Tesi etd-03182024-201651 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
KULIEVA, KRISTINA
URN
etd-03182024-201651
Titolo
Bilinguismo e identità culturale. Indagine sui connotati sociali ed affettivi.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Prof.ssa Gallina, Francesca
correlatore Prof.ssa Cella, Roberta
correlatore Prof.ssa Cella, Roberta
Parole chiave
- bilingual education
- bilingualism
- bilinguismo
- cultural identity
- culture
- educazione plurilingue
- identità culturale
- language
- multilinguismo
Data inizio appello
05/04/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/04/2094
Riassunto
Se osservassimo più attentamente il contesto e gli oggetti intorno a noi, se ascoltassimo più da vicino le persone che ci circondano e quelle che incontriamo per caso e, ancor di più, se riflettessimo su noi stessi, ci accorgeremmo all’istante di quanto siamo immersi in una pluralità di lingue e culture. Il bilinguismo è un fenomeno estremamente diffuso che interessa la maggioranza della popolazione mondiale e deriva principalmente dal contatto linguistico tra individui parlanti due idiomi differenti, oltre che da scelte e motivazioni personali, culturali, politiche o didattiche. Si dice, addirittura, che gli umani siano biologicamente predisposti all’acquisizione di due o più lingue, dal momento che, come dimostrato da svariati esperimenti, perfino i neonati sono in grado a pochi giorni dalla nascita di discriminare i suoni di lingue differenti. Il bilinguismo, infatti, racchiude in sé un concetto tanto ampio quanto complesso essendo, da una parte, una condizione individuale che può mutare nel tempo e dall’altra, un fenomeno culturale insito nelle comunità dei parlanti come elemento caratterizzante della propria identità.
Nonostante sia una condizione così diffusa, soprattutto al giorno d’oggi in Europa per via delle ondate migratorie odierne e quelle degli anni passati, vi è ancora molta disinformazione, sfiducia e sconforto tra genitori ed insegnanti a stretto contatto con i bilingui o i potenziali futuri bilingui.
Gli obiettivi di questa tesi sono quelli di: analizzare il fenomeno del bilinguismo individuale nelle sue varie definizioni e tipologie, accennando alla cognizione e ai meccanismi di acquisizione bilingue, delineare le principali strategie attuabili in un ambiente domestico e istituzionale volte alla comparsa e al mantenimento del bilinguismo, indagare sui vantaggi che ne derivano e soprattutto di dare risalto alla componente sociale ed affettiva del fenomeno presentando i risultati di una serie di esperimenti condotti su giovani bilingui di 11-14 anni di età frequentanti le Scuole Secondarie di Secondo grado di Parma e provincia.
Spesso si tende a sottovalutare l'importanza di riconoscere e di valorizzare i patrimoni linguistici e culturali altrui, soprattutto quando sono considerati essere minoritari o gerarchicamente inferiori a quelli della comunità dominante. Un simile atteggiamento comporta inevitabilmente conseguenze negative sul modo di riconoscere e considerare sé stessi come individui e componenti di una società e una cultura.
La lingua è una dei tanti tasselli che compongono il concetto e il significato di cultura, la lingua ci aiuta a definirci, a costruire la nostra personalità ed ovviamente ad intrattenere relazioni con altri individui. Quando il nostro idioma non viene riconosciuto dalla comunità in cui viviamo ci sentiamo isolati, incompresi ed impotenti, proviamo un sentimento di vergogna e disagio che a lungo andare ci spingerà ad abbandonare le nostre radici, il nostro idioma materno e forse anche la nostra cultura di origine. Una simile rinuncia equivale al privarsi della possibilità di sperimentare l’esperienza della condizione bilingue e di godere dai tanti benefici che ne derivano.
Pertanto, il bilinguismo non può essere pienamente compreso se analizzato soltanto dal punto di vista linguistico o neurolinguistico, deve essere inquadrato in una cornice più vasta che consideri anche elementi come la motivazione, il bisogno, la personalità, lo sviluppo dell’identità culturale, il biculturalismo affiancato al bilinguismo, la componente sociale e la considerazione positiva o negativa che un individuo ha nei confronti delle lingue di sua competenza.
A proposito dei vantaggi derivati dal bilinguismo, svariati studi e ricerche confermano e dimostrano che l’uso due o più lingue qualsiasi, dialetti o lingue ufficiali, durante la vita di tutti i giorni ha svariati benefici sul cervello, sullo stato emotivo e sulla capacità di relazionarsi e comprendere gli altri.
