Tesi etd-03222018-134253 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RUFFALDI SANTORI, SIMONA
URN
etd-03222018-134253
Titolo
Studio della struttura demografica di una popolazione di Paramuricea clavata soggetta a due eventi di mortalità catastrofica
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Bulleri, Fabio
Parole chiave
- demografia
- dinamica della popolazione
- eventi di mortalità
- Mar Mediterraneo
- mortalità catastrofica
- Paramuricea clavata
Data inizio appello
09/04/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2088
Riassunto
Nel Mediterraneo Nord Occidentale, durante la fine dell’estate del 1999 e del 2003, sono stati osservati due eventi di mortalità, associati ad un anomalo aumento di temperatura, che hanno colpito una popolazione di Paramuricea clavata. Questa popolazione vive a largo dell’isola di Tinetto (Golfo di La Spezia) tra i 17 e i 25 m di profondità ed è stata monitorata dal 1998 (prima della moria) fino al 2013 con un campionamento di quadrati random e fissi. Il presente lavoro analizza il campionamento fotografico di 24 quadrati fissi (1 m2) realizzato nel 2013 in due siti: 12 lungo la parete ovest dell’isola di Tinetto (Tinetto Isola) e 12 più a sud in corrispondenza della Secca (Tinetto Secca). Ho analizzato i campioni fotografici di ciascun quadrato con lo scopo di determinare la superficie % occupata dagli organismi bentonici, il substrato “libero” (“idoneo” all’insediamento di P. clavata), la densità delle colonie adulte e delle reclute di P. clavata. Inoltre gli adulti sono stati suddivisi in 4 classi di taglia a seconda della loro ampiezza.
Il substrato “libero” corrisponde, mediamente, al 66% di quello totale ed è ricoperto da feltri algali (63%) e da fango (3%), mentre il restante 34% rappresenta il substrato occupato che è dominato principalmente da P. clavata (50%) e dai poriferi (27%). Nessuna differenza statistica risulta nella copertura percentuale media dei due siti. La densità media delle colonie adulte e delle reclute di P.clavata è risultata significativamente maggiore a Tinetto Secca (21.30 ± 4.17 vs 12.07 ± 1.81 col/m2; 9.74 ± 3.42 vs 2 ± 0.7 rec/m2). Nessuna relazione è stata trovata tra le densità delle reclute e il substrato libero; questo risultato suggerisce che il substrato ipotizzato come idoneo per il reclutamento in realtà non sia tale. La mancanza di relazione tra la densità delle reclute e la densità degli adulti di taglia maggiore suggerisce l’assenza di una densità-dipendenza del reclutamento. Correlazioni positive e significative sono state trovate invece tra la densità delle reclute e quella delle colonie adulte di taglia minore; questo risultato indica una certa costanza del reclutamento negli stessi punti in anni successivi. Tale ipotesi è confermata dalla correlazione positiva e significativa trovata tra la densità delle reclute nello stesso quadrato in due anni consecutivi. Nel 2013 la popolazione sembra aver raggiunto una struttura di taglia/età simile a quella presente nel periodo pre-moria con una densità delle colonie adulte pari a 1/3 di quella originaria.
Riassumendo: le due morie del 1999 e 2003 hanno provocato una drastica riduzione delle densità degli adulti e del reclutamento e la struttura della popolazione è variata con la rarefazione delle colonie di taglia/età maggiore; nel 2007 si assiste a un aumento significativo della densità delle colonie adulte e delle reclute, questi valori rimangono stabili fino al 2013. Nell’ultimo anno di campionamento quindi, la popolazione sembra aver raggiunto una struttura di taglia/età simile al periodo pre-moria, ma con un ripristino solo parziale della canopy. Nel 2013 la popolazione sembra quindi essersi stabilizzata intorno a un nuovo “punto di equilibrio” caratterizzato da valori di densità molto minori rispetto a quelli originari. Questa nuova condizione potrebbe rendere la popolazione più instabile e maggiormente soggetta al rischio di estinzione.
Il substrato “libero” corrisponde, mediamente, al 66% di quello totale ed è ricoperto da feltri algali (63%) e da fango (3%), mentre il restante 34% rappresenta il substrato occupato che è dominato principalmente da P. clavata (50%) e dai poriferi (27%). Nessuna differenza statistica risulta nella copertura percentuale media dei due siti. La densità media delle colonie adulte e delle reclute di P.clavata è risultata significativamente maggiore a Tinetto Secca (21.30 ± 4.17 vs 12.07 ± 1.81 col/m2; 9.74 ± 3.42 vs 2 ± 0.7 rec/m2). Nessuna relazione è stata trovata tra le densità delle reclute e il substrato libero; questo risultato suggerisce che il substrato ipotizzato come idoneo per il reclutamento in realtà non sia tale. La mancanza di relazione tra la densità delle reclute e la densità degli adulti di taglia maggiore suggerisce l’assenza di una densità-dipendenza del reclutamento. Correlazioni positive e significative sono state trovate invece tra la densità delle reclute e quella delle colonie adulte di taglia minore; questo risultato indica una certa costanza del reclutamento negli stessi punti in anni successivi. Tale ipotesi è confermata dalla correlazione positiva e significativa trovata tra la densità delle reclute nello stesso quadrato in due anni consecutivi. Nel 2013 la popolazione sembra aver raggiunto una struttura di taglia/età simile a quella presente nel periodo pre-moria con una densità delle colonie adulte pari a 1/3 di quella originaria.
Riassumendo: le due morie del 1999 e 2003 hanno provocato una drastica riduzione delle densità degli adulti e del reclutamento e la struttura della popolazione è variata con la rarefazione delle colonie di taglia/età maggiore; nel 2007 si assiste a un aumento significativo della densità delle colonie adulte e delle reclute, questi valori rimangono stabili fino al 2013. Nell’ultimo anno di campionamento quindi, la popolazione sembra aver raggiunto una struttura di taglia/età simile al periodo pre-moria, ma con un ripristino solo parziale della canopy. Nel 2013 la popolazione sembra quindi essersi stabilizzata intorno a un nuovo “punto di equilibrio” caratterizzato da valori di densità molto minori rispetto a quelli originari. Questa nuova condizione potrebbe rendere la popolazione più instabile e maggiormente soggetta al rischio di estinzione.
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