferilli secondo le indicazioni di Richard Dyer; di conseguenza, prendendo come punti di riferimento le interviste e i diversi racconti che i mass media hanno realizzato intorno alla sua figura, estrapolerò e ripercorrerò le caratteristiche e gli eventi che hanno contribuito a creare e ad affermare l’immagine pubblica dell’attrice.
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