Tesi etd-03242015-112938 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CELLAI, UMBERTO
URN
etd-03242015-112938
Titolo
Giochi e scommesse.
Il caso Stanleybet tra mercato unico europeo, monopolio statale e vuoti normativi.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Fioritto, Alfredo
Parole chiave
- gioco
- monopolio
- riserva
- scommesse
- stanleybet
Data inizio appello
13/04/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La disciplina pubblicistica dei giochi e delle scommesse è un settore di grande importanza.
Già durante i lavori preparatori al Codice Zanardelli si afferma l’esistenza di una quasi ‘naturale propensione’ dell’Uomo al giuoco: infatti “una delle tendenze e consuetudini più antiche, universali e costanti dell’uman genere è certamente quella del giuoco, il quale non è sempre un perditempo soltanto ed un sollazzo, figlio dell’ozio e della noia, ma, soprattutto, nelle prime età della vita, è un modo geniale ed efficace di esercitare e svolgere le forze fisiche e talvolta di esercitare benanco, nei momenti stessi del divertimento, le facoltà della mente” . Oggi tale materia comporta la salvaguardia e la tutela di interessi pubblici di primo conto come l’ordine pubblico, la lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio finanziario, la finanza pubblica e le questioni che attengono alla prevenzione di patologie, ormai conclamate, quali la ludopatia.
La complessità della materia e la “pericolosità” della stessa hanno da sempre giustificato un intervento penetrante dello Stato, cresciuto esponenzialmente con l’evoluzione del fenomeno e di nuove forme di gioco.
L’attenzione dello Stato si rivolge particolarmente al carattere economico e finanziario del settore dei giochi e delle scommesse, poggiando più volte le fondamenta di nuove manovre, proprio sulle entrate derivanti da tali attività.
In regime di Monopolio quindi, cresce l’importanza del diritto amministrativo: gli interessi succitati impongono una disciplina alquanto stringente nei confronti dei privati che operano sul mercato, limitando così l’impatto dei principi di concorrenza e liberalizzazione sanciti dall’Unione Europea, e riservando ampi poteri allo Stato per il tramite di una potestà legislativa esclusiva.
L’Amministrazione si trova ad operare in un complesso sistema di fonti eterogenee frutto anche dell’ampio utilizzo dello strumento della delegificazione.
La pluralità di fonti, la contraddizione tra queste, l’eccesso di discipline derogatorie e transitorie, l’esistenza di decreti ministeriali o direttoriali che esprimono principi, a volte più importanti di quelli sanciti da fonti superiori, comporta profonda incertezza in tutti coloro che operano nel settore: siano essi i giudici nazionali, europei, i privati o gli studiosi.
Con tale elaborazione si tenta di esporre quali siano i caratteri fondamentali di tale complessa disciplina, il regime vigente, il sistema di fonti, nazionale e non, e i risvolti problematici, inerenti il sistema concessorio e monopolistico nostrano, con riferimento agli operatori privati ed in particolare alla vicenda, ormai annosa dei cosiddetti CTD (Centri Trasmissione Dati) della Stanleybet International Betting Ltd., leader europeo nel settore delle scommesse sportive da oltre 50 anni.
Già durante i lavori preparatori al Codice Zanardelli si afferma l’esistenza di una quasi ‘naturale propensione’ dell’Uomo al giuoco: infatti “una delle tendenze e consuetudini più antiche, universali e costanti dell’uman genere è certamente quella del giuoco, il quale non è sempre un perditempo soltanto ed un sollazzo, figlio dell’ozio e della noia, ma, soprattutto, nelle prime età della vita, è un modo geniale ed efficace di esercitare e svolgere le forze fisiche e talvolta di esercitare benanco, nei momenti stessi del divertimento, le facoltà della mente” . Oggi tale materia comporta la salvaguardia e la tutela di interessi pubblici di primo conto come l’ordine pubblico, la lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio finanziario, la finanza pubblica e le questioni che attengono alla prevenzione di patologie, ormai conclamate, quali la ludopatia.
La complessità della materia e la “pericolosità” della stessa hanno da sempre giustificato un intervento penetrante dello Stato, cresciuto esponenzialmente con l’evoluzione del fenomeno e di nuove forme di gioco.
L’attenzione dello Stato si rivolge particolarmente al carattere economico e finanziario del settore dei giochi e delle scommesse, poggiando più volte le fondamenta di nuove manovre, proprio sulle entrate derivanti da tali attività.
In regime di Monopolio quindi, cresce l’importanza del diritto amministrativo: gli interessi succitati impongono una disciplina alquanto stringente nei confronti dei privati che operano sul mercato, limitando così l’impatto dei principi di concorrenza e liberalizzazione sanciti dall’Unione Europea, e riservando ampi poteri allo Stato per il tramite di una potestà legislativa esclusiva.
L’Amministrazione si trova ad operare in un complesso sistema di fonti eterogenee frutto anche dell’ampio utilizzo dello strumento della delegificazione.
La pluralità di fonti, la contraddizione tra queste, l’eccesso di discipline derogatorie e transitorie, l’esistenza di decreti ministeriali o direttoriali che esprimono principi, a volte più importanti di quelli sanciti da fonti superiori, comporta profonda incertezza in tutti coloro che operano nel settore: siano essi i giudici nazionali, europei, i privati o gli studiosi.
Con tale elaborazione si tenta di esporre quali siano i caratteri fondamentali di tale complessa disciplina, il regime vigente, il sistema di fonti, nazionale e non, e i risvolti problematici, inerenti il sistema concessorio e monopolistico nostrano, con riferimento agli operatori privati ed in particolare alla vicenda, ormai annosa dei cosiddetti CTD (Centri Trasmissione Dati) della Stanleybet International Betting Ltd., leader europeo nel settore delle scommesse sportive da oltre 50 anni.
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