Tesi etd-03232021-190052 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIANNOTTI, LISA
URN
etd-03232021-190052
Titolo
Il Totalitarismo negli scritti di intellettuali fascisti e di oppositori italiani
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof.ssa Cassina, Cristina
Parole chiave
- Totalitarismo
Data inizio appello
26/04/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’elaborato Il Totalitarismo negli scritti di intellettuali fascisti e di oppositori italiani tratta del concetto di totalitarismo, di come nasce e di come viene percepito dagli attori politici del tempo.
A differenza di quel che si pensa il termine totalitarismo non ha radici molto lontane, infatti, viene coniato agli inizi del secolo scorso dagli intellettuali italiani per indicare il Fascismo.
Il primo capitolo tratta delle prime apparizioni di questo nuovo termine, infatti, lo ritroviamo negli scritti di Amendola, Sturzo e Gramsci e molti altri intellettuali, che usano la parola totalitario per sottolineare la novità di ciò che accade in Italia, proprio a mostrare la differenza che c’è tra le dittature passate e il nuovo tipo di politica fascista.
Il capitolo due viene suddiviso in tre parti: Antonio Gramsci, Luigi Sturzo e il Partito Nazionale Fascista. Questi tre attori fanno parte di schieramenti del tutto diversi, infatti, Gramsci è uno dei massimi pensatori italiani del comunismo, mentre Sturzo è il padre del Partito popolare italiano. Nonostante le divergenze di pensiero tutti e tre utilizzano il termine totalitario.
Gramsci ha intuito già prima del suo arresto, la presa di potere forte che il Mussolini ha imposto alla Camera dei deputati. Gramsci è consapevole che il tempo per i comunisti italiani non è ancora maturo ma combatte strenuamente contro i fascisti che si stanno accaparrando tutto il potere in maniera autoritaria. Anche dopo essere stato arrestato e costretto alla carcerazione con una condanna di 20 anni, Gramsci continua il suo lavoro. La produzione del carcere sarà raccolta in seguito nei Quaderni del carcere, l’opera più conosciuta dell’autore. Anche se questo saggio vede la luce dopo la morte del suo autore, i compagni del partito non abbandonano la lotta che Gramsci aveva a cuore.
Don Luigi Sturzo è uno dei primi intellettuali a chiamare lo Stato fascista totalitario, la sua lotta per il popolo, con la creazione di casse rurali e di mutuo soccorso per i più deboli fece acquistare molta popolarità al partito popolare, ma Sturzo come Gramsci e tutti gli altri esponenti politici combattono le loro battaglie legalmente, mentre il fascismo è un’organizzazione che basa il suo potere sulla violenza e l’illegalità. Le denunce del prete contro Mussolini non sono servite a molto ma gli sono valse l’allontanamento dalla carica di capo del partito e poi di ministro all’interno della Camera, su volere del Vaticano, che ha già appoggiato il fascismo. Dal suo esilio Sturzo scrive Italia e Fascismo, l’opera conosce un grande successo a livello europeo e viene tradotta in più lingue. Il saggio di Sturzo è una denuncia a ciò che è accaduto in Italia, l’analisi di come il fascismo abbia assunto tanto potere, diventando il primo prototipo di stato totalitario e la somiglianza che questo regime ha con l’Urss.
Dal canto suo il Partito Nazionale Fascista una volta imposto il potere ed eliminate le opposizioni, si allontana dal termine totalitario. All’inizio del suo percorso politico Mussolini aveva assunto con grande orgoglio il termine totalitario per descriversi, ma negli anni ’40 del 900 prende le distanze da questa etichetta, ridimensionandola. La storia e le azioni fasciste si possono leggere nel Dizionario di politica redatto dal partito e voluto da Mussolini in persona.
The paper Il Totalitarism in the writings of fascist intellectuals and Italian opponents deals with the concept of totalitarianism, how it was born and how it is perceived by the political actors of the time.
