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La conquista giapponese delle Filippine fu una delle maggiori perdite per gli Stati Uniti all'inizio della Seconda guerra mondiale. L’attacco di Pearl Harbor spesso offusca la campagna iniziata nell’arcipelago delle Filippine l’8 dicembre 1941 e durata ben sei mesi. Probabilmente la tempestività e la violenza improvvisa con cui i giapponesi condussero l’attacco a Pearl Harbour ha reso agli occhi della storia tale accadimento più rilevante al livello militare rispetto alla campagna delle Filippine del 1941-1942. Si consideri che sia le Hawaii sia le Filippine erano sotto il controllo americano, il primo un territorio e il secondo un Commonwealth. Di fatto, la flotta del Pacifico aveva subito gravi perdite e l'aeronautica militare hawaiana aveva i suoi aeroporti devastati dagli aerei giapponesi. Nelle Filippine, invece, dopo la campagna i giapponesi invasero e presero il controllo del territorio e della sua popolazione, una divisione completa dell'esercito americano fu persa, la flotta asiatica si ritirò dalle Filippine e le forze di bombardieri e caccia furono distrutte. Se è vero che in termini di vittime e portata del combattimento le Filippine rappresentano una sconfitta molto più grande di quella avvenuta a Pearl Harbour, è altrettanto vero che la difesa che le forze alleate americane e filippine opposero ai giapponesi fornì a Washington la speranza quando, nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale, i giapponesi minacciavano pesantemente il teatro del Pacifico. La campagna delle Filippine rappresenta la prima operazione prolungata contro il Giappone in una guerra lunga e sanguinosa.