Per questo motivo è fondamentale dibattere circa i falsi miti che ancora oggi si sentono nei confronti del fenomeno e incoraggiare, supportando con informazioni e strategie concrete e basate su dati scientifici, tutte le famiglie interessate, tutti gli individui bilingui e tutti quelli che ancora non sanno di esserlo. È stato dimostrato infatti che i bilingui hanno migliori abilità metalinguistiche e di apprendimento delle lingue, un maggiore controllo dell’attenzione (attenzione selettiva), maggiori capacità di gestire informazioni conflittuali e un precoce sviluppo della teoria della mente, ovvero la capacità di comprendere le intenzionalità degli altri e il loro punto di vista. I benefici del bilinguismo continuano ad avere effetti positivi anche in età adulta, infatti, alcuni studi hanno dimostrato che la capacità di usare regolarmente due lingue ritardi la comparsa di patologie legate alla demenza senile e i sintomi cognitivi dell’Alzheimer.
Infine, come emerge dagli esperimenti condotti dalla sottoscritta con l’utilizzo di interviste semi strutturate, quiz di autovalutazione e completamento della silhouette linguistica, presentati nell’ultima parte dell’elaborato, i bilingui esaminati di età compresa tra gli 11 e i 14 anni sembrano essere più curiosi e più attenti alle differenze culturali e linguistiche, più aperti alla diversità, più sicuri di sé stessi e motivati ad apprendere nuovi idiomi, ma soprattutto sono consapevoli della ricchezza culturale ed individuale che comporta l’essere bilingui.
If we look more closely at the context and objects around us, if we listen more closely to the people around us and those we meet by chance, and even more if we reflect on ourselves, we will instantly realize how immersed we are in a plurality of languages and cultures. Bilingualism is an extremely widespread phenomenon that affects the majority of the world's population and results mainly from language contact between individuals speaking two or more different idioms, as well as from personal, cultural, political or educational choices and motivations.
It is said that humans are biologically predisposed to the acquisition of two or more languages since, as demonstrated by a variety of experiments, infants are able to discriminate the sounds of different languages. Bilingualism, in fact, is a huge and complex concept because on the one hand, it is an individual condition that can change over time and, on the other hand, is a cultural phenomenon inherent in speakers’ communities as a defining element of their cultural identity.
Despite the fact that it is a widespread condition, especially nowadays in Europe due to today's waves of migration and those of past years, there is still much misinformation, distrust and discouragement among parents and teachers in close contact with bilinguals or potential future bilinguals.
The purposes of this thesis are: to analyze the phenomenon of individual bilingualism in its various definitions and types, hinting at the bilingual cognition and mechanisms of bilingual acquisition, to outline the main strategies that can be implemented in a domestic and institutional environment aimed at the emergence and maintenance of bilingualism, to investigate the benefits of bilingualism, and above all, to emphasize the social and affective component of the phenomenon by presenting the results of a series of experiments conducted on bilingual speakers aged 11-14, attending Middle Schools in Parma and province.
There is a tendency to underestimate the importance of recognizing and valuing the linguistic and cultural heritages of others, especially when they are considered to be a minority or hierarchically inferior group to those of the dominant community. This type of attitude inevitably has negative consequences on the way one recognizes and considers oneself as an individual and component of a society and culture.
Language is one of the many pieces that make up the concept and meaning of culture; language helps us define ourselves, build our personality and, of course, have relationships with other individuals. When our idiom is not recognized by the community in which we live we feel isolated, misunderstood and powerless, we experience a feeling of shame and discomfort that in the long run will push us to abandon our roots, our mother idiom and perhaps even our culture of origin. Such renunciation is equivalent as to depriving ourselves of the opportunity to experience the bilingual condition and to enjoy from the many benefits that come with it.
Therefore, bilingualism phenomenon cannot be fully understood if analyzed only from a linguistic or neurolinguistic perspective; it must be framed in a broader framework that also considers elements such as motivation, need, personality, cultural identity development, biculturalism, the social component, and individual's positive or negative regard for the languages of his or her competence.
Speaking about the benefits derived from bilingualism, a variety of studies and research confirm and prove that using two or more languages, dialects or official languages, during everyday life has a variety of benefits on the brain, emotional state, and the ability to relate to and understand others.
For this reason, it is very important to debate about the false myths that are still present about the phenomenon and to encourage, by supporting with concrete and science-based information and strategies, all affected families, all bilingual individuals and all those who do not yet know that they are bilingual.