Unlike what is thought, the term totalitarianism does not have very distant roots, in fact, it was coined at the beginning of the last century by Italian intellectuals to indicate Fascism.The first chapter deals with the first appearances of this new term, in fact, we find it in the writings of Amendola, Sturzo and Gramsci and many other intellectuals, who use the word totalitarian to emphasize the novelty of what happens in Italy, just to show the difference. which exists between past dictatorships and the new type of fascist politics.
Chapter two is divided into three parts: Antonio Gramsci, Luigi Sturzo and the National Fascist Party. These three actors are part of completely different camps, in fact, Gramsci is one of the greatest Italian thinkers of communism, while Sturzo is the father of the Italian People's Party. Despite the differences of thought, all three use the term totalitarian.
Gramsci had already guessed before his arrest, the strong takeover that Mussolini imposed on the Chamber of Deputies. Gramsci is aware that the time for the Italian Communists is not yet ripe but he fights strenuously against the fascists who are grabbing all power in an authoritarian way. Even after being arrested and forced into jail with a 20-year sentence, Gramsci continues his work. The prison production will later be collected in the Prison Notebooks, the author's best known work. Even if this essay sees the light after the death of its author, the comrades of the party do not abandon the struggle that Gramsci had at heart.
Don Luigi Sturzo is one of the first intellectuals to call the fascist state totalitarian, his struggle for the people, with the creation of rural funds and mutual aid for the weakest, made the popular party gain a lot of popularity, but Sturzo like Gramsci and all other politicians fight their battles legally, while fascism is an organization that bases its power on violence and illegality. The priest's complaints against Mussolini did not help much but earned him the expulsion from the office of party head and then minister in the Chamber, at the behest of the Vatican, which has already supported fascism. From his exile Sturzo wrote Italy and Fascism, the work enjoyed great success at European level and was translated into several languages. Sturzo's essay is a denunciation of what happened in Italy, the analysis of how fascism took on so much power, becoming the first prototype of a totalitarian state and the similarity that this regime has with the URSS.
For its part, the National Fascist Party, once it has imposed power and eliminated the opposition, moves away from the term totalitarian. At the beginning of his political career Mussolini had taken on the term totalitarian with great pride to describe himself, but in the 1940s he distanced himself from this label, resizing it. The history and fascist actions can be read in the Political Dictionary drawn up by the party and wanted by Mussolini himself.
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A differenza di quel che si pensa il termine totalitarismo non ha radici molto lontane, infatti, viene coniato agli inizi del secolo scorso dagli intellettuali italiani per indicare il Fascismo.
Il primo capitolo tratta delle prime apparizioni di questo nuovo termine, infatti, lo ritroviamo negli scritti di Amendola, Sturzo e Gramsci e molti altri intellettuali, che usano la parola totalitario per sottolineare la novità di ciò che accade in Italia, proprio a mostrare la differenza che c’è tra le dittature passate e il nuovo tipo di politica fascista.
Il capitolo due viene suddiviso in tre parti: Antonio Gramsci, Luigi Sturzo e il Partito Nazionale Fascista. Questi tre attori fanno parte di schieramenti del tutto diversi, infatti, Gramsci è uno dei massimi pensatori italiani del comunismo, mentre Sturzo è il padre del Partito popolare italiano. Nonostante le divergenze di pensiero tutti e tre utilizzano il termine totalitario.
Gramsci ha intuito già prima del suo arresto, la presa di potere forte che il Mussolini ha imposto alla Camera dei deputati. Gramsci è consapevole che il tempo per i comunisti italiani non è ancora maturo ma combatte strenuamente contro i fascisti che si stanno accaparrando tutto il potere in maniera autoritaria. Anche dopo essere stato arrestato e costretto alla carcerazione con una condanna di 20 anni, Gramsci continua il suo lavoro. La produzione del carcere sarà raccolta in seguito nei Quaderni del carcere, l’opera più conosciuta dell’autore. Anche se questo saggio vede la luce dopo la morte del suo autore, i compagni del partito non abbandonano la lotta che Gramsci aveva a cuore.
