Tesi etd-03182016-081943 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CORSETTI, SILVIA
Indirizzo email
silvia.c91@hotmail.it
URN
etd-03182016-081943
Titolo
Impegno sociale e sperimentalismo pittorico di Angelo Morbelli: i due volti del Divisionismo
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
correlatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Dott.ssa D'Ayala Valva, Margherita
correlatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Dott.ssa D'Ayala Valva, Margherita
Parole chiave
- Divisionismo
- Morbelli
- Ottocento
Data inizio appello
18/04/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La fortuna critica del Divisionismo si consolida una volta per tutte soltanto a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, da un lato grazie alla pubblicazione degli Archivi del Divisionismo a cura di Maria Teresa Fiori e Fortunato Bellonzi, da un altro attraverso la mostra organizzata dalla Società Permanente di Belle Arti di Milano nel 1970. Negli anni successivi sono stati promossi numerosi studi sui protagonisti di questo movimento artistico, con lo scopo sia di approfondire e illuminare il percorso degli artisti considerati minori, sia di valorizzare la produzione giovanile di alcuni pittori futuristi che hanno svolto inizialmente ricerche nel campo divisionista.
Il caso di Angelo Morbelli è da questo punto di vista particolarmente interessante; oggi considerato unanimemente il pittore che ha rappresentato al meglio l’esperienza divisionista, Morbelli ha condotto la propria ricerca nell’alveo della tecnica pittorica ‘divisa’, sperimentando coraggiosamente tecniche e materiali fino alla sua morte. La mancata pubblicazione di un catalogo ragionato di Morbelli e allo stesso tempo la carenza di studi sistematici sul pittore sono il risultato, tra l’altro, del fatto che gli studi prima d’ora condotti sull’artista oscillano tra approfondimenti puntuali di grande importanza e giudizi frettolosamente superficiali. Per questo motivo si è ritenuto necessario approfondire i due aspetti più interessanti e controversi della vicenda morbelliana, prendendo in considerazione da una parte il presunto impegno sociale del pittore, dall’altra la sua consuetudine a procedere per esperimenti sui colori, con lo scopo di produrre i materiali autonomamente. Nel primo caso è stato particolarmente utile far riferimento agli apparati critici che si sono occupati dell’argomento e costatare che, sebbene il pittore non fosse impreparato sui fatti politici e sociali che animavano il paese a cavallo tra Ottocento e Novecento, coesistono molte divergenze nei giudizi di coloro che affermano o negano degli accenni di denuncia sociale sia nei dipinti realizzati nel ricovero per anziani del Pio Albergo Trivulzio, sia in quelli che rappresentano le mondine a lavoro nelle risaie del vercellese. Per questo motivo, dopo riferimenti e confronti tra le opere degli artisti che sia in Europa che nello specifico in Italia sono associabili alla produzione artistica di Angelo Morbelli, ho trattato dell’influenza che ebbe su di lui Vittore Grubicy de Dragon nel ruolo di mercante d’arte, secondo ciò che emerge dalle indicazioni e dai suggerimenti contenuti nello scambio epistolare tra i due; contemporaneamente ho analizzato il rapporto profondo di amicizia tra il pittore e Pellizza da Volpedo che, da ciò che emerge dal carteggio, è ravvisabile non solo a livello artistico ma anche nella vita quotidiana.
Furono proprio Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo a sviluppare una vera e propria cultura scientifica sull’argomento e ad applicare le loro conoscenze nella pratica pittorica. A tal proposito la seconda parte della tesi sviluppa un altro importante aspetto del percorso artistico del pittore. In linea con l’interesse da parte dei pittori divisionisti di approfondire e di capire a fondo l’utilizzo e il comportamento dei pigmenti e delle vernici sui dipinti, attraverso uno studio sistematico sia dei trattati di ottica allora considerati obsoleti sia delle nuove ricerche disponibili sul mercato, Morbelli portò all’estremo la lezione impartita da tali testi, superando l’applicazione tradizionale del colore sulla tela ed eseguendo esperimenti nel tentativo di creare pigmenti autonomamente per indagare i rapporti tra il colore e la percezione visiva. Un prezioso contributo per comprendere le scelte dell’artista è dato dalla ricostruzione fedele dell’atelier del pittore ubicato alla Colma di Rosignano a Casale Monferrato, dove sono conservati documenti e oggetti utilizzati dall’artista stesso per compiere le proprie ricerche e che aiutano ad approfondire i rapporti tra il pittore e le case produttrici di colori a livello industriale come la Lefranc. Facendo riferimento alla tecnica artistica perfezionata dal pittore nel corso della sua vita e il confronto diretto con gli strumenti e i materiali utilizzati, grazie anche all’opportunità di visitare l’atelier di persona insieme alla testimonianza del nipote dell’artista, ho tentato di analizzare e porre l’attenzione sulle caratteristiche singolari della pittura di Angelo Morbelli, artista che ancora merita una piena e ampia valutazione.
