Tesi etd-03202018-105217 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SERVINI, MARTINA
URN
etd-03202018-105217
Titolo
Valutazione di nuovi test molecolari nello screening per la prevenzione del cancro anale correlato ad HPV
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Prof.ssa Gemignani, Federica
tutor Dott.ssa Bisanzi, Simonetta
tutor Dott.ssa Bisanzi, Simonetta
Parole chiave
- cancro anale
- HPV
- prevenzione
- screening
- test molecolari
Data inizio appello
09/04/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2088
Riassunto
Introduzione e obiettivi
La causa primaria dello sviluppo del cancro anale è il virus HPV (Human Papillomavirus): infezioni persistenti con genotipi di HPV definiti ad alto rischio oncogeno, infatti, causano più dell’80% dei cancri anali. L’infezione da HPV ha una prevalenza molto alta nelle neoplasie intraepiteliali anali (AIN), riconosciute come diretti precursori del cancro anale. L’incidenza del cancro anale è bassa nella popolazione generale ma ci sono alcuni gruppi ad alto rischio, come gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), indipendentemente dal loro stato di immunocompetenza (affetti da HIV o HIV negativi), e le donne con precedenti disordini da HPV nell’area cervicale o genitale. Ad oggi non esistono linee guida globalmente condivise per lo screening del cancro anale. L’obiettivo di questo studio è quello di determinare la prevalenza del DNA e dell’mRNA di HPV in individui ad alto rischio di cancro anale con vari metodi molecolari e poter acquisire informazioni utili per una possibile strategia di screening per la prevenzione di questa patologia.
Materiali e metodi
I campioni citologici anali di questo studio provengono da un gruppo di soggetti ad alto rischio di cancro anale afferenti al Centro del Network per la Sorveglianza delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (Firenze); sono conservati in ThinPrep (Hologic) e inviati per le analisi al Laboratorio Regionale Prevenzione Oncologica di ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, Firenze). Per l’analisi del DNA, i campioni sono testati con il sistema Cobas 4800 HPV test (Roche), che permette l’individuazione del DNA di 14 tipi di HPV (12 HPV ad alto rischio oncogeno e 2 HPV a probabile/possibile rischio oncogeno) in una singola analisi, fornendo risultati individuali per HPV16 e HPV18, i tipi a più alto rischio oncogeno, e risultati pooled per gli altri tipi ad alto rischio. La genotipizzazione di HPV è effettuata utilizzando l’Anyplex II HPV 28 Detection Test, una metodica di PCR che riesce a individuare il DNA di 28 genotipi di HPV sia ad alto o probabile/possibile rischio oncogeno sia a basso rischio oncogeno. Per l’analisi dell’mRNA è utilizzato l’ Aptima HPV Assay (Hologic) effettuato con il sistema Panther, che permette la determinazione degli mRNA di E6 ed E7 di 14 tipi di HPV (12 HPV ad alto rischio e 2 HPV a probabile possibile rischio oncogeno). Il risultato fornisce la positività/negatività per l’mRNA, senza distinguere tra i vari tipi di HPV.
Risultati e conclusioni
La prevalenza dell’infezione da HPV nei soggetti ad alto rischio esaminati in questo studio risulta essere dell’85,9% senza discriminare tra i gruppi di genotipi, mentre è del 56,2% se si considerano soltanto i genotipi ad alto rischio oncogeno. Il tipo ad alto rischio con la prevalenza più alta è HPV16 (21,8%), seguito da HPV18 (17,2%) e da HPV31 (14,1%). Tra i tipi a basso rischio oncogeno quelli con maggior prevalenza sono HPV6 (43,8%) e HPV11 (17%). Le infezioni multiple sono frequenti: in 41 campioni sono presenti coinfezioni con almeno 2 tipi di HPV. I campioni positivi all’mRNA di HPV sono il 50%. Il risultato delle analisi di genotipizzazione concorda al 94,5% con quello ottenuto tramite il test Cobas 4800 HPV. Dei 52 campioni con risultati validi per il test Cobas 4800 HPV e per l’Aptima HPV Assay, 41 sono concordi mentre 11 sono discordanti: di questi, 10 campioni sono positivi al DNA ma negativi all’mRNA, 1 campione è positivo all’mRNA ma negativo al DNA. La valutazione dei parametri di sensibilità, specificità e valore predittivo positivo (PPV), calcolati usando come end-point le lesioni con risultato istologico AINI+, mostrano che il test più sensibile è il Cobas 4800 HPV (se: 68,2%) mentre il più specifico è l’Aptima HPV Assay (sp: 55,6%). Una ipotesi di strategia per la prevenzione del cancro anale correlato ad HPV potrebbe essere quella di associare questi due test molecolari per individuare i soggetti a maggiore rischio di cancro anale (PPV: 47,6%).
