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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03182013-173319


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
RUSSO, ELEONORA
URN
etd-03182013-173319
Titolo
Diabete Mellito Tipo 1 e Nefropatia Diabetica: Nuovi Profili Fenotipici di Malattia Renale Cronica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIO AD INDIRIZZO MALATTIE DEL RICAMBIO E DIABETOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Del Prato, Stefano
relatore Dott. Penno, Giuseppe
Parole chiave
  • nefropatia diabetica
  • malattia renale cronica
  • Diabete tipo 1
Data inizio appello
11/04/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La malattia renale cronica (Chronic Kidney Disease, CKD) rappresenta una delle principali complicanze del diabete mellito (DM) ed un fattore di rischio cardiovascolare indipendente. Nel DM tipo 2 studi recenti dimostrano che aumento dell’albuminuria e riduzione della funzione renale (glomerular filtration rate, GFR), i due marker fondamentali di stratificazione della CKD, possono intervenire indipendentemente l’uno dall’altro. E’ così possibile che macroalbuminuria compaia in soggetti con normale GFR e, viceversa, che riduzioni del GFR possano intervenire in assenza di albuminuria. Insiemi distinti di fattori di rischio sono associati allo sviluppo di albuminuria e ridotta funzione renale in armonia con l’ipotesi che le due condizioni non siano inevitabilmente tra loro associate. Inoltre, elevata albuminuria e ridotto GFR sono fattori di rischio indipendenti per eventi cardiovascolari (CVD) e renali (End Stage Renal Disease, ESRD). Queste osservazioni depongono per una visione bi-dimensionale della nefropatia nel diabete in cui l’evoluzione spesso indipendente dei due parametri che descrivono la progressione del danno renale, identifica fenotipi eterogenei che possono progredire in maniera distinta.

Anche nel DM tipo 1 (DMT1), come dimostrato dal Diabetes Control and Complications Trial/Epidemiology of Diabetes Interventions and Complications (DCCT/EDIC), una riduzione del GFR (<60 ml/min/1,73 m2) indicativa di danno renale può avvenire in assenza di albuminuria. In questo studio, infatti, il 24% dei soggetti avrebbe sviluppato riduzione del GFR in assenza di albuminuria.

In questo contesto, scopo dello studio è stato quello di valutare prevalenza e caratteristiche cliniche dei vari fenotipi di malattia renale cronica che è possibile identificare tra i soggetti con diabete mellito tipo 1. Con questo obiettivo sono state studiate due ampie coorti di pazienti con DMT1. La prima coorte è rappresentata da 777 pazienti con DMT1 afferiti negli anni 2001-2009 all’Unità Operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa per eseguire lo screening delle complicanze croniche del diabete. La seconda coorte è rappresentata da 936 pazienti con DMT1 arruolati nell’EURODIAB Complications Study.

Nella prima coorte (777 DMT1), il 91.6% dei soggetti presentava normoalbuminuria, il 6.4% micro- ed l’1.9% macro-albuminuria. Il 57.3% aveva eGFR ≥90 ml/min/1,73 m2, il 39.0% eGFR 60-89 ml/min/1,73 m2, il 3.6% eGFR 30-59 ml/min/1,73 m2 e lo 0.1% eGFR <30 ml/min/1,73 m2. L’89.4% dei pazienti non presentava CKD, mentre CKD di stadio 1, 2 e 3-5 era presente rispettivamente nel 4.0%, 2.8% e 3.7% dei soggetti. Eventi cardiovascolari sono stati registrati soltanto nel 7.2% dei soggetti senza CKD rispetto al 22.7% e 34.5% dei soggetti con CKD stadio 2 e CKD stadi 3-5 (p<0.0001). Tra i pazienti con eGFR <60 ml/min/1,73 m2, il 59% presentava normale escrezione urinaria di albumina. Analogamente, normale escrezione urinaria di albumina era presente nel 88.7% dei soggetti con eGFR compreso tra 60 e 74 ml/min/1,73 m2. L’eterogeneità dei fenotipi di CKD è stata confermata dai risultati ottenuti nella seconda coorte (936 DMT1 reclutati nello studio EURODIAB).

In conclusione, analogamente a quanto osservato nel DMT2, il fenotipo normoalbuminurico di malattia renale cronica si manifesta in una significativa percentuale di pazienti con DMT1. I risultati dello studio sostengono quindi l’ipotesi di due distinte “pathways”, una albuminurica e l’altra non-albuminurica, nella progressione del danno renale verso l’ESRD e la patologia cardiovascolare.
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