Il caso di Angelo Morbelli è da questo punto di vista particolarmente interessante; oggi considerato unanimemente il pittore che ha rappresentato al meglio l’esperienza divisionista, Morbelli ha condotto la propria ricerca nell’alveo della tecnica pittorica ‘divisa’, sperimentando coraggiosamente tecniche e materiali fino alla sua morte. La mancata pubblicazione di un catalogo ragionato di Morbelli e allo stesso tempo la carenza di studi sistematici sul pittore sono il risultato, tra l’altro, del fatto che gli studi prima d’ora condotti sull’artista oscillano tra approfondimenti puntuali di grande importanza e giudizi frettolosamente superficiali. Per questo motivo si è ritenuto necessario approfondire i due aspetti più interessanti e controversi della vicenda morbelliana, prendendo in considerazione da una parte il presunto impegno sociale del pittore, dall’altra la sua consuetudine a procedere per esperimenti sui colori, con lo scopo di produrre i materiali autonomamente. Nel primo caso è stato particolarmente utile far riferimento agli apparati critici che si sono occupati dell’argomento e costatare che, sebbene il pittore non fosse impreparato sui fatti politici e sociali che animavano il paese a cavallo tra Ottocento e Novecento, coesistono molte divergenze nei giudizi di coloro che affermano o negano degli accenni di denuncia sociale sia nei dipinti realizzati nel ricovero per anziani del Pio Albergo Trivulzio, sia in quelli che rappresentano le mondine a lavoro nelle risaie del vercellese. Per questo motivo, dopo riferimenti e confronti tra le opere degli artisti che sia in Europa che nello specifico in Italia sono associabili alla produzione artistica di Angelo Morbelli, ho trattato dell’influenza che ebbe su di lui Vittore Grubicy de Dragon nel ruolo di mercante d’arte, secondo ciò che emerge dalle indicazioni e dai suggerimenti contenuti nello scambio epistolare tra i due; contemporaneamente ho analizzato il rapporto profondo di amicizia tra il pittore e Pellizza da Volpedo che, da ciò che emerge dal carteggio, è ravvisabile non solo a livello artistico ma anche nella vita quotidiana.
Furono proprio Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo a sviluppare una vera e propria cultura scientifica sull’argomento e ad applicare le loro conoscenze nella pratica pittorica. A tal proposito la seconda parte della tesi sviluppa un altro importante aspetto del percorso artistico del pittore. In linea con l’interesse da parte dei pittori divisionisti di approfondire e di capire a fondo l’utilizzo e il comportamento dei pigmenti e delle vernici sui dipinti, attraverso uno studio sistematico sia dei trattati di ottica allora considerati obsoleti sia delle nuove ricerche disponibili sul mercato, Morbelli portò all’estremo la lezione impartita da tali testi, superando l’applicazione tradizionale del colore sulla tela ed eseguendo esperimenti nel tentativo di creare pigmenti autonomamente per indagare i rapporti tra il colore e la percezione visiva. Un prezioso contributo per comprendere le scelte dell’artista è dato dalla ricostruzione fedele dell’atelier del pittore ubicato alla Colma di Rosignano a Casale Monferrato, dove sono conservati documenti e oggetti utilizzati dall’artista stesso per compiere le proprie ricerche e che aiutano ad approfondire i rapporti tra il pittore e le case produttrici di colori a livello industriale come la Lefranc. Facendo riferimento alla tecnica artistica perfezionata dal pittore nel corso della sua vita e il confronto diretto con gli strumenti e i materiali utilizzati, grazie anche all’opportunità di visitare l’atelier di persona insieme alla testimonianza del nipote dell’artista, ho tentato di analizzare e porre l’attenzione sulle caratteristiche singolari della pittura di Angelo Morbelli, artista che ancora merita una piena e ampia valutazione.
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