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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03222017-152300


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCHIAVO, NICOLE
URN
etd-03222017-152300
Titolo
Il culto mariano in eta moderna nella Diocesi di Pisa
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Greco, Gaetano
correlatore Prof. Addobbati, Andrea
Parole chiave
  • reliquie
  • feste religiose
  • devozione
  • Madonna
Data inizio appello
28/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro ha come oggetto lo studio del culto mariano, e delle sue molteplici manifestazioni, nella Diocesi di Pisa nel periodo compreso tra i secoli XV-XVIII.
Un primo resoconto, doveroso, riguarda la situazione della diocesi dal punto di vista politico- demografico, nel periodo della dominazione medicea, e soprattutto un punto di vista della situazione della chiesa locale nel periodo immediatamente successivo alle riforme del Concilio di Trento, con particolare approfondimento ai poteri di giurisdizione dell’arcivescovo e le relative esenzioni che determinati enti ecclesiastici detenevano in materia di benefici.
Si entrerà quindi nel vivo del discorso attraverso un’analisi delle varie forme del culto mariano, passando dalla devozione della Madonna Assunta in Cielo, alla Beata Vergine della Vittoria, chiamata così a ricordo della battaglia di Lepanto del 1571 e che fu poi rinominata Vergine del Rosario, allo studio delle devozioni delle madonne più popolari.
Intorno alla figura della Madonna si era realizzato un incontro tra la proposta ufficiale della Chiesa e la produzione dal basso di eventi eccezionali e miracolosi. Le campagne erano state il teatro delle visioni mariane, eventi prodigiosi che si sono verificati con grande frequenza almeno fino alla metà del cinquecento, quando i decreti tridentini posero un controllo serrato su di esse. Madonne arboree, madonne delle acque, delle rocce, una miriade di casi affollano i documenti ecclesiastici del tempo; il collegamento con la campagna, fuori dalla “sacra fortificazione” creata dalle chiese dedicate ai santi, è un chiaro rimando ad una forma di continuità con forme di paganesimo antiche.
Oltre al materiale bibliografico, lo studio delle visite pastorali del vescovo Castelli e degli arcivescovi Carlo Antonio Dal Pozzo, Scipione e Francesco Pannocchieschi d’Elci e Angiolo Franceschi si sono rivelate un’utile documentazione. Tramite l’analisi dei dati ricavati sulle chiese, altari e compagnie laicali con un titolo mariano è stato possibile osservare le variazioni e le persistenze relative al culto mariano all’interno della diocesi. Così come, attraverso anche la lettura della Descrizione delle chiese di Pisa di Paolo Tronci, si approfondirà il culto delle reliquie, partendo da un discorso più generale per prendere poi in esame le reliquie della Madonna e dei santi conservate nel Duomo di Pisa, oltre che la tipica figura della Madonna di Montenero, il cui Santuario possiede una delle più grandi raccolte di ex-voto d’Italia (c. settecento), segno della grande fede dei protagonisti della grazia ricevuta dalla Vergine.
Oltre a ciò, in ultima istanza, si è ritenuto rilevante, in relazione ad un lavoro sul culto della Madonna, esaminare la particolare devozione che nel corso dei secoli i pisani hanno accordato alla Madonna di sotto gli Organi. Invocata in speciali occasioni, come piogge incessanti o la peste del 1630, l’icona era tradizionalmente sottratta agli sguardi e veniva esposta solo in occasioni particolari in cui il fatto spesso di esporla liberava il suo potenziale spirituale; era infatti una di quelle immagini coperte (da veli in questo caso), che furono fortemente attaccate durante le riforme del Granduca Pietro Leopoldo. Proprio gli eccessi del culto popolare, potremmo dire un devozionalismo tendente al superstizioso, le feste religiose e le reliquie dei santi saranno il tema centrale della riforma religiosa attuata dal Granduca, coadiuvato dal vescovo Scipione de’ Ricci.
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