Tesi etd-03192018-163856 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NITOPI, MARIA ANTONIETTA
URN
etd-03192018-163856
Titolo
Effetti di eventi estremi di temperatura sulla demografia e dinamica del disturbo nel crostaceo cirripede Chthamalus stellatus (Poli, 1791).
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Benedetti Cecchi, Lisandro
Parole chiave
- cambiamento climatico
- Chthamalus stellatus
- disturbo abiotico
- eventi estremi
- temperatura
Data inizio appello
09/04/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le variazioni relative alla temperatura a scala globale possono avere profonde conseguenze sulle dinamiche biologiche delle popolazioni, a causa degli effetti sulla riproduzione e mortalità degli organismi legati ad un aumento nella media di questa variabile o nella frequenza di eventi estremi.
Gli organismi marini che vivono sulla battigia sono adattati a condizioni abiotiche molto variabili. Le temperature massime a cui sono attualmente sottoposti, tuttavia, possono rappresentare condizioni prossime al limite della tolleranza per alcuni di essi, e tali da ipotizzare che un aumento nell’intensità di eventi estremi possa avere effetti di notevole entità. Chthamalus stellatus (Poli, 1791) è un crostaceo cirripede sessile comune sulla battigia delle coste rocciose mediterranee, spesso presente in vasti aggregati ad alta densità e in grado di influenzare l’ecologia di organismi quali il microfitobentos epilitico (MPB). Ove presenti in densi aggregati, i popolamenti risultano caratterizzati dalla presenza di chiazze di rimozione naturale di diversa taglia, causate dall’azione di fattori abiotici (quali intense mareggiate) in grado di staccare dal substrato gruppi di organismi saldati tra loro.
L’obiettivo di questa tesi è valutare i possibili effetti di un aumento di intensità di eventi estremi di temperatura massima giornaliera sulla propagazione del disturbo meccanico in un popolamento di C. stellatus, a partire da aree di rimozione di diversa taglia. L’esperimento è stato effettuato lungo un tratto di costa rocciosa di 200 m presso Calafuria (LI). A marzo 2017 sono state scelte casualmente 24 aree di 20x20cm, stratificando su substrato orizzontale caratterizzato da densità di C. stellatus prossime al 100%, nella parte centrale del suo areale di distribuzione verticale. I 24 quadrati sono stati equamente divisi tra due livelli del fattore “Trattamento”: Controllo e Riscaldamento; quest’ultimo è stato applicato per una durata di 5 ore per 2/3 giorni consecutivi a intervalli di circa 1,5 mesi. Il riscaldamento è stato effettuato per mezzo di piramidi in plexiglass, in grado di aumentare passivamente la temperatura dell’aria al loro interno, durante giorni caratterizzati da temperature massime generalmente superiori al 90° percentile rispetto alla media del periodo. Per ciascun trattamento erano presenti quadrati caratterizzati da aree circolari di rimozione di ctamali di 3 cm (Piccola) e 5 cm di diametro (Grande) e quadrati lasciati intatti (nessuna area di rimozione).
I quadrati sperimentali sono stati monitorati con cadenza regolare nel tempo, campionando le variazioni nella dimensione dell’area di rimozione, nonché il numero di individui adulti morti o staccati a due distanze crescenti dal perimetro dell’area stessa (o in aree corrispondenti nei quadrati privi di aree di rimozione sperimentale). Nelle stesse aree è stato effettuato il campionamento della biomassa e attività fotosintetica del MPB presente sugli scudi degli ctamali, attraverso l’utilizzo di un fluorimetro da campo (Diving-PAM, Walz).
I risultati mostrano un iniziale effetto positivo dell’aumento di intensità di eventi estremi di temperatura massima giornaliera sul distacco degli individui più prossimi al margine dell’area di rimozione; tale effetto, tuttavia, scompare durante la stagione autunnale-invernale, quando emerge un effetto negativo delle aree di piccola taglia. Lungo il margine stesso, tale effetto interagisce in modo sinergico con gli estremi di temperatura, nel determinare un aumento più pronunciato, nel tempo, dell’area di rimozione stessa. Tali risultati evidenziano una generale resistenza di questa specie di cirripedi alle alte temperature; un aumento di eventi estremi di temperatura, tuttavia, può risultare in un effetto negativo durante i periodi di maggiore esposizione dei popolamenti a mareggiate di forte intensità. I risultati suggeriscono inoltre che l’effetto degli eventi estremi di temperatura sul popolamento microfitobentonico presente sugli scudi dei cirripedi possa essere mediato dal ruolo facilitativo degli ctamali stessi.
