Tesi etd-03242020-130606 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BELLANDI, MARIANNA
URN
etd-03242020-130606
Titolo
Valutazione dei livelli di concentrazione degli inquinanti organici nel bacino idroelettrico di Pontecosi (LU), all'interno del progetto di analisi di sostenibilità ambientale di de-sedimentazione in continuo
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Giannarelli, Stefania
Parole chiave
- Inquinanti organici persistenti
- Normativa ambientale
- pericolosità dei rifiuti
- Sostenibilità ambientale
Data inizio appello
24/04/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/04/2090
Riassunto
Il presente lavoro di Tesi è inserito nell’ambito del progetto “Analisi di sostenibilità ambientale di de-sedimentazione in continuo del bacino idroelettrico, impianto Enel Green Power- Diga Pontecosi (LU)” condotto dall’Università di Pisa, in particolare dal Dipartimento di Scienze della Terra, di Chimica e Chimica Industriale e di Giurisprudenza.
Una problematica rilevante nella gestione degli invasi artificiali è rappresentata dall’interrimento, ovvero il progressivo accumulo di sedimenti, responsabile della riduzione della capacità d’invaso, che può limitare la sua funzionalità, sino a precluderla totalmente. Per questo è necessario che la sedimentazione negli invasi sia controllata e limitata, per evitare di perdere risorse di elevato interesse economico ed ambientale.
La gestione dei fenomeni di interrimento degli invasi artificiali risulta oggi disciplinata dall’art.114, commi 2 e ss., del d.lgs.152/2006 e dal D.M. 30/06/2004, recante i criteri per la redazione del Progetto di gestione degli invasi, a suo tempo emanato dal Ministero dell’Ambiente di concerto con Infrastrutture, Attività produttive, Politiche agricole e forestali in attuazione di quanto previsto dall’art.40 del d.lgs. 152/1999. È infatti utile ricordare che, malgrado la abrogazione del d.lgs.152/1999 ad opera del d.lgs.152/2006, il vecchio decreto attuativo del 2004 è stato mantenuto in vigore dall’art.170, 3° comma, lett.e, del d.lgs.152/2006.
Questa normativa si applica, in particolare, alle c.d. “grandi dighe” (d.l. 507/1994, conv. in legge 584/1994), fra le quali rientra anche l’invaso di Pontecosi.
Obiettivo generale posto dalla legge è quello di “assicurare il mantenimento della capacità di invaso e la salvaguardia sia della qualità dell’acqua invasata sia del corpo ricettore” (così l’art.114, 2° comma, del d.lgs.152/2006).
A tal fine Enel Green Power, in qualità di gestore della diga di Pontecosi, ha predisposto un progetto di gestione “finalizzato a definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell’impianto, da eseguirsi anche per stralci, per assicurare il mantenimento ed il graduale ripristino della capacità utile propria dell’invaso e per garantire prioritariamente in ogni tempo il funzionamento degli organi di scarico e di presa, nonché a definire i provvedimenti da porre in essere durante le suddette operazioni per la prevenzione e la tutela delle risorse idriche invasate e rilasciate a valle dello sbarramento, conformemente alle prescrizioni contenute nei piani di tutela delle acque e nel rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici interessati”(art. 3, D.M. 30/06/2004).
Il progetto di Enel Green Power, denominato “Rimozione in continuo dei sedimenti”, prevedeva un intervento di de-sedimentazione tramite fluitazione in continuo mediante un sistema di aspirazione e convogliamento forzato del refluo per il tramite di una condotta che avrebbe fatto esitare a valle, attraverso il tubo del MDV, circa 40.000 metri cubi di materiale solido, con una concentrazione approssimativa di 1 g/l.
L’Università di Pisa ha avuto il compito di redigere un rapporto tecnico sullo studio di sostenibilità ambientale del progetto.
Le attività da effettuarsi sulla base del contratto erano quelle relative a: inquadramento normativo dell’intervento e definizione dei parametri di riferimento delle sostanze da campionare; caratterizzazione geologico-strutturale dell’area su cui insiste il bacino di Pontecosi e delle aree limitrofe ad esso con particolare attenzione per le aree sorgenti del sedimento che viene introdotto dal sistema idrico naturale; descrizione e analisi petrografica dei principali litotipi interessati dal processo di erosione/trasporto/accumulo di sedimento finalizzato alla definizione dell’area utile per la definizione di livelli geochimici di riferimento; valutazione della natura mineralogica, petrografica e geochimica del sedimento accumulato nell’invaso e del suo stato qualitativo relativamente ai contaminanti inorganici e organici previsti dalle normative vigenti in materia ambientale; campionamento del corpo idrico all’interno dell’invaso e del ricettore a valle della diga con analisi dei parametri e confronto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di tutela della qualità delle acque superficiali.
