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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03212024-193833


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PINZAUTI, ALESSANDRO
URN
etd-03212024-193833
Titolo
Lo studio degli abissi nei due mediterranei: un'analisi comparata.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.F. (AN) Dei, Paolo
correlatore Prof.ssa Ivaldi, Roberta
Parole chiave
  • Artico
  • idrografia
  • Mediterraneo
  • Oceanografia
Data inizio appello
09/04/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Sono ben pochi gli ambienti del Pianeta che sembrano più concettualmente distanti del Mediterraneo e dell'Artico. Per l'uomo d'Europa essi sono sempre stati, più che luoghi geografici, luoghi mentali: il Sud e il Nord, il caldo e il freddo, il deserto di sabbia e quello di ghiaccio. Per queste caratteristiche, a un’osservazione rapida essi occuperebbero due caselle che, su qualsiasi tabellone di qualsiasi gioco, sarebbero agli antipodi.

Eppure, da quando la configurazione geografica di entrambi i bacini è stata sommariamente compresa, è emersa immediatamente una caratteristica condivisa: sono mari mediterranei, incastonati tra le terre, gli unici luoghi al mondo dove si affacciano tre diversi continenti, e il loro collegamento con l'Oceano globale è mantenuto solamente da soglie relativamente piccole, gli stretti. Questo lavoro di tesi nasce con l'intento di approfondire tale collegamento, per comprendere se all'origine vi siano caratteristiche geodinamiche simili, se nei due bacini siano presenti fenomeni tra loro analoghi, e se vi siano altri elementi con ordini di grandezza comparabili. Per fare ciò, si è deciso di organizzare il lavoro nel seguente modo: un iniziale inquadramento del termine "abisso" seguendo lo standard di riferimento sia fisico che giuridico, una disamina delle caratteristiche primarie del singolo bacino, e infine la vera e propria analisi comparata dei caratteri individuati.

Il primo capitolo si apre con un inquadramento complessivo del termine "abisso". Esso, presente anche nel titolo, dà adito a diverse interpretazioni ed è perciò emersa la necessità di edificargli attorno l'opportuno contesto etimologico, storico e giuridico. Per poterlo fare, sono stati utilizzate le definizioni da Enciclopedia Treccani e IHO B-6 Standardization of Undersea Feature Names e gli standard definiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) in merito alle categorie di aree marine.

Il secondo e il terzo capitolo, dedicati rispettivamente al Mar Mediterraneo e all'Oceano Artico, sono stati compilati in modo quasi perfettamente speculare. Dopo una breve introduzione storica, per la descrizione di entrambi i bacini si è scelto di seguire un flusso logico che fornisse le tappe principali della loro evoluzione geodinamica, seguite da una descrizione globale delle principali forme del fondale nel contesto di dinamica oceanografica e record dei sedimenti.

Nel capitolo sul Mar Mediterraneo si è scelto di rivolgere particolare attenzione al vulcanismo, per via dell'unicità delle forme emerse e sommerse originate ivi dal fenomeno, in un sottocapitolo dedicato.

Nel capitolo sull'Artico, è stato possibile compilare la sezione sui caratteri morfologici primari suddividendo il bacino per unità fisiografiche; per la maggior complessità morfo-dinamica del Mediterraneo, si è scelto invece un approccio di differenziazione geografica (bacino occidentale e bacino orientale).

Il quarto capitolo, infine, esplicita la natura sperimentale di questo elaborato finale di tesi. In esso, visti i dati analizzati nei precedenti capitoli, è stato possibile procedere alla comparazione dei caratteri geofisici principali dei due bacini. Attraverso tale confronto e attraverso la discussione delle caratteristiche peculiari, si è stati in grado di trarre conclusioni sugli elementi simili e dissimili del Mar Mediterraneo e dell'Artico. I due bacini, infatti, per quanto entrambi definibili epicontinentali, presentano caratteri geodinamici molto differenti: l’Artico risulta essere un tipico bacino poco profondo con estesa piattaforma continentale e un tipico sistema di dorsale oceanica, mentre il Mediterraneo, più profondo, articolato e complesso, mostra un vasto sistema di arco-fossa (con un settore di abisso più sviluppato) tipico dei margini convergenti. Questi differenti caratteri dei due bacini hanno fornito inoltre lo spunto per ricercare e comparare elementi comuni e di particolare interesse socioeconomico e geostrategico quali la presenza, lo sfruttamento e la gestione delle risorse marine profonde, la risoluzione delle controversie territoriali e le strutture di governance esistenti.
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