Gli organismi marini che vivono sulla battigia sono adattati a condizioni abiotiche molto variabili. Le temperature massime a cui sono attualmente sottoposti, tuttavia, possono rappresentare condizioni prossime al limite della tolleranza per alcuni di essi, e tali da ipotizzare che un aumento nell’intensità di eventi estremi possa avere effetti di notevole entità. Chthamalus stellatus (Poli, 1791) è un crostaceo cirripede sessile comune sulla battigia delle coste rocciose mediterranee, spesso presente in vasti aggregati ad alta densità e in grado di influenzare l’ecologia di organismi quali il microfitobentos epilitico (MPB). Ove presenti in densi aggregati, i popolamenti risultano caratterizzati dalla presenza di chiazze di rimozione naturale di diversa taglia, causate dall’azione di fattori abiotici (quali intense mareggiate) in grado di staccare dal substrato gruppi di organismi saldati tra loro.
L’obiettivo di questa tesi è valutare i possibili effetti di un aumento di intensità di eventi estremi di temperatura massima giornaliera sulla propagazione del disturbo meccanico in un popolamento di C. stellatus, a partire da aree di rimozione di diversa taglia. L’esperimento è stato effettuato lungo un tratto di costa rocciosa di 200 m presso Calafuria (LI). A marzo 2017 sono state scelte casualmente 24 aree di 20x20cm, stratificando su substrato orizzontale caratterizzato da densità di C. stellatus prossime al 100%, nella parte centrale del suo areale di distribuzione verticale. I 24 quadrati sono stati equamente divisi tra due livelli del fattore “Trattamento”: Controllo e Riscaldamento; quest’ultimo è stato applicato per una durata di 5 ore per 2/3 giorni consecutivi a intervalli di circa 1,5 mesi. Il riscaldamento è stato effettuato per mezzo di piramidi in plexiglass, in grado di aumentare passivamente la temperatura dell’aria al loro interno, durante giorni caratterizzati da temperature massime generalmente superiori al 90° percentile rispetto alla media del periodo. Per ciascun trattamento erano presenti quadrati caratterizzati da aree circolari di rimozione di ctamali di 3 cm (Piccola) e 5 cm di diametro (Grande) e quadrati lasciati intatti (nessuna area di rimozione).
I quadrati sperimentali sono stati monitorati con cadenza regolare nel tempo, campionando le variazioni nella dimensione dell’area di rimozione, nonché il numero di individui adulti morti o staccati a due distanze crescenti dal perimetro dell’area stessa (o in aree corrispondenti nei quadrati privi di aree di rimozione sperimentale). Nelle stesse aree è stato effettuato il campionamento della biomassa e attività fotosintetica del MPB presente sugli scudi degli ctamali, attraverso l’utilizzo di un fluorimetro da campo (Diving-PAM, Walz).
I risultati mostrano un iniziale effetto positivo dell’aumento di intensità di eventi estremi di temperatura massima giornaliera sul distacco degli individui più prossimi al margine dell’area di rimozione; tale effetto, tuttavia, scompare durante la stagione autunnale-invernale, quando emerge un effetto negativo delle aree di piccola taglia. Lungo il margine stesso, tale effetto interagisce in modo sinergico con gli estremi di temperatura, nel determinare un aumento più pronunciato, nel tempo, dell’area di rimozione stessa. Tali risultati evidenziano una generale resistenza di questa specie di cirripedi alle alte temperature; un aumento di eventi estremi di temperatura, tuttavia, può risultare in un effetto negativo durante i periodi di maggiore esposizione dei popolamenti a mareggiate di forte intensità. I risultati suggeriscono inoltre che l’effetto degli eventi estremi di temperatura sul popolamento microfitobentonico presente sugli scudi dei cirripedi possa essere mediato dal ruolo facilitativo degli ctamali stessi.
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