Tesi etd-03222024-085554 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DAHMED, SIDI
URN
etd-03222024-085554
Titolo
LE TUTELA DELLE AREE MARINE E LA LORO INFLUENZA SULLA BIODIVERSITÀ : Caso della Mauritanie
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Dei, Paolo
correlatore Sacco, Vincenzo
correlatore Sacco, Vincenzo
Parole chiave
- zona marittime esclusive
- zone marittime prottete
Data inizio appello
09/04/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2064
Riassunto
Gli oceani, che coprono quasi i tre quarti della superficie terrestre, sono il cuore pulsante del nostro pianeta. Ricchi di una biodiversità sorprendente, svolgono un ruolo insostituibile nella regolazione del clima globale. Nonostante la loro importanza critica, gli oceani sono sotto assedio. Una moltitudine di minacce antropiche: l'inquinamento, la pesca eccessiva, la distruzione degli habitat e il cambiamento climatico, che stanno erodendo la salute di questi ecosistemi vitali.
In questo preoccupante scenario, le aree marine protette (AMP) sembrano essere un faro di speranza. Queste oasi marine, dove le attività umane sono strettamente regolamentate, mirano a salvaguardare la biodiversità oceanica e preservare la vitalità degli ecosistemi marini. Le AMP sono i custodi della diversità biologica, difendendo habitat e specie di valore minacciati dall'inesorabile avanzata delle attività umane.
La crescente pressione sull'ambiente marino solleva interrogativi urgenti sulla conservazione della sua ricchezza e diversità. In risposta, le AMP stanno emergendo come strumenti essenziali nella lotta per salvaguardare gli ecosistemi marini. Delimitate per proteggere la diversità biologica e le relative risorse naturali e culturali, queste aree forniscono un baluardo contro il degrado dell'habitat, lo sfruttamento eccessivo delle risorse e le insidie del cambiamento climatico. Tuttavia, la loro efficacia rimane terreno fertile per il dibattito e la ricerca.
Questa tesi si propone di indagare l'effetto delle AMP sulla biodiversità marina, navigando attraverso la disciplina delle zone economiche esclusive (ZEE) e le turbolenze causate dalla pesca eccessiva. Riconoscendo le AMP come strumenti di gestione essenziali, anche se complessi, questo studio si impegna a svelare il loro ruolo nella protezione degli ecosistemi marini e nel preservare la sostenibilità delle risorse ittiche. Allo stesso tempo, vengono presi in considerazione gli impatti socioeconomici sulle comunità che dipendono dalla pesca, cercando un equilibrio tra conservazione ed esigenze umane.
Le AMP non sono solo paradisi per la vita marina, ma anche laboratori viventi per la scienza e la conservazione. Attraverso studi rigorosi e collaborazioni internazionali, possiamo ampliare la nostra comprensione di questi complessi ecosistemi. Solo allora saremo in grado di perfezionare le nostre strategie di conservazione, garantendo che le AMP non siano solo gocce nell'oceano, ma potenti strumenti per mantenere la biodiversità marina e la salute degli oceani.
La strada da percorrere è complessa e irta di sfide, ma l'impegno per la conservazione degli ecosistemi marini è una vela che dobbiamo issare insieme, per navigare verso un futuro sostenibile per i nostri oceani.
Tuttavia, la creazione e la gestione efficace delle AMP presentano sfide significative. Queste sfide includono la necessità di bilanciare la conservazione e gli interessi economici, di delineare confini appropriati, di finanziare la gestione e il monitoraggio e la partecipazione e la governance degli stakeholder locali. Nonostante questi ostacoli, le AMP offrono opportunità uniche per innovare nella conservazione marina, integrando approcci ecosistemici e promuovendo la cooperazione internazionale per la protezione degli spazi marittimi condivisi.
Questa tesi si baserà su un'analisi multidisciplinare che integri aspetti ecologici, economici, giuridici e sociali.
