Tesi etd-03202018-131057 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAPONECCHI, DEBORAH
URN
etd-03202018-131057
Titolo
Turismo e terremoto. Analisi degli impatti sismici sui flussi turistici a Castelluccio di Norcia.
Proposte per la ripartenza e la riqualificazione del settore.
Valutazione, critica e proposioni per il futuro.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI TURISTICI MEDITERRANEI
Relatori
relatore Dott. Bianchi, Alberto
Parole chiave
- Castelluccio di Norcia (PG)
- flusso turistico
- impatto sismico
- terremoto
- turismo
Data inizio appello
10/04/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Castelluccio di Norcia era un piccolo paesino fatato posto ai piedi di un gigante sismico, e costruito sopra un altopiano dai colori impressionisti e dalle forme tibetane. Il destino riservato dalla storia a questo borgo è stato inaspettato e improvviso, proprio come i cambiamenti ch’esso aveva subito negli anni.
Luogo di contadini e di pastori transumanti, data la sua ubicazione geografica, esso restò pressoché isolato per molti secoli, fino a quando qualcuno, durante gli anni Sessanta dello scorso secolo, decise di inglobarlo al mondo. La rete viaria con i suoi mezzi a motore, fu la causa embrionale alla trasformazione delle centenarie usanze locali. La prima attività ad usufruire dei suoi benefici fu quella pastorale-transumante, visto che uomini e greggi potevano essere facilmente trasportati verso le zone di transumanza. Ponendo fine alla transumanza a piedi, essa rese possibile lo spostamento di intere famiglie durante il periodo invernale; e, in tal senso, la motorizzazione fu leva di “emancipazione” per le donne del paese, anticamente costrette a vivere e morire in esso, senza mai lasciarlo. Con il tempo, sempre più famiglie, attratte da opportunità di vita migliori altrove, finirono col sedentarizzarsi nelle mete di transumanza, assorbendone gli stili di vita, la moda ed il dialetto. Ciononostante, essi non abbandonarono mai le loro radici e, estate dopo estate, tornavano lassù per ricongiungersi con i loro compaesani contadini. Furono in queste occasioni che elementi esterni alla cultura locale iniziarono a plasmare il modus vivendi castellucciano, anche se il cambiamento più radicale stava ancora per venire con il turismo, che modificò anche il genius locis del borgo. Il primo albergo fu eretto nel 1972 e nel giro di alcuni decenni, stalle e case furono trasformate in strutture per l’ospitalità e per la ristorazione; contadini e pastori transumanti, in imprenditori. Quando nel 2016 il paese fu colpito dal terremoto, la mutazione sociale era al suo topos: l’economia agricola, o era stata completamente assorbita dal turismo, o era complementare ad esso . Pertanto, il sisma, colpendo e distruggendo questa località, ha creato un crack economico senza precedenti, considerato che il turismo è il perno attorno al quale si concentra buona parte dell’imprenditoria locale.
Luogo di contadini e di pastori transumanti, data la sua ubicazione geografica, esso restò pressoché isolato per molti secoli, fino a quando qualcuno, durante gli anni Sessanta dello scorso secolo, decise di inglobarlo al mondo. La rete viaria con i suoi mezzi a motore, fu la causa embrionale alla trasformazione delle centenarie usanze locali. La prima attività ad usufruire dei suoi benefici fu quella pastorale-transumante, visto che uomini e greggi potevano essere facilmente trasportati verso le zone di transumanza. Ponendo fine alla transumanza a piedi, essa rese possibile lo spostamento di intere famiglie durante il periodo invernale; e, in tal senso, la motorizzazione fu leva di “emancipazione” per le donne del paese, anticamente costrette a vivere e morire in esso, senza mai lasciarlo. Con il tempo, sempre più famiglie, attratte da opportunità di vita migliori altrove, finirono col sedentarizzarsi nelle mete di transumanza, assorbendone gli stili di vita, la moda ed il dialetto. Ciononostante, essi non abbandonarono mai le loro radici e, estate dopo estate, tornavano lassù per ricongiungersi con i loro compaesani contadini. Furono in queste occasioni che elementi esterni alla cultura locale iniziarono a plasmare il modus vivendi castellucciano, anche se il cambiamento più radicale stava ancora per venire con il turismo, che modificò anche il genius locis del borgo. Il primo albergo fu eretto nel 1972 e nel giro di alcuni decenni, stalle e case furono trasformate in strutture per l’ospitalità e per la ristorazione; contadini e pastori transumanti, in imprenditori. Quando nel 2016 il paese fu colpito dal terremoto, la mutazione sociale era al suo topos: l’economia agricola, o era stata completamente assorbita dal turismo, o era complementare ad esso . Pertanto, il sisma, colpendo e distruggendo questa località, ha creato un crack economico senza precedenti, considerato che il turismo è il perno attorno al quale si concentra buona parte dell’imprenditoria locale.
File
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2_INDICE...ECCHI.pdf | 167.68 Kb |
3_CORPO_...ECCHI.pdf | 4.64 Mb |
4_BIBLIO...ECCHI.pdf | 225.88 Kb |
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