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Thesis etd-03192024-113425


Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BARONIO, ALESSANDRO
URN
etd-03192024-113425
Thesis title
Il Sahara Occidentale tra autonomia e indipendenza
Department
SCIENZE POLITICHE
Course of study
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Supervisors
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Keywords
  • Fronte POLISARIO
  • MINURSO
  • Regno del Marocco
  • Sahara Occidentale
  • Saharawi
Graduation session start date
10/04/2024
Availability
Withheld
Release date
10/04/2094
Summary
Il Sahara Occidentale è un vasto territorio dell’Africa Nord-Occidentale dalle dimensioni comparabili a quelle del Regno Unito ed è coinvolto da circa cinquant’anni in un lungo conflitto ad intensità variabile per portare a compimento il processo di autodeterminazione e di decolonizzazione prima dalla Potenza amministratrice spagnola e in seguito dal limitrofo Regno del Marocco.
La questione sahariana si configura come uno degli ultimi casi a livello internazionale di violazione del principio di autodeterminazione dei popoli sancito nel 1919 dal presidente statunitense Woodrow Wilson.

Questo territorio all’apparenza arido e desertico, però, rappresenta una grande risorsa essendo fonte di materie prime grazie ai cospicui giacimenti di fosfati e alla grande pescosità delle sue coste; di conseguenza, risulta esser causa di interessamento da parte del vicino Regno del Marocco non tanto per motivi storici o culturali quanto per motivi legati allo sfruttamento e alla commercializzazione di tali risorse.
La questione è stata rappresentata anche presso le sedi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana ma, a causa degli interessi degli Stati membri di tali Organizzazioni Internazionali, negli anni è prevalso l’interesse economico rendendo poco efficaci le azioni intraprese.

Negli anni il Regno del Marocco ha adottato una serie di politiche di inclusione finalizzate a dare supporto alla proposta di annettere definitivamente il Sahara Occidentale allo Stato marocchino come una regione autonoma ma all’interno dei confini nazionali.
La proposta di regionalizzazione del Marocco si pone in netto contrasto con le pretese d’indipendenza e di autodeterminazione avanzate dal popolo saharawi tramite il Fronte POLISARIO e la Repubblica Araba Saharawi Democratica. Le Nazioni Unite avevano proposto di utilizzare lo strumento del Referendum per valutare la volontà della popolazione al fine di dirimere l’annosa questione, modalità impiegata con successo nell’affine caso di Timor Est, ma le parti non hanno trovato un comune metodo per definire i votanti.
Il Regno del Marocco, però, ha negli anni stanziato ingenti fondi per l’integrazione della regione e la riqualificazione del territorio e di conseguenza non si ritiene più disposto a considerare la via del Referendum come una possibile soluzione della contesa poiché non considera più ipotizzabile la perdita della sua regione de facto, che considera come parte integrante dello Stato.

Il territorio, transitato dall’amministrazione spagnola a quella marocchina, è suddiviso in due sia fisicamente che ideologicamente. Territorialmente, infatti, è stato realizzato un sistema murario di sabbia che divide da Nord a Sud l’intero Sahara Occidentale e che ha permesso la divisione in tre zone: l’area occidentale è sotto l’influenza e il controllo marocchino ed è la parte più florida e ricca di materie prime; l’area residuale continentale è sotto l’autorità della RASD e controllata dalle milizie del Fronte POLISARIO; un corridoio demilitarizzato e neutrale che divide le due aree e atto ad evitare reciprochi sconfinamenti.

La divisione però si sta affermando anche a livello “ideologico” a causa delle diverse condizioni di vita in cui gli appartenenti al popolo saharawi vivono. Infatti, i saharawi nell’area occupata stabilmente dal Regno del Marocco si sono sedentarizzati e, vivendo con gli usi e i costumi marocchini, si stanno inserendo in questa nuova società voluta dal Marocco e sponsorizzata dalle sue politiche di “comprehensive approach”; la rimanente parte della popolazione è quella costretta a vivere nel territorio aspro e desertico controllato dal POLISARIO o nel campo profughi in territorio algerino, dove son presenti anche le autorità governative della RASD.

Le diverse vie intraprese dalla popolazione hanno fatto sì che vi sia un duplice approccio alla questione anche all’interno dello stesso popolo saharawi, diviso in una parte di “assuefatti” dalle agevolazioni portate dall’integrazione e in una parte che vive quotidianamente i disagi della permanenza nelle tende di Tindouf ed è di conseguenza più desiderosa di veder concluso il processo indipendentista.
Anche l’iniziale consenso alla causa sahariana accordato dalla Comunità Internazionale ha ceduto alle sapienti politiche del consenso marocchine, che son riuscite nell’intento di attrarre a se un maggior numero di sostenitori.
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