Tesi etd-03222021-095833 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ROMOLI, FRANCESCA
URN
etd-03222021-095833
Titolo
Valutazione tromboelastometrica della coagulazione nel cane con enteropatia cronica
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
correlatore Dott.ssa Gori, Eleonora
controrelatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
correlatore Dott.ssa Gori, Eleonora
controrelatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
Parole chiave
- albumin
- albumina
- cane
- canine
- chronic enteropathy
- clopidogrel
- clopidogrel
- enteropatia cronica
- hypercoagulability
- ipercoagulabilità
- rischio trombotico
- thrombocytosis
- thromboelastometry
- thromboembolism
- thromboprophylaxis
- thrombotic risk
- trombocitosi
- tromboelastometria
- tromboembolismo
- tromboprofilassi
Data inizio appello
09/04/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2091
Riassunto
Nell’uomo, l’ipercoagulabilità e il tromboembolismo rappresentano comuni e ben documentate complicazioni extra-intestinali dell’IBD. In letteratura sono riportati vari possibili fattori che potrebbero concorrere alla determinazione del fenomeno, rendendo la patogenesi complessa e multifattoriale.
In medicina veterinaria, sono presenti ad oggi solamente tre lavori che abbiano valutato nello specifico il fenomeno (Goodwin et al. 2011, Jacinto et al. 2017, Dixon et al. 2021), mentre non esistono studi che abbiano verificato l’efficacia e quindi il reale beneficio dell’utilizzo della tromboprofilassi nell’approccio terapeutico all’enteropatia cronica.
Alla luce di ciò, l'obiettivo di questo studio prospettico è stato quello di valutare lo stato coagulativo in cani enteropatici cronici, prima e dopo il trattamento con il clopidogrel, mediante l’impiego della tromboelastometria rotazionale (ROTEM®).
Nello studio sono stati inclusi 8 cani con diagnosi di enteropatia cronica primaria associata a proteinodispersione intestinale e/o piastrinosi. Essi sono stati sottoposti a valutazione clinica, ematobiochimica, coagulativa e tromboelastometrica al momento dell’inclusione (T0) e dopo 15 giorni di trattamento con clopidogrel (T1). Per la valutazione tromboelastometrica della coagulazione sono stati presi in considerazione in canali In-TEM®, Ex-TEM® e Fib-TEM® e per ciascuno di essi sono stati esaminati i parametri clotting time (CT), clot formation time (CFT), α angle (α), maximum clot firmness (MCF), maximum lysis (ML) e maximum clot elasticity – platelet (MCEplatelet).
Sulla base dell’andamento della patologia nel tempo, definito in funzione del valore dello score clinico CCECAI e della concentrazione sierica dell’albumina, i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, “migliorati” e “non migliorati”, in modo da poter rapportare l’andamento clinico con quello coagulativo.
Il nostro studio ha confermato l’esistenza di una tendenza coagulativa di tipo ipercoagulante in corso di enteropatia cronica, emersa nel 25% dei soggetti a T0 e arrivata a interessare il 60% di essi a T1 in concomitanza con l’assenza di alcun miglioramento rilevabile della condizione clinica. Pertanto, questi risultati sembrano confermare l’esistenza di una associazione tra l’ipercoagulabilità e la gravità e il grado di progressione dell’enteropatia.
Il fatto di aver ritrovato ipercoagulabilità sia in cani normo che ipoalbuminemici ha confermato l’ipotesi che la concentrazione sierica dell’albumina potrebbe non rappresentare un marker affidabile di previsione del rischio trombotico nel cane enteropatico, così come anche la conta piastrinica, che, dai nostri risultati, sembra non essere associata alla tendenza ipercoagulante e all’iper-attivazione piastrinica.
Dal punto di vista dell’efficacia della tromboprofilassi, il nostro studio ha evidenziato tra T0 e T1 un peggioramento generale della tendenza coagulativa nonostante il trattamento con il clopidogrel e tale tendenza è apparsa interessare sia i soggetti classificati come “migliorati” clinicamente, sia quelli “non migliorati”.
