Tesi etd-03232013-130050 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RUSSO, FLAVIA
URN
etd-03232013-130050
Titolo
D'Annunzio drammaturgo: il periodo francese
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
controrelatore Prof.ssa Petrucci, Giuliana
relatore Prof.ssa Guidotti, Angela
relatore Prof.ssa Guidotti, Angela
Parole chiave
- D'Annunzio
- Francia
- teatro
Data inizio appello
22/04/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/04/2053
Riassunto
Questo lavoro di tesi ha lo scopo di analizzare i vari elementi che caratterizzarono il teatro francese di Gabriele D’Annunzio. Le ultime quattro tragedie con cui il poeta concluse la sua carriera di drammaturgo furono infatti ideate e stese in Francia, durante il quinquennio 1910-1915 che D’Annunzio trascorse interamente tra Parigi e la località di Arcachon, nelle Lande.
Prima di analizzare nel dettaglio le quattro pièces francesi ovvero Le Martyre de Saint Sébastien, Parisina, La Pisanelle, Le Chèvrefeuille, si è ritenuto opportuno effettuare una panoramica di tutte quelle attività che contribuirono a rendere D’Annunzio un personaggio niente affatto sconosciuto al suo arrivo a Parigi e che giocarono senza dubbio un ruolo di primaria importanza nella sua decisione di avviare in un organico progetto teatrale oltralpe.
Per dare il giusto spazio alla analisi del fenomeno dannunziano in Francia prima del vero e proprio inizio dell’avventura teatrale, si è deciso di dividere strutturalmente la tesi in due parti: nella prima verrà analizzato il fenomeno della traduzione e delle vicissitudini editoriali legate alla pubblicazione dei primi tre romanzi esportati in Francia e alla complicata e efficace strategia mitografica che accompagnò la loro diffusione negli anni novanta del 1800, quando il poeta si trovava ancora in Italia. Grazie al grandissimo successo dei romanzi e alla accurata selezione di notizie relative alla propria biografia, il poeta riuscì infatti ad alimentare un fortissimo interesse per la sua persona e per le sue opere tanto da essere letteralmente preceduto dalla sua fama una volta arrivato a Parigi. Ritenendo la cosa fondamentale per la successiva avventura teatrale, si è tentato di analizzare il fenomeno del grandissimo successo di tali traduzioni: il pubblico e gran parte della critica rimasero sorpresi e affascinati dai romanzi di colui che si presentava come un brillante interprete delle nuove tendenze letterarie e che rimase essenzialmente una figura avvolta da un certo mistero. Nel 1910 tutto ciò consentì al poeta di non essere un comune viaggiatore ma un personaggio attesissimo e conteso, un vero protagonista della vita mondana grazie al successo avuto proprio dalle sue opere di narrativa che venivano continuamente ristampate.
Il successo dei romanzi fu causa anche del primissimo audace esperimento teatrale della carriera dannunziana: nel 1898 viene infatti rappresentata a Parigi La ville morte, versione francese della Città morta, primo organico lavoro teatrale del poeta a cui si è dedicato un capitolo prima di passare a illustrare quale fu l’effettiva accoglienza riservata al poeta al suo arrivo a Parigi nel 1910: una volta arrivato in Francia, questo contesto particolarmente favorevole unito alla grandissima duttilità di cui D’Annunzio era dotato e alla sua inesauribile vena creativa gli permisero di essere l’ospite d’onore nei migliori salotti della capitale per poi passare, nella solitudine delle Lande, al ruolo di giornalista, poeta e drammaturgo, lasciando così una caleidoscopica traccia della sua permanenza oltralpe.
La seconda parte della tesi è invece dedicata a un’analisi puntuale dei drammi francesi di cui vengono analizzati genesi compositiva, problemi e caratteristiche della mise en scène e ricezione del pubblico e della critica francese, mentre minor è dato all’aspetto prettamente testuale, a cui si accenna solo nei peculiari casi de Le Maryre de Saint Sébastien e de La Pisanelle, le cui particolarità linguistiche è impossibile tralasciare del tutto.
Alle conclusioni è affidata una riflessione sulle caratteristiche del teatro francese di D’Annunzio nel suo complesso, al suo significato rispetto a resto della produzione drammaturgica.
Prima di analizzare nel dettaglio le quattro pièces francesi ovvero Le Martyre de Saint Sébastien, Parisina, La Pisanelle, Le Chèvrefeuille, si è ritenuto opportuno effettuare una panoramica di tutte quelle attività che contribuirono a rendere D’Annunzio un personaggio niente affatto sconosciuto al suo arrivo a Parigi e che giocarono senza dubbio un ruolo di primaria importanza nella sua decisione di avviare in un organico progetto teatrale oltralpe.
Per dare il giusto spazio alla analisi del fenomeno dannunziano in Francia prima del vero e proprio inizio dell’avventura teatrale, si è deciso di dividere strutturalmente la tesi in due parti: nella prima verrà analizzato il fenomeno della traduzione e delle vicissitudini editoriali legate alla pubblicazione dei primi tre romanzi esportati in Francia e alla complicata e efficace strategia mitografica che accompagnò la loro diffusione negli anni novanta del 1800, quando il poeta si trovava ancora in Italia. Grazie al grandissimo successo dei romanzi e alla accurata selezione di notizie relative alla propria biografia, il poeta riuscì infatti ad alimentare un fortissimo interesse per la sua persona e per le sue opere tanto da essere letteralmente preceduto dalla sua fama una volta arrivato a Parigi. Ritenendo la cosa fondamentale per la successiva avventura teatrale, si è tentato di analizzare il fenomeno del grandissimo successo di tali traduzioni: il pubblico e gran parte della critica rimasero sorpresi e affascinati dai romanzi di colui che si presentava come un brillante interprete delle nuove tendenze letterarie e che rimase essenzialmente una figura avvolta da un certo mistero. Nel 1910 tutto ciò consentì al poeta di non essere un comune viaggiatore ma un personaggio attesissimo e conteso, un vero protagonista della vita mondana grazie al successo avuto proprio dalle sue opere di narrativa che venivano continuamente ristampate.
Il successo dei romanzi fu causa anche del primissimo audace esperimento teatrale della carriera dannunziana: nel 1898 viene infatti rappresentata a Parigi La ville morte, versione francese della Città morta, primo organico lavoro teatrale del poeta a cui si è dedicato un capitolo prima di passare a illustrare quale fu l’effettiva accoglienza riservata al poeta al suo arrivo a Parigi nel 1910: una volta arrivato in Francia, questo contesto particolarmente favorevole unito alla grandissima duttilità di cui D’Annunzio era dotato e alla sua inesauribile vena creativa gli permisero di essere l’ospite d’onore nei migliori salotti della capitale per poi passare, nella solitudine delle Lande, al ruolo di giornalista, poeta e drammaturgo, lasciando così una caleidoscopica traccia della sua permanenza oltralpe.
La seconda parte della tesi è invece dedicata a un’analisi puntuale dei drammi francesi di cui vengono analizzati genesi compositiva, problemi e caratteristiche della mise en scène e ricezione del pubblico e della critica francese, mentre minor è dato all’aspetto prettamente testuale, a cui si accenna solo nei peculiari casi de Le Maryre de Saint Sébastien e de La Pisanelle, le cui particolarità linguistiche è impossibile tralasciare del tutto.
Alle conclusioni è affidata una riflessione sulle caratteristiche del teatro francese di D’Annunzio nel suo complesso, al suo significato rispetto a resto della produzione drammaturgica.
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