Il presente lavoro di tesi si è occupato del campionamento di acque e sedimenti e della loro caratterizzazione chimica, prendendo in considerazione gli inquinanti organici, tramite tecniche di estrazione e analisi in spettrometria di massa.
Da un’analisi delle possibili norme applicabili è risultato che l’intervento di Pontecosi, che sta facendo o farà esitare a valle i sedimenti, rientra nella disciplina di cui all’art. 185, comma 3, del d.lgs. 152/2006, il quale prevede: «fatti salvi gli obblighi derivanti dalle normative comunitarie specifiche, sono esclusi dall’ambito di applicazione della Parte Quarta del presente decreto i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali o nell’ambito delle pertinenze idrauliche ai fini della gestione delle acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni».
I sedimenti lacuali, per origine e natura, non possono essere classificati a priori come pericolosi o non pericolosi. Per poterli discriminare è necessario conoscere la loro composizione chimica.
A tal fine, è stato realizzato il campionamento e l’analisi chimica, sia per la componente organica che per quella inorganica.
Il campionamento è stato effettuato nei mesi di maggio e giugno 2019. Per quanto riguarda la parte organica, i campioni prelevati, una volta raccolti negli appositi contenitori e siglati, sono stati analizzati presso il laboratorio del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa.
Gli inquinanti organici presi in esame sono policlorobifenili (PCB), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e pesticidi organoclorurati (POC). Ciascun campione di acqua e sedimento, una volta trattati adeguatamente, sono stati analizzati tramite la gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa.
I livelli di concentrazioni di inquinanti nelle acque sono stati confrontati con i limiti di legge, nel rispetto delle direttive comunitarie in materia di tutela delle acque. Nello specifico, queste, sono state recepite dalla legislazione nazionale con il d.lgs.152/2006 (art.73 ss. tutela delle acque per obiettivi di qualità). Stante quanto prevede il vigente piano di gestione delle acque, per il corpo idrico superficiale ‘Serchio monte’, in cui ricade l’invaso di Pontecosi, è stato fissato, quale obiettivo di qualità per il 2021, sia per lo stato ecologico che per quello chimico, il mantenimento dello stato «buono». Per questo, è stato necessario valutare che il progetto di de-sedimentazione di Enel Green Power, garantisse questo aspetto.
Le analisi chimiche effettuate sui sedimenti, invece, hanno permesso la loro classificazione e quindi il calcolo della pericolosità.
Poiché i sedimenti non sono risultati pericolosi, essi potranno essere spostati all’interno del corpo idrico del Serchio, a valle della diga.
Una problematica rilevante nella gestione degli invasi artificiali è rappresentata dall’interrimento, ovvero il progressivo accumulo di sedimenti, responsabile della riduzione della capacità d’invaso, che può limitare la sua funzionalità, sino a precluderla totalmente. Per questo è necessario che la sedimentazione negli invasi sia controllata e limitata, per evitare di perdere risorse di elevato interesse economico ed ambientale.
La gestione dei fenomeni di interrimento degli invasi artificiali risulta oggi disciplinata dall’art.114, commi 2 e ss., del d.lgs.152/2006 e dal D.M. 30/06/2004, recante i criteri per la redazione del Progetto di gestione degli invasi, a suo tempo emanato dal Ministero dell’Ambiente di concerto con Infrastrutture, Attività produttive, Politiche agricole e forestali in attuazione di quanto previsto dall’art.40 del d.lgs. 152/1999. È infatti utile ricordare che, malgrado la abrogazione del d.lgs.152/1999 ad opera del d.lgs.152/2006, il vecchio decreto attuativo del 2004 è stato mantenuto in vigore dall’art.170, 3° comma, lett.e, del d.lgs.152/2006.
Questa normativa si applica, in particolare, alle c.d. “grandi dighe” (d.l. 507/1994, conv. in legge 584/1994), fra le quali rientra anche l’invaso di Pontecosi.
Obiettivo generale posto dalla legge è quello di “assicurare il mantenimento della capacità di invaso e la salvaguardia sia della qualità dell’acqua invasata sia del corpo ricettore” (così l’art.114, 2° comma, del d.lgs.152/2006).
