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Questo lavoro ha l’obbiettivo di mettere in luce la presenza del non-umano nelle opere di Antonio Moresco, il quale, in controtendenza rispetto alla letteratura occidentale contemporanea, sfida l’antropocentrismo che considera l’uomo superiore agli altri esseri viventi. Inizieremo esaminando il ruolo degli animali, finalizzato a promuovere il riconoscimento dell’uomo come appartenente al loro stesso regno. Nel secondo capitolo, analizzeremo la rappresentazione del regno vegetale e la sua prospera vitalità in un futuro privo dell’uomo, sottolineando l’invito – straordinariamente pronunciato dagli alberi – per l’uomo di riconoscere le proprie capacità inventive ed evolutive. Il terzo capitolo espanderà la prospettiva fino all’universo e al microcosmo, mettendo in luce la posizione quasi trascurabile dell’uomo nel contesto cosmico e incoraggiando l’accettazione di forze invisibili come i batteri, anch’essi abitanti del nostro stesso ecosistema. Nell’ultimo capitolo, esamineremo il modo in cui Moresco attribuisce una funzione narrativa anche agli oggetti inanimati, suggerendo che possano aiutarci a modificare il nostro paradigma di pensiero.