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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03202018-104537


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAGNONI, MARCO
URN
etd-03202018-104537
Titolo
Utilizzo di nanoparticelle di biossido di titanio e carbon black per la bonifica da contaminanti organici. Studio di genotossicita in organismi marini.
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof.ssa Frenzilli, Giada
relatore Dott.ssa Bernardeschi, Margherita
Parole chiave
  • benzo(a)pirene
  • biossido di titanio
  • carbon black
  • nanoparticelle
  • nanoremediation
Data inizio appello
09/04/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/04/2088
Riassunto
Le nanoparticelle (definite come particelle nelle quali almeno una dimensione risulti inferiore o uguale a 100 nm) sono sempre più utilizzate in vari settori produttivi e sanitari. Ultimamente si sta vagliando sempre di più la possibilità di impiegarle nel risanamento ambientale, dal momento che grazie alle loro peculiari caratteristiche chimico-fisiche possono interagire con le altre sostanze con cui vengono in contatto, ed essere impiegate nella bonifica di suoli, sedimenti e acque (sia dolci che salate) contaminati. L’obiettivo di questa tesi è stato quello di analizzare la potenziale capacità di alcune nanoparticelle di interagire con contaminanti classici dell’ambiente marino, quali gli idrocarburi policiclici aromatici abbattendone il noto effetto genotossico in caso di co-esposizione. In particolare, sono stati condotti esperimenti in vitro su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis trattate con e il Benzo[a]Pirene, atti a valutare la potenziale applicazione nella nanoremediation di nanoparticelle di Carbon Black e di Biossido di Titanio (Sigma 25 nm; Degussa composto dal 70% di anatasio, 21 nm; mesoporoso 14 nm). Il titanio mesoporoso è stato anche utilizzato per indagare l’eventuale capacità di abbattere gli effetti genotossici indotti da una miscela di idrocarburi policiclici aromatici in spigole (Dicentrarchus labrax) esposte in vivo. I test utilizzati per la stima del danno genetico sono stati il Comet assay, in grado di evidenziare, nella sua versione alcalina, rotture a singolo e doppio filamento, nonchè la presenza di siti labili agli alcali, ed il Diffusion assay, in grado di rilevare l’eventuale presenza di cellule apoptotiche. E’ stato anche valutato il danno cromosomico permanente attraverso il Cytome assay, in grado di evidenziare la presenza di cellule micronucleate e/o altre anomalie a carico del nucleo cellulare. È stato condotto, inoltre, il test del Trypan blue per valutare la vitalità cellulare in cellule branchiali isolate. Attraverso analisi al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) sono stati indagati l’up-take cellulare e gli eventuali effetti a carico degli organuli a seguito dei vari trattamenti. I risultati preliminari del Comet assay, relativi al Carbon black, hanno mostrato una generale tendenza a ridurre il livello di danno al DNA indotto dal B(a)P nelle co-esposizioni, riportando i livelli di danno al DNA indotti da B(a)P a quelli rilevati nelle cellule di controllo. Il titanio mesoporoso ha mostrato di abbattere il danno genetico indotto da idrocarburi in spigole esposte in vivo. Attualmente sono in corso ulteriori indagini, al fine di valutare se le polveri selezionate possano essere effettivamente candidate adatte ad essere applicate nella nanoremediation di ambienti marini contaminati.
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