In fact, it has been demonstrated that bilinguals have better metalinguistic and language learning skills, better control of attention (selective attention), greater ability to handle conflicting information, and earlier development of Theory of Mind, that is, the ability to understand the internationalities of others and their point of view. The benefits of bilingualism continue to have positive effects in adulthood, in fact, studies have shown that the ability to regularly use two languages delays the emergence of dementia-related diseases and cognitive symptoms of Alzheimer's.
Last but not least, as revealed by the experiments conducted by the undersigned, using semi-structured interviews, self-assessment quizzes and language silhouette completion, presented in the last part of the paper, the examined bilinguals aged from 11 to 14 years old seem to be more curious and more attentive to cultural and linguistic differences, more open to diversity, more self-confident and motivated to learn new idioms, but most importantly, they are aware of the cultural and individual richness involved in being bilingual.
Nonostante sia una condizione così diffusa, soprattutto al giorno d’oggi in Europa per via delle ondate migratorie odierne e quelle degli anni passati, vi è ancora molta disinformazione, sfiducia e sconforto tra genitori ed insegnanti a stretto contatto con i bilingui o i potenziali futuri bilingui.
Gli obiettivi di questa tesi sono quelli di: analizzare il fenomeno del bilinguismo individuale nelle sue varie definizioni e tipologie, accennando alla cognizione e ai meccanismi di acquisizione bilingue, delineare le principali strategie attuabili in un ambiente domestico e istituzionale volte alla comparsa e al mantenimento del bilinguismo, indagare sui vantaggi che ne derivano e soprattutto di dare risalto alla componente sociale ed affettiva del fenomeno presentando i risultati di una serie di esperimenti condotti su giovani bilingui di 11-14 anni di età frequentanti le Scuole Secondarie di Secondo grado di Parma e provincia.
Spesso si tende a sottovalutare l'importanza di riconoscere e di valorizzare i patrimoni linguistici e culturali altrui, soprattutto quando sono considerati essere minoritari o gerarchicamente inferiori a quelli della comunità dominante. Un simile atteggiamento comporta inevitabilmente conseguenze negative sul modo di riconoscere e considerare sé stessi come individui e componenti di una società e una cultura.
La lingua è una dei tanti tasselli che compongono il concetto e il significato di cultura, la lingua ci aiuta a definirci, a costruire la nostra personalità ed ovviamente ad intrattenere relazioni con altri individui. Quando il nostro idioma non viene riconosciuto dalla comunità in cui viviamo ci sentiamo isolati, incompresi ed impotenti, proviamo un sentimento di vergogna e disagio che a lungo andare ci spingerà ad abbandonare le nostre radici, il nostro idioma materno e forse anche la nostra cultura di origine. Una simile rinuncia equivale al privarsi della possibilità di sperimentare l’esperienza della condizione bilingue e di godere dai tanti benefici che ne derivano.
Pertanto, il bilinguismo non può essere pienamente compreso se analizzato soltanto dal punto di vista linguistico o neurolinguistico, deve essere inquadrato in una cornice più vasta che consideri anche elementi come la motivazione, il bisogno, la personalità, lo sviluppo dell’identità culturale, il biculturalismo affiancato al bilinguismo, la componente sociale e la considerazione positiva o negativa che un individuo ha nei confronti delle lingue di sua competenza.
A proposito dei vantaggi derivati dal bilinguismo, svariati studi e ricerche confermano e dimostrano che l’uso due o più lingue qualsiasi, dialetti o lingue ufficiali, durante la vita di tutti i giorni ha svariati benefici sul cervello, sullo stato emotivo e sulla capacità di relazionarsi e comprendere gli altri.
Per questo motivo è fondamentale dibattere circa i falsi miti che ancora oggi si sentono nei confronti del fenomeno e incoraggiare, supportando con informazioni e strategie concrete e basate su dati scientifici, tutte le famiglie interessate, tutti gli individui bilingui e tutti quelli che ancora non sanno di esserlo. È stato dimostrato infatti che i bilingui hanno migliori abilità metalinguistiche e di apprendimento delle lingue, un maggiore controllo dell’attenzione (attenzione selettiva), maggiori capacità di gestire informazioni conflittuali e un precoce sviluppo della teoria della mente, ovvero la capacità di comprendere le intenzionalità degli altri e il loro punto di vista. I benefici del bilinguismo continuano ad avere effetti positivi anche in età adulta, infatti, alcuni studi hanno dimostrato che la capacità di usare regolarmente due lingue ritardi la comparsa di patologie legate alla demenza senile e i sintomi cognitivi dell’Alzheimer.
