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Nel corso degli anni il codice di procedura civile è stato più volte riformato per i continui cambiamenti di disciplina delle nuove prove in appello, che in alcuni casi hanno permesso alle parti di introdurre liberamente nel secondo grado nuove deduzioni probatorie, in altri hanno invece limitato tale possibilità. L’indirizzo seguito dal legislatore dagli anni ’90 a oggi è nel senso più restrittivo, con la conseguente influenza sulla struttura dell’appello, che ha perso gradualmente la sua caratteristica originaria di mezzo di gravame per assumere sempre più quella di mezzo di impugnazione in senso stretto, concentrato essenzialmente sulla sentenza di primo grado, piuttosto che sull’oggetto della controversia. La tesi analizza il fenomeno riguardo al processo ordinario, a quello del lavoro e a quello sommario di cognizione, soffermandosi in particolare sulle problematiche che più hanno impegnato la dottrina e la giurisprudenza, come l’interpretazione del concetto di indispensabilità e l’estensione delle preclusioni anche ai documenti.