In human medicine, hypercoagulability and thromboembolism are recognised as common and well documented extra-intestinal complications of IBD.
Literature recognises a variety of possible factors which may contribute to their determination and make the pathogenesis complex and multifactorial.
In veterinary medicine, there is a lack of information about the existence, the features and the frequency of thromboembolic complications in dogs with chronic enteropathy and it often consists of isolated case reports. To date, in literature there are only 3 specific studies about hypercoagulability in dogs with chronic enteropathy but no study has verified the efficacy and the real benefits of thromboprophylaxis.
For this reason, the aim of this prospective study was to evaluate the coagulation in dogs diagnosed with chronic enteropathy, before and after clopidogrel administration, using rotational thromboelastometry.
8 dogs diagnosed with primary chronic enteropathy with concurrent protein-losing enteropathy and/or thrombocytosis were enrolled. The dogs had a CBC, biochemistry panel and thromboelastometry assay performed at both time points, that is at the moment of the inclusion (T0) and after 15 days of clopidogrel administration (T1). ROTEM Ex-TEM, In-TEM and Fib-TEM assays were performed and clotting time (CT), clot formation time (CFT), α angle (α), maximum clot firmness (MCF), maximum lysis (ML) and maximum clot elasticity – platelet (MCEplatelet) were recorded for each assay.
Patients were divided into two groups, called “improved” and “not improved”, based on the course of the disease over time. This classification was based on values of CCECAI and serum albumin concentration and it made possible to compare the clinical trend with the coagulation one.
Our study confirmed the existence of a hypercoagulative tendency in dogs with chronic enteropathy, identified by its detection in 25% and 60% of dogs at T0 and T1 respectively in association with lack of clinical improvement. Our results confirmed the existence of an association between hypercoagulability and severity of the disease.
Moreover, the detection of hypercoagulability in both hypoalbuminemic and normo-albuminemic dogs confirmed the hypothesis that serum albumin concentration may not represent a reliable marker for the prediction of thrombotic risk in dogs with chronic enteropathy, as well as the platelet count, which appeared not to be associated with the hypercoagulative tendency and the platelet hyperactivation in our study.
Finally, concerning thromboprophylaxis, our study has revealed a worsening in the general clotting tendency between T0 and T1 despite treatment with clopidrogrel. Furthermore this tendency has affected both patients defined as clinically “improved” and those defined as “not improved”.
In medicina veterinaria, sono presenti ad oggi solamente tre lavori che abbiano valutato nello specifico il fenomeno (Goodwin et al. 2011, Jacinto et al. 2017, Dixon et al. 2021), mentre non esistono studi che abbiano verificato l’efficacia e quindi il reale beneficio dell’utilizzo della tromboprofilassi nell’approccio terapeutico all’enteropatia cronica.
Alla luce di ciò, l'obiettivo di questo studio prospettico è stato quello di valutare lo stato coagulativo in cani enteropatici cronici, prima e dopo il trattamento con il clopidogrel, mediante l’impiego della tromboelastometria rotazionale (ROTEM®).
Nello studio sono stati inclusi 8 cani con diagnosi di enteropatia cronica primaria associata a proteinodispersione intestinale e/o piastrinosi. Essi sono stati sottoposti a valutazione clinica, ematobiochimica, coagulativa e tromboelastometrica al momento dell’inclusione (T0) e dopo 15 giorni di trattamento con clopidogrel (T1). Per la valutazione tromboelastometrica della coagulazione sono stati presi in considerazione in canali In-TEM®, Ex-TEM® e Fib-TEM® e per ciascuno di essi sono stati esaminati i parametri clotting time (CT), clot formation time (CFT), α angle (α), maximum clot firmness (MCF), maximum lysis (ML) e maximum clot elasticity – platelet (MCEplatelet).