A tal fine Enel Green Power, in qualità di gestore della diga di Pontecosi, ha predisposto un progetto di gestione “finalizzato a definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell’impianto, da eseguirsi anche per stralci, per assicurare il mantenimento ed il graduale ripristino della capacità utile propria dell’invaso e per garantire prioritariamente in ogni tempo il funzionamento degli organi di scarico e di presa, nonché a definire i provvedimenti da porre in essere durante le suddette operazioni per la prevenzione e la tutela delle risorse idriche invasate e rilasciate a valle dello sbarramento, conformemente alle prescrizioni contenute nei piani di tutela delle acque e nel rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici interessati”(art. 3, D.M. 30/06/2004).
Il progetto di Enel Green Power, denominato “Rimozione in continuo dei sedimenti”, prevedeva un intervento di de-sedimentazione tramite fluitazione in continuo mediante un sistema di aspirazione e convogliamento forzato del refluo per il tramite di una condotta che avrebbe fatto esitare a valle, attraverso il tubo del MDV, circa 40.000 metri cubi di materiale solido, con una concentrazione approssimativa di 1 g/l.
L’Università di Pisa ha avuto il compito di redigere un rapporto tecnico sullo studio di sostenibilità ambientale del progetto.
Le attività da effettuarsi sulla base del contratto erano quelle relative a: inquadramento normativo dell’intervento e definizione dei parametri di riferimento delle sostanze da campionare; caratterizzazione geologico-strutturale dell’area su cui insiste il bacino di Pontecosi e delle aree limitrofe ad esso con particolare attenzione per le aree sorgenti del sedimento che viene introdotto dal sistema idrico naturale; descrizione e analisi petrografica dei principali litotipi interessati dal processo di erosione/trasporto/accumulo di sedimento finalizzato alla definizione dell’area utile per la definizione di livelli geochimici di riferimento; valutazione della natura mineralogica, petrografica e geochimica del sedimento accumulato nell’invaso e del suo stato qualitativo relativamente ai contaminanti inorganici e organici previsti dalle normative vigenti in materia ambientale; campionamento del corpo idrico all’interno dell’invaso e del ricettore a valle della diga con analisi dei parametri e confronto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di tutela della qualità delle acque superficiali.
Il presente lavoro di tesi si è occupato del campionamento di acque e sedimenti e della loro caratterizzazione chimica, prendendo in considerazione gli inquinanti organici, tramite tecniche di estrazione e analisi in spettrometria di massa.
Da un’analisi delle possibili norme applicabili è risultato che l’intervento di Pontecosi, che sta facendo o farà esitare a valle i sedimenti, rientra nella disciplina di cui all’art. 185, comma 3, del d.lgs. 152/2006, il quale prevede: «fatti salvi gli obblighi derivanti dalle normative comunitarie specifiche, sono esclusi dall’ambito di applicazione della Parte Quarta del presente decreto i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali o nell’ambito delle pertinenze idrauliche ai fini della gestione delle acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni».
I sedimenti lacuali, per origine e natura, non possono essere classificati a priori come pericolosi o non pericolosi. Per poterli discriminare è necessario conoscere la loro composizione chimica.
A tal fine, è stato realizzato il campionamento e l’analisi chimica, sia per la componente organica che per quella inorganica.
Il campionamento è stato effettuato nei mesi di maggio e giugno 2019. Per quanto riguarda la parte organica, i campioni prelevati, una volta raccolti negli appositi contenitori e siglati, sono stati analizzati presso il laboratorio del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa.
Gli inquinanti organici presi in esame sono policlorobifenili (PCB), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e pesticidi organoclorurati (POC). Ciascun campione di acqua e sedimento, una volta trattati adeguatamente, sono stati analizzati tramite la gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa.
I livelli di concentrazioni di inquinanti nelle acque sono stati confrontati con i limiti di legge, nel rispetto delle direttive comunitarie in materia di tutela delle acque. Nello specifico, queste, sono state recepite dalla legislazione nazionale con il d.lgs.152/2006 (art.73 ss. tutela delle acque per obiettivi di qualità). Stante quanto prevede il vigente piano di gestione delle acque, per il corpo idrico superficiale ‘Serchio monte’, in cui ricade l’invaso di Pontecosi, è stato fissato, quale obiettivo di qualità per il 2021, sia per lo stato ecologico che per quello chimico, il mantenimento dello stato «buono». Per questo, è stato necessario valutare che il progetto di de-sedimentazione di Enel Green Power, garantisse questo aspetto.
Le analisi chimiche effettuate sui sedimenti, invece, hanno permesso la loro classificazione e quindi il calcolo della pericolosità.
Poiché i sedimenti non sono risultati pericolosi, essi potranno essere spostati all’interno del corpo idrico del Serchio, a valle della diga.
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