logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03192012-155813


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
TANI, CHIARA
URN
etd-03192012-155813
Titolo
Cellule stromali mesenchimali e Lupus Eritematoso Sistemico
Settore scientifico disciplinare
MED/18
Corso di studi
CHIRURGIA, BIOTECNOLOGIE E IMMUNOLOGIA DEI TRAPIANTI
Relatori
tutor Dott. Mosca, Marta
Parole chiave
  • lupus eritematoso sistemico
  • cellule stromali mesenchimali
Data inizio appello
28/03/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) é una malattia autoimmune sistemica che, nonostante i progressi in ambito diagnostico e terapeutico, può tutt’ora avere un decorso potenzialmente fatale in alcuni pazienti resistenti agli schemi terapeutici convenzionali.
Ad oggi, si ritiene che la terapia cellulare rappresenti una nuova promettente opzione terapeutica in questi pazienti. Alcuni pazienti con LES severo e refrattario sono stati già sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche in associazione con terapia citotossica ad alte dosi ottenendo risultati incoraggianti. Tuttavia, se vi é una ampia documentazione del ruolo svolto dalle cellule staminali ematopoietiche (HSC), pochi dati sono disponibili circa il ruolo svolto da cellule stromali mesenchimali (MSCs).
E’ stato recentemente postulato che MSCs possano esercitare un effetto di tipo anti- infiammatorio e immunomodulante. Tali osservazioni sono state il razionale per lo studio dell’impiego delle MSC in ambito trapiantologico per la modulazione del rigetto del trapianto di organo solido e per la cura della Graft Versus Host Disease; nell’ambito di malattie a patogenesi autoimmune è stato postulato il loro utilizzo in malattie quali la sclerosi multipla, la Sclerosi Sistemica e il LES. A tale riguardo, studi pre-clinici su modelli animali e studi pilota su malati refrattari alle terapie convenzionali hanno evidenziato risultati promettenti sia in termini di efficacia terapeutica che di tollerabilità delle MSC.
Ad oggi, tuttavia, rimangono da chiarire molti aspetti sia circa l’efficacia e la sicurezza a lungo termine del trattamento con MSC nel LES, sia circa le strategie trapiantologiche e i protocolli di trattamento più efficaci.
Su queste basi appare di cruciale importanza la caratterizzazione morfologica e funzionale delle MSCs midollari nei LES; inoltre, la disponibilità di modelli animali di malattia offre la opportunità di testare diverse opzioni trapiantologiche con lo scopo di trasferire nuove utili acquisizioni alla pratica clinica.
Il presente progetto di ricerca è stato finalizzato alla definizione delle caratteristiche delle MSCs midollari in un modello murino di LES; si tratta di una fase preparatoria a successivi esperimenti di trapianto di MSCs nello stesso modello animale a scopo terapeutico.
Allo stesso tempo, l’osservazione dell’andamento clinico della malattia lupica nel modello animale ha avuto lo scopo di definire i parametri clinici necessari per la successiva scelta della tempistica e delle diverse opzioni trapiantologiche.
L’isolamento e l’espansione di MSCs midollari da un ceppo murino che sviluppa spontaneamente la malattia lupica (NZB/WF1) è stata confrontata con un ceppo murino non malato di controllo (C57BL6/J); inoltre, il confronto è avvenuto in tempi successivi, prima e nel corso dello sviluppo della patologia. Infatti, sacrifici seriati degli esemplari ci hanno consentito uno studio delle caratteristiche delle MSCs ottenute da 8 settimnane (prima della comparsa dei segni della malattia) di vita fino a 36 settimane di vita (in fase clinicamente conclamata).
Lo studio di diversi parametri della fisiologia ex vivo ed in vitro delle MSCs ottenute sembrano affermare concordi una ridotta capacità proliferativa e di crescita delle stesse nei topi malati, in particolare nelle osservazioni effettuate a 36 settimane.
Da queste osservazioni, se confermate anche nell’uomo, potrebbero derivare importanti considerazioni di impatto clinico quali, ad esempio, la modalità trapiantologia più efficace e l’eventuale coinvolgimento delle MSCs nella eziopatogenesi del LES.
File