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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03242020-103731


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GRAZIAN, ANNA
URN
etd-03242020-103731
Titolo
I criteri di priorità ed il principio di obbligatorietà dell'azione penale: il principio e la realtà applicativa
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Bonini, Valentina
Parole chiave
  • priority
  • priorità
  • principle
  • principio
  • prassi
  • practice
  • obbligatorietà
  • criteri
  • discrezionalità
  • criminal action
  • azione penale
  • Procura della Repubblica
Data inizio appello
16/04/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/04/2090
Riassunto
Nel corso della trattazione affronteremo l’annoso problema dei criteri di priorità nell’esercizio dell’azione penale: fin dagli anni ‘80 la dottrina ed il Csm si scontrano su questo tema, che, ad oggi, ha assistito ad una convergenza di opinioni e ad una formalizzazione nella legge primaria esclusivamente per la fase processuale, ossia con riguardo alla formazione dei ruoli d’udienza e la trattazione dei processi (art. 132bis disp. att. c.p.p).
Il fronte di maggiore criticità della disciplina è rappresentato dalla sua legittimazione con il principio di obbligatorietà nell’esercizio dell’azione penale (art. 112 Cost.): dopo un veloce excursus storico delle radici del principio, ci concentreremo sulla sua disciplina e sul protagonista della relativa fase processuale, il Pubblico ministero. È quest’ultimo infatti che dovrà adottare una decisione sull’alternativa tra l’esercizio dell’azione e la richiesta di archiviazione, un'attività che ha alimentato molteplici discussioni circa una ipotetica “occulta” discrezionalità che il nostro ordinamento formalmente rigetta, ma che ammette nella prassi.
Questa considerazione costituirà un’importante e doverosa presa di coscienza, in quanto guardando proprio alla pratica degli uffici di Procura, sono ormai innegabili gli “spazi valutativi” che l’organo requirente si arroga in un’ottica di organizzazione e razionalizzazione delle notitiae criminis sopravvenute, resa ormai necessaria dall’impossibilità di una piena trattazione per qualsiasi caso giunto alle Procure, date le limitate risorse organiche e materiali in cui cronicamente riversano gli uffici.
In realtà gli strumenti d’intervento deflativi individuati dal nostro legislatore sono molteplici, sia tradizionali che innovativi, tuttavia, se veramente si vuol perseguire l’obiettivo di razionalizzazione, questi strumenti avranno tanta più ragione di esistere già a partire dalle prime fasi del procedimento, ed è proprio ciò che puntiamo a dimostrare: l’enucleazione dei criteri di priorità non solo può essere considerata legittima ex art. 112 Cost., ma costituirà uno strumento importantissimo nelle mani del Procuratore della Repubblica per l’organizzazione e la gestione dell’ufficio.
Ad oggi questo, almeno nella prassi, è ben chiaro ed a dimostrazione di ciò opereremo anche un’indagine sul campo presso la Procura della Repubblica di Livorno, in modo da evidenziare esempi “virtuosi” del nostro territorio e dimostrare come ormai sia più che doveroso un intervento legislativo che ufficializzi quello che ormai è affermato nella prassi delle nostre Procure.
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