Don Luigi Sturzo è uno dei primi intellettuali a chiamare lo Stato fascista totalitario, la sua lotta per il popolo, con la creazione di casse rurali e di mutuo soccorso per i più deboli fece acquistare molta popolarità al partito popolare, ma Sturzo come Gramsci e tutti gli altri esponenti politici combattono le loro battaglie legalmente, mentre il fascismo è un’organizzazione che basa il suo potere sulla violenza e l’illegalità. Le denunce del prete contro Mussolini non sono servite a molto ma gli sono valse l’allontanamento dalla carica di capo del partito e poi di ministro all’interno della Camera, su volere del Vaticano, che ha già appoggiato il fascismo. Dal suo esilio Sturzo scrive Italia e Fascismo, l’opera conosce un grande successo a livello europeo e viene tradotta in più lingue. Il saggio di Sturzo è una denuncia a ciò che è accaduto in Italia, l’analisi di come il fascismo abbia assunto tanto potere, diventando il primo prototipo di stato totalitario e la somiglianza che questo regime ha con l’Urss.
Dal canto suo il Partito Nazionale Fascista una volta imposto il potere ed eliminate le opposizioni, si allontana dal termine totalitario. All’inizio del suo percorso politico Mussolini aveva assunto con grande orgoglio il termine totalitario per descriversi, ma negli anni ’40 del 900 prende le distanze da questa etichetta, ridimensionandola. La storia e le azioni fasciste si possono leggere nel Dizionario di politica redatto dal partito e voluto da Mussolini in persona.
The paper Il Totalitarism in the writings of fascist intellectuals and Italian opponents deals with the concept of totalitarianism, how it was born and how it is perceived by the political actors of the time.
Unlike what is thought, the term totalitarianism does not have very distant roots, in fact, it was coined at the beginning of the last century by Italian intellectuals to indicate Fascism.The first chapter deals with the first appearances of this new term, in fact, we find it in the writings of Amendola, Sturzo and Gramsci and many other intellectuals, who use the word totalitarian to emphasize the novelty of what happens in Italy, just to show the difference. which exists between past dictatorships and the new type of fascist politics.
Chapter two is divided into three parts: Antonio Gramsci, Luigi Sturzo and the National Fascist Party. These three actors are part of completely different camps, in fact, Gramsci is one of the greatest Italian thinkers of communism, while Sturzo is the father of the Italian People's Party. Despite the differences of thought, all three use the term totalitarian.
Gramsci had already guessed before his arrest, the strong takeover that Mussolini imposed on the Chamber of Deputies. Gramsci is aware that the time for the Italian Communists is not yet ripe but he fights strenuously against the fascists who are grabbing all power in an authoritarian way. Even after being arrested and forced into jail with a 20-year sentence, Gramsci continues his work. The prison production will later be collected in the Prison Notebooks, the author's best known work. Even if this essay sees the light after the death of its author, the comrades of the party do not abandon the struggle that Gramsci had at heart.
Don Luigi Sturzo is one of the first intellectuals to call the fascist state totalitarian, his struggle for the people, with the creation of rural funds and mutual aid for the weakest, made the popular party gain a lot of popularity, but Sturzo like Gramsci and all other politicians fight their battles legally, while fascism is an organization that bases its power on violence and illegality. The priest's complaints against Mussolini did not help much but earned him the expulsion from the office of party head and then minister in the Chamber, at the behest of the Vatican, which has already supported fascism. From his exile Sturzo wrote Italy and Fascism, the work enjoyed great success at European level and was translated into several languages. Sturzo's essay is a denunciation of what happened in Italy, the analysis of how fascism took on so much power, becoming the first prototype of a totalitarian state and the similarity that this regime has with the URSS.
For its part, the National Fascist Party, once it has imposed power and eliminated the opposition, moves away from the term totalitarian. At the beginning of his political career Mussolini had taken on the term totalitarian with great pride to describe himself, but in the 1940s he distanced himself from this label, resizing it. The history and fascist actions can be read in the Political Dictionary drawn up by the party and wanted by Mussolini himself.
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