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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03222022-175412


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FATTICCIONI, GIULIA
URN
etd-03222022-175412
Titolo
Sviluppo e validazione di un metodo HPLC per la determinazione della caffeina in matrici ambientali
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
BIOSICUREZZA E QUALITA DEGLI ALIMENTI
Relatori
relatore Prof.ssa Meucci, Valentina
Parole chiave
  • caffeina
  • ecofarmacovigilanza
  • HPLC
  • validazione di un metodo analitico
Data inizio appello
11/04/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La caffeina, nonostante sia un alcaloide dalle note proprietà psicoattive, trova ampio utilizzo non solo nel settore farmaceutico ma anche in quello alimentare. Proprio per questi motivi viene definita come la sostanza dalle proprietà psicoattive più frequentemente utilizzata a livello mondiale. Grazie alle sue caratteristiche chimiche, tra cui anche proprietà lipofiliche ed idrofiliche, la caffeina si diffonde facilmente nell’ambiente acquatico dove è considerata uno tra i più importanti contaminanti ambientali ed è tramite l’ambiente che è in grado di accumularsi negli organismi marini per risalire poi lungo la catena trofica. Proprio per questi motivi è chiaro come sia di fondamentale importanza definire un piano di ecofarmacovigilanza, che consenta di monitorare la diffusione della caffeina nell’ambiente e allo stesso tempo di ridurne la presenza per il futuro. Al fine di poter monitorare efficacemente la presenza della caffeina come contaminante è necessario definire un metodo che consenta di rintracciarne non solo la presenza ma anche di quantificare questa sua presenza nelle matrici ambientali d’interesse.
In considerazione del fatto che in letteratura si trovano numerose testimonianze dell’utilizzo dell’HPLC, per poter determinare la presenza della caffeina negli alimenti e in qualche caso anche in matrici di natura ambientale quali acque reflue e acque di fiume, è stato scelto di utilizzare proprio l’HPLC associata a un detector a raggi UV come strumento principale d’analisi. Per poter dire che un metodo funziona correttamente e in modo oggettivo, è necessario però superare un preciso iter di validazione. Validare un metodo vuol dire andare a determinare tutta una serie di parametri, che consentono di dimostrare in modo chiaro e obiettivo, che un metodo è in grado di svolgere le finalità per cui è stato ideato inizialmente. I parametri da determinare per la validazione non sono sempre gli stessi, ma vengono scelti dall’operatore di laboratorio in virtù del tipo di metodo, che si deve andare a validare. In questo caso è stato deciso di preparare una serie di diluizioni seriali da 10 mL a partire da una soluzione stock di caffeina da andare a sottoporre prima a un processo di estrazione in fase solida e poi ad analisi in HPLC per determinare i seguenti parametri di validazione: specificità, linearità, ripetibilità, recupero ed esattezza, LOD e LOQ. I risultati ottenuti nelle varie prove hanno permesso di confermare l’oggettività e la validità del metodo. Non solo questa tecnica permette di ottenere dati validi e coerenti, ma anche di processare fino a dodici campioni contemporaneamente grazie all’impiego di un apposito collettore sottovuoto, riducendo così i tempi di lavoro. Inoltre, l’utilizzo di un detector a raggi UV rispetto ad altri tipi di strumenti più sofisticati come lo spettrometro di massa, consente anche di ridurre sicuramente i costi, mantenendo però, come dimostrato dalle prove di validazione eseguite, un’elevata qualità dei dati. Come ulteriore conferma del corretto funzionamento del metodo è stato deciso di effettuare delle prove anche con dei campioni reali di acqua marina prelevati in giorni diversi a cui sono state aggiunte diverse concentrazioni di caffeina e che sono stati mantenuti in diverse condizioni di temperatura, in modo da poter valutare come varia la permanenza della caffeina nell’ambiente con il passare del tempo e al variare della temperatura. I valori ottenuti dall’analisi dei campioni reali si sono dimostrati perfettamente in linea con i dati ottenuti precedentemente dalle prove di validazione e con quelli osservati in studi simili. È possibile concludere, quindi, che questo metodo d’analisi sia adatto per svolgere una corretta determinazione della presenza della caffeina in matrici di tipo ambientale.
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