Infine, come emerge dagli esperimenti condotti dalla sottoscritta con l’utilizzo di interviste semi strutturate, quiz di autovalutazione e completamento della silhouette linguistica, presentati nell’ultima parte dell’elaborato, i bilingui esaminati di età compresa tra gli 11 e i 14 anni sembrano essere più curiosi e più attenti alle differenze culturali e linguistiche, più aperti alla diversità, più sicuri di sé stessi e motivati ad apprendere nuovi idiomi, ma soprattutto sono consapevoli della ricchezza culturale ed individuale che comporta l’essere bilingui.
If we look more closely at the context and objects around us, if we listen more closely to the people around us and those we meet by chance, and even more if we reflect on ourselves, we will instantly realize how immersed we are in a plurality of languages and cultures. Bilingualism is an extremely widespread phenomenon that affects the majority of the world's population and results mainly from language contact between individuals speaking two or more different idioms, as well as from personal, cultural, political or educational choices and motivations.
It is said that humans are biologically predisposed to the acquisition of two or more languages since, as demonstrated by a variety of experiments, infants are able to discriminate the sounds of different languages. Bilingualism, in fact, is a huge and complex concept because on the one hand, it is an individual condition that can change over time and, on the other hand, is a cultural phenomenon inherent in speakers’ communities as a defining element of their cultural identity.
Despite the fact that it is a widespread condition, especially nowadays in Europe due to today's waves of migration and those of past years, there is still much misinformation, distrust and discouragement among parents and teachers in close contact with bilinguals or potential future bilinguals.
The purposes of this thesis are: to analyze the phenomenon of individual bilingualism in its various definitions and types, hinting at the bilingual cognition and mechanisms of bilingual acquisition, to outline the main strategies that can be implemented in a domestic and institutional environment aimed at the emergence and maintenance of bilingualism, to investigate the benefits of bilingualism, and above all, to emphasize the social and affective component of the phenomenon by presenting the results of a series of experiments conducted on bilingual speakers aged 11-14, attending Middle Schools in Parma and province.
There is a tendency to underestimate the importance of recognizing and valuing the linguistic and cultural heritages of others, especially when they are considered to be a minority or hierarchically inferior group to those of the dominant community. This type of attitude inevitably has negative consequences on the way one recognizes and considers oneself as an individual and component of a society and culture.
Language is one of the many pieces that make up the concept and meaning of culture; language helps us define ourselves, build our personality and, of course, have relationships with other individuals. When our idiom is not recognized by the community in which we live we feel isolated, misunderstood and powerless, we experience a feeling of shame and discomfort that in the long run will push us to abandon our roots, our mother idiom and perhaps even our culture of origin. Such renunciation is equivalent as to depriving ourselves of the opportunity to experience the bilingual condition and to enjoy from the many benefits that come with it.
Therefore, bilingualism phenomenon cannot be fully understood if analyzed only from a linguistic or neurolinguistic perspective; it must be framed in a broader framework that also considers elements such as motivation, need, personality, cultural identity development, biculturalism, the social component, and individual's positive or negative regard for the languages of his or her competence.
Speaking about the benefits derived from bilingualism, a variety of studies and research confirm and prove that using two or more languages, dialects or official languages, during everyday life has a variety of benefits on the brain, emotional state, and the ability to relate to and understand others.
For this reason, it is very important to debate about the false myths that are still present about the phenomenon and to encourage, by supporting with concrete and science-based information and strategies, all affected families, all bilingual individuals and all those who do not yet know that they are bilingual.
In fact, it has been demonstrated that bilinguals have better metalinguistic and language learning skills, better control of attention (selective attention), greater ability to handle conflicting information, and earlier development of Theory of Mind, that is, the ability to understand the internationalities of others and their point of view. The benefits of bilingualism continue to have positive effects in adulthood, in fact, studies have shown that the ability to regularly use two languages delays the emergence of dementia-related diseases and cognitive symptoms of Alzheimer's.
Last but not least, as revealed by the experiments conducted by the undersigned, using semi-structured interviews, self-assessment quizzes and language silhouette completion, presented in the last part of the paper, the examined bilinguals aged from 11 to 14 years old seem to be more curious and more attentive to cultural and linguistic differences, more open to diversity, more self-confident and motivated to learn new idioms, but most importantly, they are aware of the cultural and individual richness involved in being bilingual.
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