Sulla base dell’andamento della patologia nel tempo, definito in funzione del valore dello score clinico CCECAI e della concentrazione sierica dell’albumina, i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, “migliorati” e “non migliorati”, in modo da poter rapportare l’andamento clinico con quello coagulativo.
Il nostro studio ha confermato l’esistenza di una tendenza coagulativa di tipo ipercoagulante in corso di enteropatia cronica, emersa nel 25% dei soggetti a T0 e arrivata a interessare il 60% di essi a T1 in concomitanza con l’assenza di alcun miglioramento rilevabile della condizione clinica. Pertanto, questi risultati sembrano confermare l’esistenza di una associazione tra l’ipercoagulabilità e la gravità e il grado di progressione dell’enteropatia.
Il fatto di aver ritrovato ipercoagulabilità sia in cani normo che ipoalbuminemici ha confermato l’ipotesi che la concentrazione sierica dell’albumina potrebbe non rappresentare un marker affidabile di previsione del rischio trombotico nel cane enteropatico, così come anche la conta piastrinica, che, dai nostri risultati, sembra non essere associata alla tendenza ipercoagulante e all’iper-attivazione piastrinica.
Dal punto di vista dell’efficacia della tromboprofilassi, il nostro studio ha evidenziato tra T0 e T1 un peggioramento generale della tendenza coagulativa nonostante il trattamento con il clopidogrel e tale tendenza è apparsa interessare sia i soggetti classificati come “migliorati” clinicamente, sia quelli “non migliorati”.
In human medicine, hypercoagulability and thromboembolism are recognised as common and well documented extra-intestinal complications of IBD.
Literature recognises a variety of possible factors which may contribute to their determination and make the pathogenesis complex and multifactorial.
In veterinary medicine, there is a lack of information about the existence, the features and the frequency of thromboembolic complications in dogs with chronic enteropathy and it often consists of isolated case reports. To date, in literature there are only 3 specific studies about hypercoagulability in dogs with chronic enteropathy but no study has verified the efficacy and the real benefits of thromboprophylaxis.
For this reason, the aim of this prospective study was to evaluate the coagulation in dogs diagnosed with chronic enteropathy, before and after clopidogrel administration, using rotational thromboelastometry.
8 dogs diagnosed with primary chronic enteropathy with concurrent protein-losing enteropathy and/or thrombocytosis were enrolled. The dogs had a CBC, biochemistry panel and thromboelastometry assay performed at both time points, that is at the moment of the inclusion (T0) and after 15 days of clopidogrel administration (T1). ROTEM Ex-TEM, In-TEM and Fib-TEM assays were performed and clotting time (CT), clot formation time (CFT), α angle (α), maximum clot firmness (MCF), maximum lysis (ML) and maximum clot elasticity – platelet (MCEplatelet) were recorded for each assay.
Patients were divided into two groups, called “improved” and “not improved”, based on the course of the disease over time. This classification was based on values of CCECAI and serum albumin concentration and it made possible to compare the clinical trend with the coagulation one.
Our study confirmed the existence of a hypercoagulative tendency in dogs with chronic enteropathy, identified by its detection in 25% and 60% of dogs at T0 and T1 respectively in association with lack of clinical improvement. Our results confirmed the existence of an association between hypercoagulability and severity of the disease.
Moreover, the detection of hypercoagulability in both hypoalbuminemic and normo-albuminemic dogs confirmed the hypothesis that serum albumin concentration may not represent a reliable marker for the prediction of thrombotic risk in dogs with chronic enteropathy, as well as the platelet count, which appeared not to be associated with the hypercoagulative tendency and the platelet hyperactivation in our study.
Finally, concerning thromboprophylaxis, our study has revealed a worsening in the general clotting tendency between T0 and T1 despite treatment with clopidrogrel. Furthermore this tendency has affected both patients defined as clinically “improved” and those defined as “not improved”.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |