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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03212022-104142


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BERNI, BIANCA
URN
etd-03212022-104142
Titolo
"Tu dolor es facinusque meum, Hyacinthe": iconografia del mito di Apollo e Giacinto dall'Antichità al XIX secolo
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • Apollo
  • Apollo
  • Giacinto
  • Hyacinth
  • iconografia
  • Metamorfosi iconography
  • Metamorphosis
Data inizio appello
14/04/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2092
Riassunto
L’elaborato si basa sull’analisi e sulla creazione di un corpus iconografico del mito di Apollo e Giacinto narrato all’interno del libro X delle Metamorfosi di Ovidio. Il lavoro prevede uno studio molto vasto attraverso le varie epoche: parte da quella antica fino a giungere al XIX secolo. Scopo principale è la raccolta delle più importanti fonti letterarie messe successivamente a confronto con la produzione artistica, a dimostrare quanto il legame letteratura-pittura sia estremamente stretto. Le Metamorfosi di Ovidio rimangono il filo conduttore e l’opera principale che viene presa in esame durante tutto il lavoro che è stato suddiviso in quattro capitoli.
Nel primo è stato preso in esame il periodo antico, in particolare quello greco-romano per le fonti e quello greco-etrusco per le opere d’arte. L’attenzione è stata posta sulla grande ricchezza letteraria del mito diffusasi con I Cataloghi degli dèi di Esiodo e protrattasi fino ai Mitografi Vaticani. È stata di fondamentale importanza, nel periodo romano, l’analisi delle Metamorfosi di Ovidio.
Per quando riguarda la parte artistica, dopo aver verificato il nesso con le grandi opere letterarie, è stato fatto un parallelo tra una rappresentazione di Giacinto su una pietra incisa di epoca romana e il Discobolo di Mirone. Questo è stato possibile grazie ad uno studio condotto dalla professoressa Anna Anguissola.
Nel secondo capitolo è stata analizzata l’epoca medievale. In particolare, nella prima parte, sono state riportate e spiegate tutte le principali moralizzazioni e allegorie sulle Metamorfosi di Ovidio, non solo di ambito italiano ma anche francese e spagnolo. A causa della dimensione prettamente omoerotica del mito è stato fatto notare come quest’ultimo non abbia avuto una diffusione iconografica durante tutta l’epoca. Questo è stato confermato grazie ad un’attenta analisi dei manoscritti originali in cui il mito viene citato. Sono state riportate solo due opere della fine del ‘400 contenute nella Bible des poetes, versione in prosa dell’Ovide moralisé e dell’Ovidius moralizatus.
Il terzo capitolo si è concentrato sull’epoca moderna prendendo in esame il Cinquecento ed il Seicento. Dopo un excursus sulle principali fonti scritte ho constatato come, in questi secoli, il mito di Apollo e Giacinto abbia trovato la sua riscossa dal punto di vista artistico. Molti pittori, scultori, incisori, italiani e stranieri, si interessano al soggetto. Accanto a grandi opere di Rubens, Cellini ed altri, si trovano numerose incisioni contenute nelle edizioni illustrate delle Metamorfosi che sono state analizzate a inizio del capitolo.
Nell’ultima parte del lavoro, procedendo cronologicamente, centrale è il periodo che va dal 1750 al 1850 in cui il mito conosce una vasta fortuna dal punto di vista artistico. Sicuramente, anche in questo caso, gli artisti si sono rifatti alle principali fonti scritte che si sono diffuse nell’epoca moderna. Prima di analizzare le principali fonti iconografiche, ho cercato di far comprendere la percezione della coppia omoerotica e dell’adolescente efebico nella Francia del 1700 e del 1800, proprio perché qui i due soggetti vengono rappresentati diversamente da tutti gli altri contesti. Di fondamentale importanza è stata l’analisi del pensiero winckelmanniano e del dipinto del Barbus Jean Broc.
A chiusura dell’elaborato è stata posta l’attenzione sulla diffusione novecentesca del mito dal punto di vista letterario inglese e italiano. Non è stato purtroppo possibile avere un riscontro iconografico su quest’epoca ma ho inserito un’immagine di Giacinto realizzata nel 2012 da Mimmo Paladino per le Metamorfosi di Roberto Mussapi.
In generale, il lavoro cerca di mettere costantemente in luce il binomio letteratura-pittura facendo notare come la prima sia fondamentale per comprendere peculiarità iconografiche della seconda. È stato scelto il mito di Apollo e Giacinto poiché non è mai stato analizzato nella sua totalità e perché interessante dal punto di vista iconografico per la sua dimensione omoerotica. Questo lo ha condotto, in epoca medievale, ad una grande lacuna dal punto di vista artistico.
Per quanto riguarda la raccolta delle fonti scritte, se per l’epoca antica sono stati riportati testi di più autori, anche sconosciuti, gli altri capitoli si sono concentrati sulle Metamorfosi di Ovidio. In particolare, sulle sue moralizzazioni e allegorie in epoca medievale e sulle innovazioni nell’epoca moderna. Nonostante la sua apparente marginalità, il mito di Apollo e Giacinto ha permesso di sottolineare, nuovamente, l’importanza delle Metamorfosi nel panorama artistico e letterario, tanto che, la loro vicenda ancora incanta lettori e spettatori.



The work is based on the analysis and creation of an iconographic corpus of the myth of Apollo and Hyacinthus narrated in Book X of Ovid's Metamorphoses. The work involves an extensive study through the various epochs: from ancient times to the 19th century. The main aim is to collect the most important literary sources, which are then compared with artistic production to show how close the link between literature and painting is. Ovid's Metamorphoses remains the main thread and the main work examined throughout the work, which has been divided into four chapters.
In the first, the ancient period was examined, in particular the Greco-Roman period for the sources and the Greco-Etruscan period for the works of art. Attention was focused on the great literary wealth of myth that spread with Hesiod's Catalogues of the Gods and continued up to the Vatican Mythographs. In the Roman period, the analysis of Ovid's Metamorphoses was of fundamental importance.
On the artistic side, after verifying the connection with the great literary works, a parallel was drawn between a representation of Hyacinthus on an engraved stone from the Roman period and Myron's Discobolus. This was made possible thanks to a study conducted by Professor Anna Anguissola.
In the second chapter, the medieval period was analysed. In particular, in the first part, all the main moralizations and allegories on Ovid's Metamorphoses were reported and explained, not only in the Italian context but also in French and Spanish. Because of the purely homoerotic dimension of the myth, it was pointed out that the myth did not have an iconographic diffusion during the whole period. This was confirmed by a careful analysis of the original manuscripts in which the myth is mentioned. Only two works from the end of the 15th century in the Bible des poetes, a prose version of Ovide moralisé and Ovidius moralizatus, were reported.
The third chapter focused on the modern era, examining the sixteenth and seventeenth centuries. After an excursus on the main written sources, I noted how, in these centuries, the myth of Apollo and Hyacinth found its artistic redemption. Many painters, sculptors and engravers, both Italian and foreign, took an interest in the subject. Alongside great works by Rubens, Cellini and others, there are numerous engravings contained in the illustrated editions of the Metamorphoses that were analysed at the beginning of the chapter.
In the last part of the work, proceeding chronologically, the period from 1750 to 1850 is central, in which the myth enjoys great artistic success. Here, too, the artists certainly drew on the main written sources that became widespread in modern times. Before analysing the main iconographic sources, I tried to understand the perception of the homoerotic couple and the ephebic adolescent in France in the 1700s and 1800s, precisely because here the two subjects are represented differently from all other contexts. Of fundamental importance was the analysis of Winckelmannian thought and the painting of Barbus Jean Broc.
At the end of the paper, attention was drawn to the twentieth-century diffusion of the myth from the English and Italian literary point of view. Unfortunately, it was not possible to have an iconographic record of this period, but I have included an image of Hyacinthus made in 2012 by Mimmo Paladino for Roberto Mussapi's Metamorphoses.
In general, the work seeks to constantly highlight the combination of literature and painting, pointing out how the former is fundamental for understanding the iconographic peculiarities of the latter. The myth of Apollo and Hyacinthus was chosen because it has never been analysed in its entirety and because it is interesting from an iconographic point of view due to its homoerotic dimension. This led to it becoming a major lacuna from an artistic point of view in the Middle Ages.
As far as the collection of written sources is concerned, if for the ancient period texts by several authors, even unknown ones, were reported, the other chapters focused on Ovid's Metamorphoses. In particular, on its moralizations and allegories in the medieval period and its innovations in the modern era. In spite of its apparent marginality, the myth of Apollo and Hyacinthus once again underlined the importance of the Metamorphoses in the artistic and literary panorama, so much so that their story still enchants readers and spectators.


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