Le zone marittime esclusive, o zone economiche esclusive (ZEE), sono zone marittime sulle quali uno Stato costiero esercita diritti sovrani ed economici, in particolare per quanto riguarda l'esplorazione e l'uso delle risorse naturali. Queste aree si estendono fino a 200 miglia nautiche (circa 370,42 km) dalla linea di base costiera dello stato. Al di là di questo limite ci sono le acque internazionali. Il concetto di ZEE si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata nel 1982 a Montego Bay, che stabilisce i diritti e le responsabilità degli Stati nelle loro zone economiche esclusive, tra cui l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse naturali, la creazione di isole artificiali, la ricerca scientifica marina e la protezione dell'ambiente marino
In questo preoccupante scenario, le aree marine protette (AMP) sembrano essere un faro di speranza. Queste oasi marine, dove le attività umane sono strettamente regolamentate, mirano a salvaguardare la biodiversità oceanica e preservare la vitalità degli ecosistemi marini. Le AMP sono i custodi della diversità biologica, difendendo habitat e specie di valore minacciati dall'inesorabile avanzata delle attività umane.
La crescente pressione sull'ambiente marino solleva interrogativi urgenti sulla conservazione della sua ricchezza e diversità. In risposta, le AMP stanno emergendo come strumenti essenziali nella lotta per salvaguardare gli ecosistemi marini. Delimitate per proteggere la diversità biologica e le relative risorse naturali e culturali, queste aree forniscono un baluardo contro il degrado dell'habitat, lo sfruttamento eccessivo delle risorse e le insidie del cambiamento climatico. Tuttavia, la loro efficacia rimane terreno fertile per il dibattito e la ricerca.
Questa tesi si propone di indagare l'effetto delle AMP sulla biodiversità marina, navigando attraverso la disciplina delle zone economiche esclusive (ZEE) e le turbolenze causate dalla pesca eccessiva. Riconoscendo le AMP come strumenti di gestione essenziali, anche se complessi, questo studio si impegna a svelare il loro ruolo nella protezione degli ecosistemi marini e nel preservare la sostenibilità delle risorse ittiche. Allo stesso tempo, vengono presi in considerazione gli impatti socioeconomici sulle comunità che dipendono dalla pesca, cercando un equilibrio tra conservazione ed esigenze umane.
Le AMP non sono solo paradisi per la vita marina, ma anche laboratori viventi per la scienza e la conservazione. Attraverso studi rigorosi e collaborazioni internazionali, possiamo ampliare la nostra comprensione di questi complessi ecosistemi. Solo allora saremo in grado di perfezionare le nostre strategie di conservazione, garantendo che le AMP non siano solo gocce nell'oceano, ma potenti strumenti per mantenere la biodiversità marina e la salute degli oceani.
La strada da percorrere è complessa e irta di sfide, ma l'impegno per la conservazione degli ecosistemi marini è una vela che dobbiamo issare insieme, per navigare verso un futuro sostenibile per i nostri oceani.
Tuttavia, la creazione e la gestione efficace delle AMP presentano sfide significative. Queste sfide includono la necessità di bilanciare la conservazione e gli interessi economici, di delineare confini appropriati, di finanziare la gestione e il monitoraggio e la partecipazione e la governance degli stakeholder locali. Nonostante questi ostacoli, le AMP offrono opportunità uniche per innovare nella conservazione marina, integrando approcci ecosistemici e promuovendo la cooperazione internazionale per la protezione degli spazi marittimi condivisi.
Questa tesi si baserà su un'analisi multidisciplinare che integri aspetti ecologici, economici, giuridici e sociali.
Le zone marittime esclusive, o zone economiche esclusive (ZEE), sono zone marittime sulle quali uno Stato costiero esercita diritti sovrani ed economici, in particolare per quanto riguarda l'esplorazione e l'uso delle risorse naturali. Queste aree si estendono fino a 200 miglia nautiche (circa 370,42 km) dalla linea di base costiera dello stato. Al di là di questo limite ci sono le acque internazionali. Il concetto di ZEE si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata nel 1982 a Montego Bay, che stabilisce i diritti e le responsabilità degli Stati nelle loro zone economiche esclusive, tra cui l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse naturali, la creazione di isole artificiali, la ricerca scientifica marina e la protezione dell'ambiente marino
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