La causa primaria dello sviluppo del cancro anale è il virus HPV (Human Papillomavirus): infezioni persistenti con genotipi di HPV definiti ad alto rischio oncogeno, infatti, causano più dell’80% dei cancri anali. L’infezione da HPV ha una prevalenza molto alta nelle neoplasie intraepiteliali anali (AIN), riconosciute come diretti precursori del cancro anale. L’incidenza del cancro anale è bassa nella popolazione generale ma ci sono alcuni gruppi ad alto rischio, come gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), indipendentemente dal loro stato di immunocompetenza (affetti da HIV o HIV negativi), e le donne con precedenti disordini da HPV nell’area cervicale o genitale. Ad oggi non esistono linee guida globalmente condivise per lo screening del cancro anale. L’obiettivo di questo studio è quello di determinare la prevalenza del DNA e dell’mRNA di HPV in individui ad alto rischio di cancro anale con vari metodi molecolari e poter acquisire informazioni utili per una possibile strategia di screening per la prevenzione di questa patologia.
Materiali e metodi
I campioni citologici anali di questo studio provengono da un gruppo di soggetti ad alto rischio di cancro anale afferenti al Centro del Network per la Sorveglianza delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (Firenze); sono conservati in ThinPrep (Hologic) e inviati per le analisi al Laboratorio Regionale Prevenzione Oncologica di ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, Firenze). Per l’analisi del DNA, i campioni sono testati con il sistema Cobas 4800 HPV test (Roche), che permette l’individuazione del DNA di 14 tipi di HPV (12 HPV ad alto rischio oncogeno e 2 HPV a probabile/possibile rischio oncogeno) in una singola analisi, fornendo risultati individuali per HPV16 e HPV18, i tipi a più alto rischio oncogeno, e risultati pooled per gli altri tipi ad alto rischio. La genotipizzazione di HPV è effettuata utilizzando l’Anyplex II HPV 28 Detection Test, una metodica di PCR che riesce a individuare il DNA di 28 genotipi di HPV sia ad alto o probabile/possibile rischio oncogeno sia a basso rischio oncogeno. Per l’analisi dell’mRNA è utilizzato l’ Aptima HPV Assay (Hologic) effettuato con il sistema Panther, che permette la determinazione degli mRNA di E6 ed E7 di 14 tipi di HPV (12 HPV ad alto rischio e 2 HPV a probabile possibile rischio oncogeno). Il risultato fornisce la positività/negatività per l’mRNA, senza distinguere tra i vari tipi di HPV.
Risultati e conclusioni
La prevalenza dell’infezione da HPV nei soggetti ad alto rischio esaminati in questo studio risulta essere dell’85,9% senza discriminare tra i gruppi di genotipi, mentre è del 56,2% se si considerano soltanto i genotipi ad alto rischio oncogeno. Il tipo ad alto rischio con la prevalenza più alta è HPV16 (21,8%), seguito da HPV18 (17,2%) e da HPV31 (14,1%). Tra i tipi a basso rischio oncogeno quelli con maggior prevalenza sono HPV6 (43,8%) e HPV11 (17%). Le infezioni multiple sono frequenti: in 41 campioni sono presenti coinfezioni con almeno 2 tipi di HPV. I campioni positivi all’mRNA di HPV sono il 50%. Il risultato delle analisi di genotipizzazione concorda al 94,5% con quello ottenuto tramite il test Cobas 4800 HPV. Dei 52 campioni con risultati validi per il test Cobas 4800 HPV e per l’Aptima HPV Assay, 41 sono concordi mentre 11 sono discordanti: di questi, 10 campioni sono positivi al DNA ma negativi all’mRNA, 1 campione è positivo all’mRNA ma negativo al DNA. La valutazione dei parametri di sensibilità, specificità e valore predittivo positivo (PPV), calcolati usando come end-point le lesioni con risultato istologico AINI+, mostrano che il test più sensibile è il Cobas 4800 HPV (se: 68,2%) mentre il più specifico è l’Aptima HPV Assay (sp: 55,6%). Una ipotesi di strategia per la prevenzione del cancro anale correlato ad HPV potrebbe essere quella di associare questi due test molecolari per individuare i soggetti a maggiore rischio di cancro anale (PPV: 47,6%).
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